Dark Souls II: Guida ai boss – Mytha
Il titolo di "Regina Cattiva" di Drangleic va a Mytha, ultimo ostacolo prima di Forte Ferreo. La sua dolorosa storia (d'amore) l'ha trasformata in una vendicativa donna-serpente ed è giunto il momento di reclamare Picco Terrestre.
Era una donna bella, ma superba; non poteva tollerare che qualcuno la superasse in bellezza. Possedeva uno specchio e, quando vi si specchiava, diceva:
“Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?”
E lo specchio rispondeva:
“Regina, la più bella sei tu.”
Ed ella era contenta, perché sapeva che lo specchio diceva la verità. Ma Lei cresceva, diventando sempre più bella e quand’ebbe sette anni era bella come la luce del giorno e più bella della regina stessa. Una volta che la regina interrogò lo specchio:
“Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?
Lo specchio rispose:
“Regina, la più bella sei tu, ma Lei lo è molto di più.”
All’udire quelle parole, la regina allibì e per l’ira e l’invidia si fece gialla e verde. Da quel momento in poi, la sua sola vista la sconvolgeva, tanto la odiava. Invidia e superbia crebbero a tal punto in lei da non lasciarle più pace né giorno né notte.
(Leggermente adattato da Biancaneve de I fratelli Grimm, traduzione di Brunamaria Dal Lago Veneri, 2010)
Mytha, la Regina Distruttiva è uno dei boss più affascinanti di Dark Souls II. Una moderna Regina Cattiva che diversamente dalla fiaba originale non cerca di strozzare la sua rivale con dei nastri o avvelenarla pettinandole i capelli con un pettine tossico e nemmeno con la famosa mela rossa, ma cerca di superarla in bellezza. D’altronde Mytha il veleno lo conosceva bene, scegliendo di utilizzarlo per infestare la ricca valle del suo regno pur di ritrovarselo come trattamento di bellezza quotidiano – come accennato nella precedente guida a questa collegata, il Demone della Cupidigia.
Quest’ultimo era stato da noi soprannominato, con un gioco di parole, il più “brutto del reame”. Non si può dire che Mytha, invece, fosse brutta: la sua testa decapitata nasconde una naturale bellezza, e nonostante ciò non è stata presa in considerazione dal suo re quando ella vestiva panni umani, preferendole un’altra donna.
Consumata “dall’ira e dall’invidia”, proprio come la Regina Cattiva di Biancaneve, Mytha si trova come signora indiscussa (perché solitaria) sulla cima del Picco Terrestre, il grande mulino che torreggia sulla Valle del Raccolto e che porta a Forte Ferreo, dal Vecchio Re di Ferro – quello stesso sovrano che la trascurò.
Attorniata da marionette senz’anima, della cui arte è forse l’ultima sopravvissuta, Mytha ha ingurgitato così tanto veleno da essersi trasformata in una specie di gorgone ed essersi auto-decapitata, probabilmente per non vedersi allo specchio dopo quello che ha considerato come l’ultimo fallimento.
La particolarità di questo scontro – abbastanza impegnativo – sta nell’arena: essa è infatti sommersa nel veleno, il personale centro benessere della Regina Distruttiva e allo stesso tempo la dannazione per chiunque tenti di avvicinarsi per continuare la scalata. Mytha, infatti, è un boss di passaggio – obbligatorio, certo, ma pur sempre di passaggio. È l’ultimo affronto: la Regina, adirata con gli uomini e gelosa delle donne, caricherà indistantamente pur di proteggere quel poco che le rimane.
Il veleno dell’arena fa ticchettare la barra della vita nella direzione indesiderata e lo scontro si trasforma in una sapiente gestione delle risorse – o meglio, in una gara di velocità, dato che come è ormai chiaro Mytha nel veleno ci sguazza e si cura (letteralmente).
La questione principale da affrontare è dunque se possibile liberarsi del veleno. La risposta è sì: per ridurre la piscina verdastra basta dare fuoco con una torcia alle pale del mulino che hanno il compito di estrarre il veleno per la Regina. Come rimuovere il veleno: dal falò centrale del Picco Terrestre (oltre una nebbia) basta fare qualche passo indietro, liberarsi dei nemici, accendere la torcia e bruciare le pale camminando sul breve percorso verso destra. Ma un video vale più di mille parole: potete vedere qui sotto in azione la modalità appena descritta.
https://www.youtube.com/watch?v=fZtlOtOdk1M
Ora il veleno sarà presente solo nei bordi dell’arena e il duello sarà di riflesso molto più giusto. Mytha è resistente alla magia e all’elettricità ma è debolissima al fuoco. Per semplificarvi la vita, vicino la nebbia del boss c’è un falò nascosto dietro un muro illusorio. Non potete sbagliare: dal falò centrale dove avete bruciato il mulino continuate normalmente la scalata fino ad arrivare nella zona con le due piromanti del deserto, tirare dritto per le scale, girare a sinistra e arrivare in una zona rialzata piena di urne velenose. Il falò segreto si trova alla destra (bisogna premere l’input), mentre a sinistra si trova uno scrigno.
Attacchi:
- Proiettile magico: il personale benvenuto di Mytha nell’arena e nel futuro è costituito da un proiettile magico sparato dalla testa mozzata. Anticipato da un urlo, è piuttosto facile da schivare.
- Lancio della testa: a volte Mytha lancerà la sua stessa testa – sempre con un urlo straziato – che farà da bomba magica. Dopo un po’, infatti, esploderà facendo danni se si è troppo vicini. State lontano dalla testa prima e anche dopo, visto che il boss accorrerà a recuperare la testa con un salto forsennato.
- Colpo/i di lancia: Mytha potrebbe sferrare da uno fino a tre colpi di lancia (due orizzontali e uno laterale) parabili senza problemi con uno scudo o schivando lateralmente nei momenti giusti, stando attenti al tracking dell’arma.
- Stoccata: è un colpo di lancia più caricato e che arriva più lontano, schivabile sempre con una capriola ai lati.
- Pioggia magica: un altro attacco e un altro urlo, questa volta ad anticipare una pioggia orizzontale di proiettili magici. A seconda della distanza è possibile schivare o attraverso i proiettili (l’adattabilità è vostra amica) o, se si è più lontani, come spesso accade ai lati.
- Colpo di coda: Mytha cercherà di scacciare il Portatore della Maledizione se gli ronza indietro con un colpo di coda. L’appendice si può tagliare allo scopo di diminuirne il raggio d’azione.
- Presa: è un attacco raro che la regina effettua con la coda anticipando il tutto con l’animazione da presa classica, vale a dire aprire le braccia. Il boss utilizza la sua coda per stritolare; va da sé che è una delle mosse più pericolose perché lascia inermi ed è quindi da schivare con una capriola non indietro, bensì ai lati.
Drop:
- 20.000 anime
- Anima di Mytha, la Regina Distruttiva (creazione, da Straid: Lama arcuata di Mytha. Non è possibile ottenere la lancia)
- Anello d’argento del serpente +2 (New Game+)
Lore:
A quale regno Mytha appartenesse non è mai stato menzionato. Di lei si conosce che era la promessa sposa del principe del “regno vicino”, come dice Gilligan, il cui primo incontro avviene proprio durante la scalata del Picco Terrestre, e il conseguente triangolo amoroso che ha portato Mytha alla rovina. Lo stesso mercante mette in dubbio il periodo in cui tale avvenimento sia avvenuto, strizzando l’occhio sia alla natura ciclica di Drangleic sia a due regni passati legati a doppio filo, Alken e Venn. È probabile che il principe di Alken non sia altri che il Vecchio Re di Ferro, innamorato della principessa di Venn (che alcune voci riconducono alla Peccatrice Perduta).
Un amore proibito, tanto che i due amanti fecero costruire due Campanili, rispettivamente del Sole e della Luna, come simbolo e modo di contatto. Il Campanile del Sole (Alken) si trova a Forte Ferreo, mentre quello della Luna (Venn) alla Bastiglia Perduta. Ci sono diversi motivi geografico-storici che rendono difficile accostare la donna-serpente a un particolare re o un particolare regno, ma la regina solitaria è sicuramente legata ad Alken e Venn dato che come accennato, Mytha è abile nella creazione di marionette che combattono per lei e a guardia dei Campanili, anni dopo, non sono rimasti che pupazzi per cui le due terre erano conosciute e rinomate.
A tali manichini Mytha strappò il volto; non poteva perdonare che osassero guardare un volto che alla fine di tutto ha continuato a ritenere ripugnante o comunque troppo brutto per essere amata. La storia della Regina solitaria, comunque, ha un solo finale certo: l’oblio e in un certo senso la pace, con la speranza di trovare l’affetto in un altro ciclo. Il suo personale corso degli eventi è tragico: come possiamo non comprendere il suo dolore? E allo stesso tempo, come possiamo condannare un principe ad amare una donna che non ama?
L’unica cosa che rimane a Mytha è un verme gigante che la difende strenuamente e che non ha mai degnato di uno sguardo quando era un uomo con gli occhi colmi di adorazione.
La verità, alla fine, è che tutto accade per “l’irrefutabile follia chiamata amore”, il vero motore di Dark Souls II.
Regina, la più bella sei tu.