Dark Souls II: Guida ai boss – Demone del Canto
Faccia a faccia con un altro demone di Drangleic, esempio di uno dei più belli e agghiaccianti design di Dark Souls 2.
Il boss del Santuario di Amana è senza ombra di dubbio uno dei più raccapriccianti mai partoriti dalla mente dei ragazzi di From Software nella serie di Dark Souls: “Demone del Canto” sembra quasi un nome ossimorico, infatti, per una creatura dall’aspetto così pauroso e la voce così melodiosa. All’apparenza la creatura ricorda una rana gigante, ma nasconde dentro di sé una natura diabolica.
Quel canto che nel Santuario di Amana passo dopo passo diventa sempre più forte e vicina proviene dalle labbra di questa bestia, ma come è possibile accorgersi solo quando è troppo tardi, ossia una volta dopo aver superato la nebbia, si tratta di una trappola.
Il Demone del Canto ha solo l’involucro di una rana, utilizzata come “cappuccio” per non utilizzare un’altra parola, per un volto putrescente e due lunghe braccia scheletriche che ne dimostrano la vera forma. Cosa passava nella mente di FromSoftware quel giorno non lo possiamo sapere, fatto sta che questo design memorabile è approdato su Dark Souls II sotto forma di boss.
Per raggiungerlo bisogna percorrere l’intero Santuario di Amana, un’area sotterranea e acquitrinosa posta dopo il Castello di Drangleic. L’acqua è la vera regina in questo santuario, in quanto è così preponderante che sono rimasti solo degli stretti percorsi guidati e, come punti di orientamento, casette e templi crollati.
Amana è ritenuta una delle zone più difficili di Dark Souls II e questo soprattutto perché nei titoli FromSoftware l’acqua equivale a morte certa. Inoltre, nemici come i seguaci della setta dell’Arcidrago e le Sacerdotesse di Amana renderanno il passaggio alla non-vita molto più frequente. La setta adotterà uno stile più aggressivo, inseguendo il malcapitato (ma allo stesso tempo mostrando le zone “sicure” su cui è possibile camminare), mentre le Sacerdotesse rimarranno in lontananza a martellarlo di stregonerie. Un riparo e un arco insieme possono fare miracoli, eppure non sono gli unici abitanti del santuario: vi sono anche donne, bionde e bellissime, che rispondono al nome di Milfanito.
Lo scopo dell’esistenza delle Milfanito è quello di cantare per confortare il passaggio del pellegrino in viaggio verso la Cripta dei Non Morti, l’area immediatamente dopo Amana. Eppure, come spesso accade, Amana ha visto giorni migliori, giorni in cui il suo ospite d’onore, il Demone del Canto, non era libero come oggi. Da incredibile predatore, l’altro Demone di Dark Souls II ha imparato a replicare il canto delle Milfanito per “attirare” le sue prede. La bestia canta e la preda arriva: siamo noi, che giochiamo nei panni del Portatore della Maledizione.
L’arena del Demone del Canto è circolare e l’acqua è ancora una volta protagonista. Questa caratteristica naturale influenza anche il gameplay: difatti, il boss sarà debole all’elettricità ma resisterà qualunque tipo di piromanzia. Detto questo, l’arena è spaziosa perché la rana canterina non scherza in fatto di dimensioni. Un altro punto da tenere a mente è che il Demone del Canto è vulnerabile soltanto da davanti e quando scopre il suo orrendo volto. In questo è molto simile a un altro boss già incontrato, Freja.
Passiamo come sempre ai singoli attacchi, fermo restando che il Demone del Canto ha pattern piuttosto semplici.
Attacchi:
- Schianto mani: è l’attacco più comune del boss, consiste spesso in due manate verticali e a volte, quando troppo vicini, anche due orizzontali. Il modo migliore per evitare quelle verticali è rotolare verso un lato, mentre le orizzontali possono risultare più problematiche. La soluzione è sempre rotolare, ma questa volta all’indietro o, ancora meglio, attraverso le braccia sfruttando i frame di invincibilità.
- Salto all’indietro: questo non è un attacco vero e proprio. È semplicemente un salto all’indietro con cui il Demone si riposiziona, allontandosi dal giocatore. A ciò potrebbero seguire i due attacchi seguenti.
- Pistolacqua: nome ovviamente non ufficiale (appartiene a un altro brand, NdR.), è comunque fedele al suo effetto: il boss sputerà getti d’acqua a seconda della distanza (da 1 a 3), evitabili con qualche rotolata laterale.
- Torpedo: il Demone del Canto compie le precedenti mosse rivelando sempre il suo volto, che ricordiamo essere la sua unica parte vulnerabile insieme alle braccia. Questo attacco differisce in quanto è una spinta propulsiva dai danni ingenti che il boss compie da incappucciato. L’unica cosa da fare, quindi, è schivarlo nei tempi opportuni con un’altra capriola a sinistra o destra.
- Schianto: colpo molto semplice da evitare; il Demone canterino si innalzerà sulle zampe posteriori per schiantarsi sul giocatore. Non schivare mai all’indietro ma sempre ai lati, e soprattutto non subito: l’attacco è lento.
- Salto con schianto: un’evoluzione del colpo precedente che vede il boss saltare all’improvviso in alto e tentare uno schianto. Come sopra, insieme a un buon utilizzo della telecamera.
- Presa: la presa del boss è un attacco pericoloso. Se prendesse il giocatore, il demone lo sbatterebbe ripetutamente sul terreno. Evitare l’abbraccio mortale che compie potrebbe essere difficile a seconda di dove ci si trova: potete provare con due capriole all’indietro o una ben fatta laterale.
Il boss si scoprirà e ricoprirà a ripetizione e basterà colpirlo nei momenti di magra dopo che ha compiuto i suoi attacchi.
Drop:
- 26.000 anime
- Anima del Demone del Canto (creazione, da Straid: Frusta a macchie)
- Chiave del Vincolato
Lore:
La storia del Demone del Canto si intreccia con diversi personaggi minori di Dark Souls II. Leggendo la sua anima, ci viene detto che era stato rinchiuso nel Santuario di Amana perché aveva sviluppato un desiderio per la carne umana. Anni sono passati da quell’avvenimento, però, e le Sacerdotesse presenti nel tempio sono diventate vuote e quindi incapaci di contenere la bestia.
Una volta indisturbato, la rana malefica si è quindi posizionata in attesa di prede in un’area poco prima della Cripta dei Non Morti, un luogo di riposo che si avvicina all’idea di un cimitero molto reverenziale. Tutti sono i benvenuti, ma pochi arrivano effettivamente a destinazione. Il Demone del Canto ha infatti imparato a replicare la voce delle Milfanito che, come la desinenza del nome dovrebbe rivelare, sono donne create e incaricate dal Primo dei Morti (Nito del primo Dark Souls) di cantare e portare sollievo.
Poche Milfanito rimangono in vita, e una di queste giace davanti alla nebbia del Demone privata della voce: è un indizio che non può essere lei a cantare, ma qualcosa che si trova oltre la nebbia. L’imitazione è una pratica comune nel regno animale da parte dei predatori, sia acquatico che terrestre: basti pensare agli insetti, ai pesci abissali o anche agli uccelli, che riescono a imitare il verso dei loro fratelli per metterli in guardia da un pericolo.
Questo Demone è inoltre molto diverso da quelli del caos e, come il Demone della Cupidigia, parrebbe essere più il risultato di una corruzione. Nel suo caso, il desiderio di carne umana potrebbe alla lunga averlo trasformato nell’abominio che troviamo davanti i nostri occhi. Un altro essere che si è auto-imprigionato per un desiderio simile è il Vincolato, che si trova nella stanza più alta del Castello di Drangleic a guardia, suo malgrado, di una Milfanito. Alla sua morte, il Demone del Canto lascerà la Chiave del Vincolato, che è sia un’arma che un oggetto chiave con cui è possibile liberare il Vincolato dalla sua prigionia (uccidendolo) e liberare la Milfanito.
È evidente, quindi, come le due creature siano connesse e come il Demone del Canto potrebbe essere un’aberrazione nata da questo peccato. Quello che è sicuro è che ci troviamo davanti a una delle creature più intriganti di Dark Souls II, un vero lupo travestito da agnello.