Steam vs Epic Store: Guerra di esclusive
La concorrenza fa bene dicevano, ma in questo caso gli utenti ci guadagnano qualcosa?
Sono passati poco meno di tre mesi dall’annuncio dell’ultimo minuto, scioccante per molti videogiocatori, sull’esclusività di Metro Exodus su Epic Games Store e la conseguente esclusione del titolo dal catalogo Steam. Seppur si tratti di esclusive temporanee, sono in aumento i titoli di richiamo che su PC saranno giocabili esclusivamente sul Client Epic. Quella che si è ben presto delineata come una guerra fredda, se non glaciale, tra il colosso indiscusso del commercio videoludico su PC e il neonato Epic Games Store (lanciato il 4 Dicembre 2018) si accende ogni giorno di nuovi annunci di esclusive, polemiche e commenti al vetriolo.
Paradossalmente, in un momento storico dell’industria in cui i maggiori competitor del mondo console cercano di estendere i loro servizi a più piattaforme possibili, mentre si affaccia l’ombra mastodontica di Google con Stadia, il dualismo Steam vs Epic Games Store ricorda in parte le ben note console war in cui a suon di accordi e royalty vantaggiose i colossi dell’industria si assicurano esclusive che fanno esultare i propri fan.
Tuttavia, in ambito PC la situazione è decisamente più complessa e delicata come dimostrano le tante manifestazioni di dissenso da parte di chi fruisce, in definitiva, del titolo oggetto dell’esclusiva: i videogiocatori.
Dal bombardamento di recensioni positive su Steam per Metro Exodus, all’indomani dell’annuncio di esclusività su Epic Games Store, si arriva di recente alle innumerevoli recensioni negative sui capitoli di Borderlands presenti sul Client di Valve. Gearbox non ha preso bene la cosa, come si è evidenziato da diversi tweet di Randy Pitchford CEO dello Studio, e ha chiarito che le decisioni sono tutte prese dal publisher, in questo caso 2K / Take Two. Proprio così, i publisher stanno facendo migrare i prossimi titoli sull’Epic Games Store per una questione esclusivamente economica: a fronte del 30% di commissioni sulle vendite di Steam c’è un molto più conveniente 12% richiesto da Epic Games Store per le esclusive.
La scelta sembra dunque semplice, minore la commissione maggiore è il guadagno per il publisher e gli sviluppatori, ma il giocatore che vantaggio trae?
Fatte le dovute premesse sulla contrapposizione che sta recentemente caratterizzando il mercato videoludico su PC la riflessione qui presentata è nata dall’esperienza diretta come videogiocatore, seguita a ruota da quella di redattore, del sottoscritto. Recentemente ho avuto l’onere e l’onore di recensire Close to the Sun, nuovissimo lavoro dei nostrani Storm in a Teacup. La distribuzione in esclusiva sull’Epic Games Store mi ha fatto rispolverare, o meglio scaricare nuovamente, il Client di Epic su cui mi ero registrato a inizio anno per fare una sortita di prova su Fortnite (installato e, non me ne vogliano gli appassionati, ben presto disinstallato a seguito di due disastrose partite concluse con un poco onorevole rage quit).
Prima di esplorare le grandi sale della mastodontica nave Helios sono dovuto necessariamente transitare per i corridoi del Client Epic di cui ricordavo un’interfaccia molto semplice (negozio, biblioteca, amici, impostazioni ecc.) e di cui prevedevo, a distanza di alcuni mesi, e soprattutto dopo la migrazione di massa di chi aveva acquistato Metro Exodus, un corposo aggiornamento che avrebbe arricchito o perlomeno completato le funzionalità ormai quasi d’obbligo.
Probabilmente essere utilizzatore abituale di Steam da tanti anni ha fatto sì che il mio secondo approccio al Client di Epic fosse piuttosto titubante e prevenuto. E infatti, tralasciando alcune mancanze a livello di UI, una volta scaricato e installato Close to the Sun mi sono trovato di fronte a diverse problematiche, non solo come giocatore ma anche come redattore per un sito videoludico, e che nulla avevano a che fare con il lavoro di Storm in a Teacup. Il maggiore disappunto del sottoscritto è stato causato dalla mancata possibilità di effettuare screenshot in-game come avviene su Steam con il canonico F11. Inoltre non vi è alcuna possibilità di richiamare l’interfaccia del Client per messaggiare con un amico o, ancora meglio, visitare l’hub del titolo per avviare in tempo reale una discussione con altri utenti o cercare, perché no, un aiuto in caso di stallo durante il gioco. Sono tutte cose di cui possiamo usufruire tranquillamente anche su console e che rendono Steam un vero e proprio sistema operativo videoludico su PC.
Per questo mi chiedo, possono alcuni titoli gratuiti e in esclusiva decretare il successo di un Client nonostante queste mancanze? L’industria videoludica si cura di cosa può rendere migliore l’esperienza di gioco per gli utenti?
Molto semplicisticamente la discussione si potrebbe ridurre a drastiche sentenze sul fatto che i soldi, così come muovono la società odierna, influenzano nettamente le scelte di publisher e developer senza se e senza ma. Allora ben vengano gli accordi commerciali più vantaggiosi ma che siano accompagnati da strumenti idonei e che non facciano rimpiangere altri Client dove, a fronte di commissioni ben maggiori, publisher e developer sanno per certo che l’utente potrà giocare, confrontarsi e vivere un’esperienza di gioco decisamente più appagante sotto diversi punti di vista oltre al gameplay in sé.
La mia non vuole certamente essere una dissertazione pro Steam e pro Valve, con cui ormai intrattengo un rapporto di amore e odio, ma vuole semmai essere una constatazione di come il PC gaming sia cambiato negli ultimi anni e di come sia ormai palese che determinati strumenti debbano essere presenti in quella che è l’anticamera del gioco acquistato. Certamente questa non è una condanna in via definitiva, in considerazione della giovanissima età di Epic Games Store a fronte di uno Steam attivo fin dal 2003 sui PC Windows, ma si tratta piuttosto di un monito e una speranza.
Perché se è vero che la concorrenza fa bene è altrettanto vero che un alto numero di utenti non soddisfatti può facilmente decretare il prematuro declino di una piattaforma.
L’industria videoludica su PC ha fatto balzi da gigante negli ultimi anni grazie a Steam e, speriamo, ne farà ulteriori grazie a Epic Games Store che, con la sua formula dei titoli gratuiti e le sue recenti esclusive acquisite, potrebbe rubare una buona fetta di mercato al colosso Valve. A questo punto, non ci resta che attendere e vedere con i nostri occhi se Epic sarà in grado di attrarre gli utenti non solo per le esclusive ma anche tramite l’integrazione, con sufficiente tempismo, di feature essenziali per appagare i videogiocatori e non solo i publisher e i developer, sempre più invogliati ad andare in questa direzione dai maggiori introiti commerciali offerti da Epic. E voi, cosa ne pensate dell’attuale tensione creata dal dualismo Steam e Epic Games Store con questa guerra di esclusive attualmente in corso?