Come difendersi dalle guide contro i videogiochi

La Ludopatia non è un gioco e non va sottovalutata

Ogni tanto credo di soffrire di Maladaptive Daydreaming, ovvero credo di sognare a occhi aperti; mi capita sempre più spesso navigando su internet quando googlando in giro per la rete, trovo articoli bizzarri come “Ma gli elefanti volanti esistono? La risposta ve la diamo noi!” Mi è capitato anche in questi giorni quando ho letto un articolo del nostro Salvatore nazionale, no non Salvatore Sirigu, ma bensì Salvatore Aranzulla intitolato “Come disintossicarsi dai videogiochi”.

Chiaramente stavo sognando a occhi aperti, perché non voglio credere che siamo davvero arrivati a questo punto per due visual in più.

Salvatore Aranzulla

Ora non me ne vogliate, il rispetto per Salvatore Aranzulla è tanto, visto che ormai è la risorsa d’aiuto numero uno per il popolo italiano neanche fosse il 118; però mi spiegate perché fare una guida sulla “disintossicazione da videogiochi” quando chi ne soffre ha necessità di cure ben più importanti di un semplice “blocca i download dallo store del tuo smartphone”. Il rispetto prima di tutto ed è proprio in questo che  la guida in questione pecca, minimizzando quello che di fatto non è un semplice problema, ma una spada di Damocle pendente sulla testa e pronta a sibilare lungo il capo dello sfortunato affetto da Ludopatia.

Sì perché la Ludopatia, che nelle sue svariate forme è ormai riconosciuta come una malattia di grave entità in diversi paesi del mondo e dall’OMS, non può essere trattata superficialmente da un ghost writer del Signor Aranzulla, non tanto perché per la solennità del problema questo non debba essere fatto, ma perché in un momento come quello attuale le persone non hanno bisogno di articoli pieni di insensibilità, al massimo avrebbero bisogno di vicinanza e affetto. Non è di certo con “la partecipazione alle fiere” o con “il controllo del tempo delle ore dedicate alle app di giochi su iOS e Android” che si curano malattie o si aiutano le persone a metabolizzare un problema.

Salvatore Aranzulla

Per questo motivo non solo mi sento di condannare l’articolo in sé, ma condanno anche il mancato filtro che in ogni testata giornalistica o portale con grande cassa di risonanza dovrebbe avere al fine di educare l’utenza per non riempirla di cattive informazioni. Per fermare questo trend negativo dunque e anche per mostrare come in maniera goliardica con le parole si possano creare danni maggiori che coi fatti, vi consigliamo come bloccare le guide tossiche sui videogiochi come quella proposta da Aranzulla. Ecco come fare:

  • Dopo aver aperto il proprio Browser preferito (Firefox o Chrome) per bloccare un sito è necessario installare l’estensione BlockSite. Una volta aperta l’app ci basterà scrivere il nome del sito che si vuole bloccare e quindi dare l’ok.
  • Su Internet Explorer invece si può effettuare l’operazione attraverso un servizio di default. Per farlo basta aprire il browser e andare su Strumenti. A questo punto andare alla voce Sicurezza e poi selezionare sull’icona rossa che indica i siti da bloccare. Una volta fatto dovremo inserire manualmente i siti web da bloccare, e poi dare l’ok.
  • Per quanto riguarda i dispositivi con supporto a iOS invece basterà creare una black-list all’interno della funzione di Parental Control inserendo manualmente i siti da bloccare.
  • Sui dispositivi con supporto ad Android invece sarà meglio utilizzare una applicazione che ci permetta di modificare il file host di conseguenza utilizzare un’applicazione come ES File Explorer potrebbe essere la soluzione adatta.

Salvatore Aranzulla


Durante i moti del ’68 sui muri dell’Università de Nanterre veniva scritto in Inglese “Fate l’amore, non fate la guerra”, seguendo dunque questa filosofia vi ricordiamo che non vogliamo che blocchiate nessuno, ma vogliamo che realizzate che la goliardia, la superficialità e la noncuranza dei dettagli o la mancanza di tatto spesso nasconde ignoranza e l’ignoranza è il più grande seme alla base delle radici del caos.

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