Uncharted 4: Fine di un Ladro – Recensione

Ventidue mirabolanti capitoli. Un epilogo. Il tutto letteralmente divorato nell’arco di una dozzina abbondante di ore di gioco. Poi compare il logo di Naughty Dog e iniziano a scorrere i titoli di coda. Ed è allora che una lacrima di commozione ci riga il volto: stiamo salutando un vecchio amico sapendo già che si tratta di un addio. Nathan Drake sfora gli ideali limiti della trilogia e con il quarto capitolo della sua stellare serie si accomiata senza permetterci di sollevare obiezioni. Perchè è questa la grande fregatura orchestrata ad arte da Naughty Dog: Uncharted 4: Fine di un Ladro è lo stato dell’arte del videogioco per Playstation 4, il traguardo di una maturazione artistica coltivata con costanza negli anni. Un prodotto pressoché perfetto, in grado di relegare un titano come The Last of Us al semplice ruolo di prova generale per il vero obiettivo: chiudere in gloria una serie leggendaria con il miglior capitolo di sempre. Una fregatura, appunto: come potremmo mai chiedere un altro capitolo di un gioco ormai perfetto? Cosa potremmo pretendere da una trama che vede finalmente chiariti tutti gli accenni lasciati in sospeso negli anni? Come potremmo mai lamentarci dopo il turbinio di emozioni che Uncharted 4 ha suscitato in noi? Non possiamo, ecco la fregatura. E allora non ci resta che una cosa da fare: tornare ai nostri titoli di coda, osservare il logo Naughty Dog e dire l’unica parola rimasta: “Grazie”.

Uncharted 4: Fine di un Ladro

Sic Parvis Magna

“Da umili origini verso grandi imprese”: il motto del corsaro Francis Drake calza davvero a pennello per il protagonista di Uncharted. Che Nathan non è veramente un Drake lo sappiamo ormai dagli eventi di Uncharted 3, ma questo non significa che Nate non meriti comunque di portare il nome che si è scelto: orfano in giovanissima età, dopo un breve periodo in orfanotrofio il piccolo avventuriero cresce in compagnia di suo fratello Sam, che lo inizia all’arte del ladrocinio. Certo, detto così pare che ci siano le umili origini ma che la vita che i due si sono scelti non sia propriamente orientata alle grandi imprese decantate dall’aforisma di Sir Francis, ma negli anni la saga di Uncharted ci ha insegnato che a certi ladri si possono associare parole come coraggio, rispetto, lealtà, amore. Per Nathan Drake sono il coraggio di buttarsi a capofitto nella mischia pur di raggiungere il proprio obiettivo, il rispetto dei luoghi scoperti e persino dei propri nemici, la lealtà verso la figura paterna di Victor Sullivan e verso il proprio fratello Sam, per anni creduto morto in carcere, l’amore verso Elena Fisher, moglie stupenda e fedele dopo le tante avventure passate insieme.

Uncharted 4: Fine di un Ladro

Ma l’amore di Nathan è anche per l’avventura e il pericolo: la vita tranquilla da sommozzatore – con le giornate passate a recuperare detriti sul fondo del fiume – non può bastare all’uomo che ha scoperto la città d’oro di Shambala, che ha attraversato a piedi il deserto del Rub ‘Al Kali fino a toccare con mano i pilastri di Iram, che è uscito praticamente indenne da centinaia di scontri a fuoco sopravvivendo a spericolati inseguimenti in auto, deragliamenti ferroviari e lo schianto di un aereo cargo (dal quale pochi secondi prima si era gettato senza paracadute). Chiunque abbia giocato negli anni ai vari Uncharted si commuoverà certamente nella soffitta di casa Drake, vedendo Nathan soppesare tra me mani i ricordi di mille avventure e sognare un combattimento con una pistola giocattolo: un ladro può essere buono, leale, innamorato, ma alla fine resta sempre un ladro. Un avventuriero e un cacciatore di tesori per essere più precisi, in attesa di un mero pretesto per ritornare a vivere quelle avventure che sono sempre stato il pane quotidiano della sua vita, fin da quando era un bambino impaurito sotto la protezione del fratello maggiore.

A proposito di questa storia del fratello maggiore, non preoccupatevi se non ne sapevate niente: è Nathan stesso a non averne mai parlato con nessuno, nemmeno con Elena. Sam Drake era morto nel tentativo di evasione da un carcere, o almeno questo era quello che credevano tutti. Nathan stesso lo aveva visto colpito da più pallottole precipitare nel vuoto, e da allora aveva dedicato la sua vita a cercare tesori come quando i due erano inseparabili. Il problema è che dopo anni Sam ritorna, e lo fa con una proposta che non si può rifiutare: il tesoro di Henry Every, quello per la cui ricerca 15 anni prima era praticamente morto, esiste per davvero e lui ha tutti gli indizi. In più, deve trovarlo per ripagare a suon di monete d’oro il boss che l’ha aiutato a evadere. Ecco il pretesto che tanto aspettava Nathan: abbastanza forte da spingerlo a mentire ad Elena per ritrovarsi con Sam e Sully a pianificare insieme un nuovo furto, seguito da un viaggio intorno al mondo alla ricerca del tesoro più grande di tutti i tempi.

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Non è un caso che il primo indizio sia una croce raffigurante San Disma, il ladrone buono che, durante la crocifissione di Gesù, secondo la bibbia si pentì per i suoi peccati e venne accolto in Paradiso. La metafora è più che palese e la narrazione di Uncharted 4 è interamente volta a farci capire che un ladro può essere buono, soprattutto se quel ladro è Nathan Drake. Attenzione però: il giorno della crocifissione i ladroni erano due, proprio come i fratelli Drake. E se uno era buono e pentito, l’altro non era proprio un santo. Ci fermiamo qui per evitare spoiler, ma avrete già capito che Uncharted 4 vanta una profondità narrativa ben superiore ai capitoli precedenti e, grazie anche ad una longevità anch’essa sopra la media e alla solita presentazione non lineare dei fatti, durante l’avventura c’è modo di approfondire ogni singola sfaccettatura delle relazioni che legano i personaggi: sarà finalmente chiaro come Nathan sia divenuto quel che è oggi, sarà approfondito attraverso corsi e ricorsi storici il suo rapporto con Sam, così come quello con Sullivan (il cui passato abbiamo già visto in Uncharted 3) e quello con Elena. Il tutto tramite commoventi scene cariche di sentimento, tramite dialoghi di altissimo livello.

Non mancheranno come da copione due Villain degni di nota: Rafe Adler e Nadine Ross, rispettivamente un ricco e spietato cacciatore di tesori – che in passato ha avuto a che fare con Sam e Nathan proprio per la croce di San Disma e il tesoro di Henry Every – e una mercenaria assassina a pagamento che non vede certo di buon occhio Sullivan, figuratevi il povero Nate. La caratterizzazione di questo cast stellare è perfetta: non una sbavatura, non un controsenso. Tutti i personaggi si comportano in maniera coerente con i loro trascorsi e in base al proprio carattere, reagendo alle varie situazioni come ci si aspetterebbe facessero nella vita reale.

Uncharted 4: Fine di un Ladro

Insomma, lo stato dell’arte. Henry Every, la sua ciurma, il tesoro scomparso e la leggendaria città di Libertalia non sono che un mero pretesto. Perchè la vera storia di Uncharted 4 è una storia di amore fraterno, di amore coniugale, di amore per l’avventura. Ci insegna che persino il peggiore dei ladri può avere un codice d’onore. È una storia che diverte, commuove, educa, soddisfa. E poi si conclude: niente finale aperto, niente ultimo colpo di scena dopo i titoli di coda. L’epilogo dopo il ventiduesimo capitolo conclude semplicemente la storia di Nathan Drake nel migliore dei modi possibili. Ecco dov’è la tremenda forza di Uncharted 4: ci lascia sul più bello, quando le luci della ribalta sono tutte su di lui e può ritirarsi a testa alta, da guerriero imbattuto, regalandoci un epilogo che ci riporta a ripercorrere tutte le meravigliose avventure iniziate nell’ormai lontano 2007 su Playstation 3, per arrivare allo stupendo finale che Naughty Dog ha pensato per il suo eroe.

Uncharted 4: Fine di un Ladro

Enigmi, proiettili e tuffi nell’erba

Far stare tutto quello che vorremmo dire sul gameplay di Uncharted 4 in una sola recensione sarebbe praticamente impossibile, semplicemente perchè nel gioco c’è tutto quello che ci saremmo aspettati più un’infinità di piccole migliorie e novità in grado di dare nuovi significati alla parola perfezione. Come in passato uno degli elementi fondamentali dell’esperienza è l’esplorazione, solo che stavolta è possibile interagire con molteplici oggetti in ambienti di ampio respiro. L’avventura è come al solito sui binari, ma Naughty Dog ha svolto un lavoro sopraffino riuscendo a nascondere quei binari sotto la superficie, dando l’impressione che le varie sessioni di gioco siano sconfinate e immense. L’esplorazione comprende il girovagare a piedi ma anche a bordo di veicoli, tra i quali una la jeep già provata durante il nostro hands on e una barca, da entrambe delle quali si potrà scendere e risalire mentre si setacciano i più remoti angoli del mondo in cerca di indizi.

Uncharted 4: Fine di un Ladro

Un secondo importante pilastro portante che da sempre caratterizza Uncharted sono i momenti platform e le arrampicate a rotta di collo, in Uncharted 4 rese ancora più spettacolari grazie al rampino e al chiodo da roccia – quest’ultimo un po’ preso in prestito dalla picozza degli ultimi Tomb Raider, ma comunque sfruttato in maniera diversa – che permettono di coprire distanze altrimenti impossibili da superare con un semplice salto. La corda e il rampino, così come il verricello della jeep, sono spesso e volentieri utilizzati per risolvere semplici enigmi ambientali che, se nella maggior parte dei casi sono riconducibili al classico “sposta la cassa per salire più in alto” sfoderano sempre qualche variabile inaspettata che offre quel pizzico di originalità all’enigma: una corrente d’acqua, una collina resa scivolosa dal fango o il classico script che vi costringerà a ragionare in fretta mentre il pavimento vi si sbriciolerà letteralmente sotto i piedi sono numerose variazioni sul tema che tengono sempre viva l’attenzione. Non mancheranno ovviamente anche una manciata di enigmi più complessi, legati a macchinari di grandi dimensioni da attivare decifrando gli indizi raccolti durante l’esplorazione. Stavolta il diario di Nathan – preso in prestito con licenza poetica da quello utilizzato da Indiana Jones negli omonimi film – verrà utilizzato molto più attivamente, a volte con tanto di pagine strappate e riassemblate per decifrare rompicapo inizialmente irrisolvibili. Il livello di sfida degli enigmi, comunque, è sicuramente alla portata di tutti e, nonostante alcuni di essi siano decisamente semplici e lineari, sono talmente ben realizzati da dare comunque soddisfazione una volta risolti.

Uncharted 4: Fine di un Ladro

La terza macro area in cui possiamo idealmente dividere l’esperienza di Uncharted sono le sparatorie. Come in passato ci si ripara dietro ogni possibile copertura, ci si sporge, si spara e si rotola per evitare il fuoco nemico, ma tutto questo lo sapete già. La vera novità è l’ottimizzazione delle sessioni stealth, che rispetto al passato, sono finalmente credibili e dedicate ai giocatori che preferiscono un approccio furtivo rispetto al mero gettarsi a testa bassa nella battaglia. In Uncharted 4 è possibile nascondersi tra la vegetazione e segnare i nemici con un tag per seguire i loro spostamenti, pianificare l’azione ed eliminarli uno ad uno restando nell’ombra. Se si viene scoperti inizia la sparatoria ma, data l’ampiezza del mondo di gioco, è sempre possibile fuggire e restare nascosti per qualche secondo per far cessare l’allarme e ricominciare con le eliminazioni stealth, cosa un tempo impensabile. Ai puristi e a quelli che nella possibilità di marchiare i soldati nemici vedranno il gioco assomigliare troppo a Metal Gear Solid, segnaliamo che è comunque possibile deselezionare l’opzione dal menu di pausa del gioco, attraverso il quale sarà anche offerta la possibilità di personalizzare l’esperienza in base al proprio stile e alle proprie capacità: i livelli di difficoltà sono ben cinque, da aggiungersi alla possibilità di attivare o meno la mira automatica. Così facendo Naughty Dog è riuscita a nostro parere a creare un’esperienza che la quasi totalità degli utenti Playstation potranno apprezzare, adattando il livello di sfida alle loro esigenze, siano interessati a Uncharted 4 per il gameplay o per la trama.

Ci fermiamo qui e il perché ve lo abbiamo detto prima: a voler analizzare tutte le sfaccettature di un gameplay così articolato potremmo scrivere un trattato. Vi basti sapere che se inizialmente vi sembrerà il solito Uncharted basteranno pochi minuti per cambiare idea: Uncharted 4 offre esplorazione subacquea, corse sui tetti, inseguimenti in barca e in auto, sparatorie mozzafiato, fughe a rotta di collo, brevi quick time event, esplorazione in stile RPG e (credeteci o meno) persino un paio di partite a Crash Bandicoot. Non riusciamo a trovare cosa manca, probabilmente perché non manca davvero niente per rendere l’esperienza migliore di come è stata confezionata, dal primissimo all’ultimo momento di gioco.

Uncharted 4: Fine di un Ladro

Immancabile ormai dai tempi di Uncharted 2, anche la modalità online: i dettagli, i perks e la frenesia dell’azione sono quelli che abbiamo già ampiamente trattato durante la nostra prova della versione beta di quella che è poi divenuta la componente multiplayer di Uncharted 4: Fine di un Ladro. Oltre al sempreverde deathmatch è possibile scegliere di affrontare due modalità: in una bisognerà conquistare l’avamposto della squadra avversaria, nella seconda rubare loro un idolo e riportarlo al proprio avamposto. Detto questo, abbiamo quasi esaurito la descrizione dell’esperienza, dal momento che la modalità non prevede un sistema di crescita del personaggio profondo come in Uncharted 3 o delle idee innovative come lo furono ai tempi di Uncharted 2. Bisogna comunque ammettere che la fluidità dell’esperienza online – grazie anche ad un visibile ma assolutamente accettabile downgrade grafico – garantisce un’esperienza ottimale e una precisa risposta ai comandi impartiti. Il nostro consiglio è di affrontare la modalità di cattura dell’idolo con un team composto da amici affiatati: il gioco di squadra e la collaborazione in questa particolare modalità tirano fuori il meglio che il multiplayer di Uncharted 4 può offrire, almeno per il momento. Soltanto i futuri aggiornamenti ci permetteranno di valutare se l’online del gioco avrà altro da offrire e sarà in grado di aumentare la longevità dell’esperienza, o se invece i giocatori si sposteranno velocemente verso altri lidi multigiocatore.

Uncharted 4: Fine di un Ladro

Il fascino dei dettagli

Graficamente la saga di Uncharted ha sempre fatto scuola, sia per il character design che per le ambientazioni proposte, con ogni capitolo dedicato a un particolare elemento naturale: nel primo episodio era l’acqua, nel secondo la neve, nel terzo la sabbia. In Uncharted 4 Nate e soci girano il mondo e incontrano tutti questi elementi, ottimamente realizzati, ma la vera novità è data dalla vegetazione: rigogliosa, mossa dal vento e incredibilmente realistica, la natura in Uncharted 4 non offre soltanto riparo durante le sessioni stealth, ma è il fondamento sul quale Naughty Dog ha costruito un mondo che appare davvero vivo e pulsante, come mai prima d’ora.

Della medesima fattura sono le texture e gli ambienti, così come lo sono i modelli dei personaggi, le animazioni e i volti: dopo quattro capitoli Uncharted stupisce ancora per come Nathan cerchi reali appigli nella roccia durante le arrampicate, o come gli si dipinga in volto un’espressione di terrore quando dopo un salto particolarmente difficile resta appeso soltanto con una mano. Poi ci sono le piccole cose: i fucili che vengono imbracciati o messi in spalla utilizzando la tracolla, Nate che deposita le armi ingombranti sul sedile dell’auto prima di mettersi alla guida, i vestiti che si sporcano o si bagnano in base all’ambiente circostante, i personaggi che rispondono in modo perfetto ai colpi inflitti dai proiettili o durante le scazzottate.

Uncharted 4: Fine di un Ladro

Ma non finisce certo qui: se fino ad Uncharted 3 ad essere graficamente impressionante nei primissimi piani era soltanto il volto di Nathan Drake, in Uncharted 4 anche il più semplice dei comprimari vanta una realizzazione tecnica che definire maniacale sarebbe riduttivo. I capelli di Elena e quelli della nuova antagonista Nadine sembrano veri e si muovono nel vento, nelle zone calde i personaggi hanno la fronte perlata di sudore, gli occhi sono tra i più espressivi che abbiamo mai visto in un action adventure e le mimiche facciali, soprattutto in una particolare scena di litigio tra Nathan ed Elena, si candidano all’oscar come miglior interpretazione di sempre in un videogioco. Non dimentichiamoci, lo dicevamo poc’anzi, che stiamo parlando di un action adventure, mentre ci siamo trovati con stupore e ammirazione di fronte al livello di dettaglio che ci saremmo aspettati da un’avventura grafica.

Non stiamo neanche a puntualizzare che il motore grafico gira senza un tentennamento, anche in scene come la sparatoria al mercato, dove decine di personaggi e oggetti sono contemporaneamente in movimento sullo schermo. Vi avvisiamo però che Uncharted 4 parte quasi in sordina, per generare a mano a mano che si prosegue con l’avventura un climax grafico che soltanto da metà avventura in poi inizia a far soffiare con prepotenza le ventole di raffreddamento della Playstation 4. Crediamo che anche questo faccia parte dell’esperienza maturata negli anni da Naughty Dog che, scegliendo di stupire come mai prima d’ora, tiene sempre in serbo qualche cartuccia da sparare capitolo dopo capitolo, fino ad arrivare al tripudio di effetti speciali delle ultime ore di gioco, che per ovvi motivi non vi possiamo descrivere ma che vi garantiamo essere davvero spettacolari in ogni singolo frame.

Uncharted 4: Fine di un Ladro

Abbiamo già accennato al doppiaggio italiano, ottimamente realizzato e recitato: le voci sono quelle che abbiamo imparato a conoscere negli anni, così come le battute sono scritte con incredibile maestria e permettono al gioco di spostarsi tranquillamente dalla battuta sconcia al cinismo, colpendo subito dopo al cuore con una frase semplice ma piena di significato per il modo in cui viene pronunciata. Durante le fasi di esplorazione è possibile interagire con i personaggi controllati dalla CPU avvicinandosi a loro e assistendo a dialoghi aggiuntivi che approfondiscono i rapporti interpersonali dei soggetti coinvolti e la trama. Impressionante come durante l’esplorazione con la jeep sia possibile ascoltare Nathan, Sam e Sullivan iniziare un discorso che, se improvvisamente interrotto per la presenza di un nemico o perchè vi sarete allontanati a piedi per esplorare l’ambiente circostante, una volta ritornati un auto riprenderà in maniera naturale: si tratta di piccoli dettagli che ci fanno capire come Naughty Dog non abbia davvero trascurato nessuna parte del gioco. Passando brevemente alla colonna sonora, il tema principale della serie è questa volta riarrangiato in molti modi per adattarsi alle tante situazioni. Il leitmotiv del gioco restano comunque musiche ed effetti suonati con strumenti etnici, che ben si prestano alla sensazione di avventura e scoperta che Uncharted riesce ancora a trasmettere dopo tutti questi anni.

Uncharted 4: Fine di un Ladro

La (stupenda) fine di un ladro

Uncharted 4: fine di un ladro è il motivo per cui possedete una Playstation 4. Naughty Dog decide di mettere la parola fine alle avventure di Nathan Drake con un’opera che non possiamo definire semplicemente videogioco: Uncharted 4 è un’esperienza da vivere, soprattutto per chi si è appassionato negli anni con i precedenti capitoli. È un’opera che commuove, appassiona diverte. Uncharted 4 fa riflettere sulla vita e sulle scelte che tutti gli uomini, ladri o meno, prima o poi devono prendere. È un’avventura lunga e sapientemente ritmata, durante la quale c’è spazio per le lacrime, la violenza, il tradimento, l’amore, il perdono. È il canto del cigno di una serie che se ne va a testa alta, mentre ci rendiamo conto di sorridere esaltati al pensiero di cosa Naughty Dog possa realizzare in futuro. È un tumulto di dettagli, che si fondono nel magico e immenso affresco che è l’universo di Uncharted. Per il momento sappiamo che tutte le cose belle prima o poi finiscono. E non poteva essere che così per Uncharted 4, la migliore esperienza di gioco che è al momento disponibile su Playstation 4.

9.9

Pro

  • Gameplay vario e ricco di contenuti
  • Graficamente superbo
  • Trama e narrazione da oscar
  • Nell'insieme è il gioco perfetto per PS4

Contro

  • Multiplayer al momento troppo scarno
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