Un futuro dorato per AMD Threadripper sotto Zen 2
AMD ha corretto i vizi architetturali delle precedenti famiglie di Threadripper. Grazie a Zen 2 i problemi legati alla latenza elevata sembrano corretti.
Se non lo avete ancora fatto, leggete l’analisi Gamesource sulla massiccia presentazione AMD. In parte questo articolo estende alcuni concetti sulla architettura Zen 2 e sulla soiluzione multi-die AMD per lo scaling di CPU.
Con Zen 2, AMD ha abbandonato l’approccio multi-die approach dei propri processori Threadripper di prima e seconda generazione e degli EPYC di prima generazione, spostando la connettività I/O ed i controller di memoria su di un chip singolo che rimane separato dall’insieme dei dies della CPU. Prima di Zen 2, i processori Threadripper ed EPYC avevano i propri controller per I/O e accesso alla memoria suddivisi tra ciascun processor die, aggiungendo ulteriore latenza la mix qualora i cores della CPU avessero richiesto dati dai devices di memoria e/o I/O connessi ad altri chip. Il risultato netto sarebbe stato rappresentato da caratteristiche prestazionali quantomeno strane da interpretare sulle piattaforme server e HEDT AMD.
Mentre il Threadripper originale e la serie EPYC sono unità molto efficienti, presentano tuttavia agli utenti di PC una miriade di problemi legati al timing, il che comporta prestazioni degradate in alcuni scenari particolari. In breve, accadeva che talvolta il processore Threadripper di prima o seconda generazione non si comportasse come ci si attenderebbe da una CPU con quel numero di cores. Proprio questo comportamento si è cercato di correggere con Zen 2.
Con Zen 2 AMD ha dimostrato quanto un processore multi-die sia efficiente limitando al massimo lati negativi. Intanto in nessun caso i processori Zen 2 si comportano peggio dei Ryzen single-die di seconda generazione: si tratta di uno dei punti principali legati alla QA (QUality Assurance): se la sezione nuova provoca un degrado delle prestazioni rispetto alla vecchia, tale sezione va eliminata o corretta. Con il Threadripper di terza generazione, i vantaggi vengono ulteriormente amplificati, dal momento che AMD sembra aver ascoltato (e corretto) molti dei problemi segnalati in un unico nuovo progetto.
A differenza dei processori Threadripper precedenti, i Ryzen 3rd Generation/Zen 2 Threadripper utilizzeranno un singolo memory controller unificato su un die di memoria separato per l’I/O/, come mostrato da AMD con il processore Zen 2 EPYC. Ciò consentirà il rilascio di un setup con quad-channel memory setup, avente le stesse latenze di memoria su tutti i cores CPU, qualcosa che sarebbe stato impossibile ottenere sulle precedenti soluzioni multi-memory controller. Questo risolve i problemi di accesso alla memoria che hanno afflitto i sistemi Threadripper, rendendo l’odierno Threadripper esattamente ciò che dovrebbe essere: una versione più potente nell’offerta AM4 , che non presenta alcun problema di performance. A carico magari di un pizzico di occupazione di banda in più, come spiegato nell’articolo precedente.
Concludendo, ricordiamo che l’articolo è basato principalmente sulla nostra conoscenza di Zen 2. Occorre tuttavia ricordare che gli avanzamenti architetturali di AMD consentiranno all’azienda di creare sistemi HEDT ai limiti dell’incredibile già nel prossimo futuro, anticipando con ogni probabilità le mosse di Intel.