Dark Souls II – Guida ai boss: Nashandra
Tanto tempo fa, la regina giunse da noi, sola e da una terra lontana…
Il Trono del Desiderio è il luogo in Dark Souls II in cui tutti i nodi vengono al pettine. Come già affrontato nella precedente guida, dedicata ai suoi Custodi, vi è ubicato il “vero” trono di Drangleic, quello su cui Re Vendrick non si è mai seduto, preferendo finire il resto dei suoi giorni nella Cripta del Non Morto, vagando in cerchio senza scopo e con gli occhi vuoti.
Questa guida è particolare perché va a toccare il motivo per cui Drangleic è diventato un regno decadente e il vero motivo per cui Vendrick ha appeso la corona al chiodo. Ha i capelli biondi, un vestito verde chiaro e i suoi ritratti riempiono le sale del castello. Di chi stiamo parlando? Di Nashandra, regina di Drangleic – l’antagonista principale di Dark Souls II.
Nashandra nasconde un terribile segreto: il suo aspetto umano non è che una commedia, perché il suo vero aspetto è quello di un alto ed elegante essere scheletrico, nero come la sua anima. Per poter sfidare la regina – l’ultimo boss di Dark Souls II prima di Scholar of the First Sin – bisogna rispettare tre condizioni:
- Aver ottenuto l’Anello del Re per aprire il portone nel Castello di Drangleic (reperibile nella Cripta dei Non Morti, accanto a Vendrick).
- Aver sconfitto il Guardiano e il Custode del Trono.
- Aver ottenuto l’oggetto chiave Fratellanza dei Giganti (dal Signore dei Giganti).
L’ordine degli ultimi due punti non conta, ma se la Fratellanza dei Giganti è stata ottenuta prima di sfidare il Guardiano e il Custode del Trono, Nashandra apparirà subito dopo lo scontro. In questo caso, la regina attraverserà la nebbia nella sua vera forma e con la falce affilata; in caso contrario aspetterà il Portatore della Maledizione direttamente al centro dell’arena. Entriamo nell’atmosfera con la sua canzone composta da Motoi Sakuraba, che si è occupato della colonna sonora di tutti i Souls.
https://www.youtube.com/watch?v=efHjdSM3nHo
Pur essendo il boss finale originale di Dark Souls II, Nashandra è piuttosto magnanima, poco aggressiva e lenta. L’unica vera difficoltà dipende dalla maledizione che trasuda dalle fontane che genera; pertanto uno dei quattro slot dedicati agli anelli dovrebbe essere l’Anello delle Maledizioni, che aumenta la resistenza contro il suddetto status, acquistabile da Cromwell l’Assolutore o Magerold di Lanafir. Sempre da Cromwell è possibile acquistare l’Anello della Resistenza, che aumenta ulteriormente la soglia di sopportazione. Altri anelli utili sono l’Anello di Quarzo Oscuro, che aumenta la resistenza all’oscurità, e l’Anello del Vincolo, che limita la riduzione degli HP da non morti. Quest’ultimo si trova nella Cattedrale del Blu.
Nashandra presenta un’alta resistenza ai malocchi (ovvio) e una debolezza all’elettricità. L’arena è la stessa del Guardiano e del Custode del Trono quindi, ancora una volta, attenzione a non spingersi troppo ai limiti perché c’è il rischio di cadere. Nashandra incoraggia anche un approccio ranged con un arco o miracoli dato che tende a essere molto stazionaria, con pochi scatti.
Prode non morto… mi hai dimostrato il tuo valore. Ora diventa tutt’uno con l’oscurità.
Attacchi:
- Fontane maledette: a inizio battaglia e a intervalli regolari durante lo scontro, Nashandra creerà 4 fontane maledette attorno a lei. Queste hanno il potere di maledire velocemente il giocatore quando ci si trova al centro del cerchio o semplicemente nei paraggi di una delle fontane. La prima cosa da fare è sbarazzarsene con un colpo ognuna o rotolandovi attraverso.
- Affondo: colpo verticale dato con la falce, molto semplice da schivare ma con un buon raggio. Una rotolata laterale è il modo più semplice per evitare l’attacco.
- Combo con la falce: vicini a Nashandra, la regina potrebbe fare da 2 a 3 colpi di falce orizzontali, di cui il terzo sempre in ritardo rispetto i primi due. Per evitare i colpi basta posizionarsi molto vicino al boss e rotolare tante volte ai lati quanti sono i colpi.
- Laser: uno degli attacchi più comuni della regina, che farà soprattutto quando si è lontani da lei e fuori dal range delle fontane. È un raggio oscuro che Nashandra origina dalla sua mano sinistra (sempre carica di oscurità) in due modi. Il primo è il più semplice, in quanto il raggio è verticale ed è abbastanza lento da poterlo schivare senza problemi ai lati. Nella sua seconda incarnazione il raggio è orizzontale e più veloce, schivabile rotolando più volte all’indietro o addirittura attraverso, a seconda degli i-frames donati dalla statistica adattabilità.
- Esplosione oscura: quando Nashandra alzerà la mano sinistra vorrà dire che si sta preparando per il raggio. Quando, invece, si porterà la mano al petto, vorrà dire che di lì a poco starà per fare un’esplosione simile al miracolo Ira degli Dei, un attacco AoE molto pericoloso schivabile allontanandosi il più possibile dal boss.
Drop:
- 90.000 anime
- Anima di Nashandra (creazioni, da Ornifex: Falce del Desiderio, Arco del Desiderio, Campana del Desiderio)
Lore:
Per comprendere al meglio perché Nashandra mandi il protagonista alla ricerca di Vendrick e perché alla fine compaia vicino al Trono del Desiderio, rivelandosi come l’ultimo (o il penultimo) boss del titolo FromSoftware, è necessario spiegare chi sia. Nashandra non è nativa di Drangleic: è arrivata da lontano attraversando il mare e ha subito colpito il monarca locale, Vendrick, per la sua bellezza, diventando così la sua amata “Shandra”. Era così influente che, una volta diventata regina, ha convinto Vendrick a salpare avvertendolo della minaccia dei giganti. Il re, vittorioso, torna nel regno con un premio, presumibilmente il Trono del Desiderio stesso, catturando i giganti e creando dalle loro anime i golem che scorrazzano a Drangleic. È grazie ai golem, e in onore della regina, che il Castello è stato eretto e il Trono del Desiderio posizionato nel cuore dell’edificio.
Il cancelliere dice chiaramente che la regina portò un’era di pace nel regno, una pace profonda come l’oscurità. Quest’era ebbe una durata breve, perché i giganti passarono al contrattacco sbarcando a Drangleic, devastandola. Gli effetti di questa nuova guerra è ben visibile in alcune aree di Drangleic, come la Foresta dei Giganti Caduti o le Memorie, che permettono di avere un posto in prima fila a quello che sarà il decadimento del regno, decadimento che viene sigillato con l’abbandono del trono da parte di Vendrick.
Il re, infatti, si spinge fino al Santuario di Amana, dove lascia la sua grande anima, e poi si spinge fino alla Cripta dei Non Morti, dove si spegnerà fino a diventare vuoto. Tutto questo perché aveva capito che Nashandra perseguiva un piano ben preciso e l’amore non aveva spazio nel suo cuore. L’obiettivo della regina era arrivare al Trono del Desiderio a cui lei non poteva arrivare, non avendo l’Anello del Re che apriva la via, e non possedendo un’anima tale come quella di Vendrick, che è un Non Morto Prescelto mancato. Il Trono del Desiderio non è altro che la ricostruzione della Prima Fiamma del primo Dark Souls, che permette di continuare l’Era del Fuoco come carburante o iniziare l’Era dell’Oscurità. Vendrick ha scelto di non vincolare il fuoco e ha eretto barriere affinché Nashandra non si avvicinasse a esso. Perché?
La regina Nashandra è un altro grande rimando a Dark Souls. È un’emozione, un frammento di Manus che simboleggia il desiderio. È il più piccolo frammento del Padre dell’Abisso, sconfitto nel capitolo precedente di FromSoftware, e come tale il primo a ripristinarsi e prendere coscienza di sé. Questo tema verrà approfondito nei DLC di Dark Souls II, ma sta di fatto che assunta forma umana avverte il “desiderio” di avvicinarsi a un re come Vendrick poiché compensava ciò che lei non aveva: il potere.
La tiara non è mai bastata a Nashandra: essendo il pezzo più debole, ella brama un’anima straripante di potere e il simbolo del potere stesso, il vero trono. Purtroppo per lei non otterrà mai quello che le mancava terribilmente. E Vendrick, dal canto suo, nonostante sia un’ombra del passato, non può fare altro che rimuginare sulla sua vita cambiata un giorno qualunque per un piccolo, debole frammento che lui si ostina a chiamare la sua amata Shandra, prova di un amore mai sopito.