Kit MAONO microfono PD100X e mixer Maonocaster G1 Neo RECENSIONE
Un kit essenziale ma più che efficace per la gran parte delle tue necessità di recording e streaming amatoriale
Non c’è molto che potesse riportarmi nelle lande del tech di questo sito, non sicuramente per una review, ma Maono ha ben pensato di farmi cambiare idea e di spingermi non solo a recensire un prodotto, ma addirittura a esserne straordinariamente soddisfatto.
Sto parlando della tripletta di prodotti Maono che, onestamente e a mani basse, posso consigliare ciecamente a chiunque voglia un buon kit per iniziare a registrare podcast, audio per contenuti video, o anche solo migliorare la qualità del proprio streaming su Twitch e dintorni. Per un assaggio diretto della qualità audio di cui il microfono è capace, basta che vi recuperiate l’ultimo episodio di Sourcecast (a portata di link) o anche solo le live finali del Summer Game Fest… ma partiamo dall’inizio
Kit MAONO microfono PD100X e mixer Maonocaster G1 Neo RECENSIONE
Personalmente, soprattutto per colpa della mia lontananza dal mondo audio se non per mera necessità lavorativa, ma dall’altro lato sempre alla ricerca di un valido upgrade al mio setup, non avevo mai incrociato direttamente Maono come brand, ma non c’è voluto molto per capire che la mancanza era assolutamente mia.
Maono (“visione”, in Kiswahili) ha poco meno di un decennio di storia alle spalle, ma grazie al suo focus unico sulla creazione di prodotti audio nati PER la creazione di contenuti, ha un’aggressività che apprezzo, verso la sua missione: ad aggiungere qualità alla forza di volontà c’è un altro aspetto che condivido a livello creativo, ossia il fatto che tutto il design, la ricerca e sviluppo e infine la produzione fisica dei dispositivi è interna, in casa o attraverso vari partner regionali.
Non siete qua per leggere dell’origine di un’azienda, però, quindi andiamo ai prodotti veri e propri. Parto proprio dal microfono, il PD100X.
MAONO PD100X | Qualità audio e gli RGB che mai davvero guastano
Provenendo da microfoni solamente USB non ho mai provato il piacere di avere e registrare su un XLR, e il MAONO PD100X è il modo più semplice per farlo, grazie ad una facilità d’installazione e d’uso che mi è impossibile non premiare e apprezzare.
Nella confezione troverai infatti
- il microfono PD100X
- un cavo USB A&C – USB C, necessario al collegamento solo USB, se lo si vuole, e all’utilizzo degli RGB presenti nella scocca del microfono
- un manuale utente
- lo stand per il microfono
Impatto estetico e UX iniziale
Esteticamente, il primo impatto con il Maono PD100X è stato abbastanza positivo: dico “abbastanza” perché la parte inferiore del microfono, subito sotto il filtro antivento, è costituito da un piccolo tubulare in plastica che, al tatto, può risultare un po’ economico. L’impressione è per lo più mantenuta dal resto del microfono, in particolare dalla manopola 2-in-1 posto in mezzo al tubulare in plastica. La ricerca dei materiali in questo caso non è la priorità, per il Maono PD100X, quindi è stata una stortura i cui effetti non sono durati molto, ma è qualcosa che ad onor di cronaca va detto.
Parlavo di facilità di installazione e infatti, una volta piazzato sul suo stand, il collegamento via USB del Maono PD100X è immediato, il jack cuffie da 3.5 mm è posizionato a dovere e sono subito visibili il tasto per l’attivazione e la “rotazione” tra i vari programmi RGB (posto sotto il microfono), la manopola 2-in-1 (posta invece posteriormente e utile ad abbassare sia il gain che l’output alle cuffie) e il tasto mute (purtroppo solo touch e non tasto effettivo, scelta che non condivido troppo in fatto di UX e responso di funzionalità, e che mi ha portato a molti mute accidentali dei quali mi sono reso conto sempre troppo tardi).
Ovviamente sono un bambino, quindi la prima cosa che ho voluto provare è stata proprio la corsa della manopola, buona pur se mancante di “step” che avrebbero reso l’utilizzarla sia un piacere maggiore che un’esperienza più tecnica; subito dopo ho acceso l’RGB che, come vedremo anche nel Maonocaster G1 Neo, ruota fra l’arcobaleno – dinamico e che copre l’intero spettro RGB e i singoli colori statici (arancione, verde, blu, viola), con uno “stato” finale spento. Sia chiaro, nulla che fa urlare al capolavoro, ma sono degli RGB e “fanno” i colori, quindi direi… missione compiuta.
Funzionalità USB
Già solamente collegato con l’USB, la qualità di registrazione del pattern cardiode del PD100X è non solo palese, ma talmente buona da far velocemente sgonfiare le preoccupazioni emerse per i dettagli estetici che ti raccontavo poco prima. Non smetterò mai di apprezzare la qualità di un microfono plug-and-play, e questo Maono PD100X lo è assolutamente: zero software da scaricare, zero sbattimenti. Si collega, si registra, e via.
Con una Bit Depth di 24-bit siamo relativamente nel mid range di quanto il panorama audiofilo può offrire, ma siamo anche assolutamente alti per quanto riguarda i setup di recording necessari e sufficienti per lo streaming. Stesso discorso per il Sample Rate da 48 kHz, ottimo per il contesto dello streaming e della registrazione audio non professionale: considera infatti che il Sample Rate standard per l’audio consumer è 44.1 kHz, e che i 96 kHz e i 1922 kHz si usano solo per determinati livelli di archiviazione di suoni. 24-bit e 48 kHz sono quindi perfetti per l’utilizzo che questo PD100X si prefissa di soddisfare.
Il range del gain, che va da 0 a +42 dB è sufficiente a poter tenere il microfono a una ventina di centimetri dalla faccia senza perdere output e dettagli (l’importante è che la punta sia diretta verso la nostra bocca e non verso il soffitto), e la comodità di poter collegare le cuffie direttamente alla base del microfono restituisce un ottimo 1:1 dell’effettivo output di suono che il microfono sta ricevendo.
PD100X risponde serenamente anche alle tante necessità di multicompatibilità, ed è possibile utilizzarlo su PC, smartphone e console, anche grazie al cavo 2-in-1 incluso nella confezione. Se le potenzialità USB del Maono PD100X sono già ottime, è ora di dedicare qualche paragrafo al secondo elemento del kit, trampolino che rende il microfono uno strumento ancora più potente, o che, meglio ancora, ne crea attorno un’interessante ecosistema (se ti serve anche un router adatto per il gaming, ti rimando ad un ottima recensione di Andrea).
Maonocaster G1 Neo | E l’audio diventa “pro”
Il Maonocaster G1 Neo è un mixer che rappresenta, a detta di Maono, l’ultimo step della serie Maonocaster, una delle prime lanciate dal brand. Il percorso di crescita di questo mixer si vede e si nota, questa volta anche e soprattutto a livello estetico, prima ancora che tecnico.
Dato che è necessario, iniziamo con un rapido recap di cosa si trova nella confezione del Maonocaster G1 Neo:
- il mixer stesso
- un cavo USBA-USB C
- il mai dimenticato manuale utente
- un cavo audio TRS da 3.5 mm
Impatto estetico e UX iniziale
So che te lo anticipavo, ma le “paure” insorte con l’aspetto più plasticoso del microfono, qui dimenticale: il Maonocaster G1 Neo è un prodotto di qualità ANCHE a livello visivo. Con la sua scossa di plastica rifinita, le sue dimensioni molto contenute (circa 16cm*13cm*5cm), i suoi tasti morbidi al tatto e ben leggibili grazie all’alta leggibilità del font, e una particolare attenzione al feel tattile degli slider e delle manopole, Maonocaster G1 Neo è una delle esperienze più premium che ho provato di recente in fatto di mixer audio.
L’installazione del mixer è piuttosto intutitiva se un minimo di linguaggio visivo tech lo si parla, e solo la doppia uscita USB C potrebbe confondere chi non sa che il G1 Neo ha funzionalità phantom power di fabbrica (significa che il cavo XLR fornisce anche energia al mixer, che quindi non ha vero bisogno del collegamento USB C), ma solo attraverso il collegamento a 48V, attivabile (con il giusto microfono e cavo) con un tasto posto superiormente al mixer.
Il tasto d’accensione è posto sul dorso, accanto ai vari input-output dei cavi, unica nota dolente per quanto mi riguarda: un suo posizionamento frontale, ugualmente discreto, avrebbe concentrato la totalità dell’interazione proprio sulla sezione superiore/frontale del mixer, evitando anche quell’intenso spostamento del mixer nel momento in cui si spinge sul tasto d’accensione (il mixer non è abbastanza pesante da non essere spostato dalla spinta).
Il lato superiore/frontale del Maonocaster G1 Neo è invece puro spettacolo degli ADHD come me. Sulla sinistra ci sono due slider, dedicati a input microfono e input suono, con i relativi tasti mute subito sotto e con le opzioni 48V e connettività bluetooth dei quali il G1 Neo dispone. Purtroppo non ho avuto modo di sperimentare con il 48V (adatto solo ai microfoni a condensazione, categoria alla quale il PD100X non appartiene), ma la connettività Bluetooth fa quel che ci si aspetta e rimane una feature comoda ma limitata a determinati casi d’uso piuttosto specifici.
A destra abbiamo invece 9 tasti e 3 manopole: i primi sono dedicati alla riduzione del rumore (spenta, bassa o alta, il tutto indicato ovviamente dal led posto dietro il tasto), all’attivazione del modificatore di voce (un po’ gimmicky ma divertente in determinate situazioni), al monitoraggio diretto dell’output del microfono collegato via XLR, all’attivazione della funzionalità Sidechain (che quindi abbassa il volume della musica nel momento in cui iniziamo a parlare, ottima per la registrazione di podcast o per le sessioni di streaming), all’attivazione e ciclo fra programmi RGB (simili a quelli del PD100X) e infine ad una intessante feature dedicata alla registrazione e riproduzione di suoni personalizzati (di massimo 20 secondi e registrati direttamente tramite il G1 Neo).
Infine le manopole sono dedicate al gain del microfono (regolabile quindi anche dal mixer e non solo dal microfono), all’effetto riverbero per la voce (che, ti confesso, ho usato diverse molte anche solo per rendere ciò che narravo più teatrale) e al volume per l’output alle cuffie. Il feel dei tasti è buono, ma quello degli slider e delle manopole rimane il migliore, con il giusto grado di resistenza allo slide o alla rotazione, e un buon effetto tattile del materiale scelto.
Funzionalità
Te l’avevo anticipato: il G1 Neo è IL modo di elevare l’esperienza di registrazione. Alcune delle feature presenti, lo ammetto, non si adagiano troppo alla mia esperienza d’uso (il voice changer in particolare), ma l’equilibrio fra professionalità e giocosità, in questo mixer, è palese e ottimamente calibrato. L’utilità dello slider per la musica e del muto per il microfono non hanno davvero prezzo, e la possibilità di regolare gain del microfono e output alle cuffie in un secondo o due è semplicemente comodo ed efficace.
Perfino il modo in cui il logo è piazzato indica la qualità di un prodotto che ha visto molte iterazioni prima di arrivare ad essere prodotto, ed è un insieme di aspetti estetici, tecnici e d’utilizzo che fanno di questo G1 Neo un acquisto quasi obbligato.
È anche e soprattutto la UX ad essere al centro di come questo mixer è stato pensato: ogni tasto funzione restituisce infatti un feedback audio sul fatto di essere attivo o meno (una voce in cuffia è più che sufficiente ma non è da considerare scontata, in un contesto nel quale la UX viene solitamente dimenticata o lasciata in secondo piano), il “linguaggio” degli RGB è facile da capire e permette davvero, con un colpo d’occhio, di capire cosa è attivo e cosa no sul mixer, altro particolare che sicuro titilla il me designer ma sopratutto fa felice la parte di me che vuole immediatezza in molti dei dispositivi che usa (e, spoiler, non sempre la trova).
Come chiudere in bellezza? Il boom arm BA92!
All’inizio dell’articolo ti ho parlato di un kit da streaming, no? Beh, come ogni torta che si rispetti, c’è bisogno di una ciliegina, e in questo caso il boom arm BA92 è assolutamente il modo di chiudere le danze con un bel mic drop (aspetta, non intendevo letterale!).
Non possiamo davvero parlare di kit streaming senza un vero supporto “da streamer” per il microfono, no? Il BA92 fa proprio questo. Ancora più ricerca dei materiali rispetto al Maonocaster G1 Neo (qui è tutto metallo), ancora più comodità d’installazione e d’uso, e totale ed ovvia compatibilità con il PD100X.
Fissabile alla scrivania con un perno contenente due cuscinetti morbidi che quindi non rovinano la superficie alla quale decidiamo di fissarlo (necessario quando il braccio stesso pesa 2 kg), il BA92 è costituito da un braccio rigido e uno semovente: mentre il rigido, lungo 30 cm, permette una rotazione a 360° sull’asse verticale, il semovente da 36 cm ha anche la possibilità di essere inclinato verticalmente (circa 60° di apertura massima dal piano del braccio rigido).
La comodità del primo braccio, quello rigido, mi era incerta al primo utilizzo e solo dopo un po’ di test è arrivato il momento eureka: dato che si distacca dalla superficie alla quale è fissato per poco più di 5 cm, è perfetto per essere piazzato dietro il monitor, lasciando liberi i lati della scrivania, solitamente già troppo sacrificati fra braccio e PC.
Il secondo braccio termina in un perno, ruotabile a 360° sull’asse verticale, al quale si fissa il microfono: anche in questo la comodità della rotazione libera del perno che fissa il microfono mi si è palesata solamente dopo aver spostato il braccio in diversi punti e a diversi gradi di inclinazione, stress test che mai hanno messo sotto pressione la versatilità del BA92. A chiudere il cerchio di perfezione c’è la possibilità di far scorrere i cavi direttamente nel corpo di ognuna delle due braccia, feature perfetta per tutt* quell* di voi che prediligono l’eleganza del cable management al delirio che invece io perseguo nella mia gestione dei cavi.
Maono PD100X, Maonocaster G1 Neo e boom arm BA92 rappresentano fondamentalmente il pacchetto perfetto, da regalare o da comprarsi, per una postazione audio da streamer che non sacrifica la qualità (sicuramente tecnica, in 2 casi su 3 anche estetica) all’altare dell’economicità. Comodità d’uso, immediatezza, velocità d’installazione, e la facilità di un ecosistema “già pensato” sono valori che non sempre si manifestano di fronte alle spese che facciamo, e che invece qui Maono mette sul piatto con sapienza e capacità.
Insomma, con circa 200€ (200$ totali sullo store Maono, qui il link al kit audio e al braccio, con spese di spedizione attorno ai 5$) Maono ti permette di portarti a casa un kit con il quale registrare in tranquillità e andare in live con professionalità, il tutto condito da una UX fra le migliori da me esperite di recente in questo contesto.