Salvare il clima con un videogioco? È possibile
Abbiamo il dovere di fornire il nostro contributo.
Si chiama Mission 1.5 ed è un videogioco che studia come salvare il clima del nostro pianeta. Ho appreso, attraverso un articolo pubblicato sul blog di Beppe Grillo, che le Nazioni Unite, nell’ambito del programma UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo), hanno realizzato un ambizioso progetto. Per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione del surriscaldamento globale è stato realizzato un gioco online in cui ognuno di noi si toglie i panni di gamer e diventa un responsabile di politiche climatiche. Il gameplay di Mission 1.5 prevede studiare le varie problematiche ambientali presenti nel mondo, con l’unico scopo di mantenere il sovrariscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi celsius.
“Insieme ai partner del settore pubblico e privato, abbiamo la possibilità, con questa campagna, di mettere in contatto milioni di persone con i loro governi in una innovativa discussione a due vie sulle soluzioni alla crisi climatica, e di aumentare l’ambizione in vista dei colloqui sul clima della COP26 che si terranno a Glasgow nel corso di quest’anno”.
Queste sono le parole di Achim Steiner, amministratore dell’UNDP, in occasione del lancio di questo nuovo progetto delle Nazioni Unite.
Il divario tra l’opinione pubblica e l’azione dei governi sta pericolosamente aumentando sempre di più. Non parliamo solo di Greta Thunberg ma anche dell’ondata di scioperi che ha interessato il settore scolastico e le proteste di massa, talvolta sfociate in episodi violenti, che si sono riverberate nel mondo. Al termine del nostro incarico temporaneo come responsabile delle politiche climatiche, Mission 1.5 richiede una nostra partecipazione vera, votando su delle decisioni chiave che secondo noi possano servire per migliorare il clima nel mondo. Gli esiti dei sondaggi diventeranno una vera e propria materia di studio e diverranno una fonte affidabile e autentica. Al momento, il videogioco Mission 1.5 è disponibile in lingua araba, cinese, inglese, francese, russo, francese e spagnola. Non è escluso che in un futuro prossimo arrivi anche una versione in italiano.
“Il gioco è uno dei mezzi più potenti del nostro tempo per educare, sensibilizzare e incoraggiare l’azione sulle principali questioni globali. Lavorare con l’UNDP per sbloccare il potere del gioco per una delle questioni più pressanti del nostro pianeta – il cambiamento climatico – è stato incredibilmente eccitante e il fatto che le voci della gente saranno ascoltate attraverso il gioco, per avere un reale risultato mondiale di essere ascoltati dai leader mondiali, dimostrerà davvero che il gioco può essere una potente forza di cambiamento nel mondo di oggi”.
Le parole di Jude Ower, Fondatore e CEO di Playmob, azienda che ha contribuito allo sviluppo di Mission 1.5, sono come “musica per le nostre orecchie”.
Il videogioco, un medium senza confini
Jude Ower scrive quasi una lettera d’amore nei confronti dei videogiochi. Egli professa il valore intrinseco del medium come perfetto educatore, sensibilizzatore e motivatore. Attraverso il gioco si impara, questo lo sappiamo tutti. Impariamo i numeri e le lettere giocando quando siamo bambini. Ma un videogioco può avere la forza di aprire le menti su argomenti di attualità ed essere in grado di trascinare masse di persone?
Mission 1.5 è un bel banco di prova per il mondo dei videogiochi. Sarebbe bello se ogni videogiocatore, senza alcuna distinzione di età, estrazione culturale, sesso e religione fosse chiamato a prendere delle decisioni attraverso un gameplay. Chi lo sa, magari succederà o magari è già successo a nostra insaputa. Forse siamo stati dei beta tester per qualche decisione governativa giocando a Metal Gear Solid sulla prima storica PlayStation, oppure siamo stati utilizzati come delle piccole cavie in Ancestors: The Humankind Odyssey, per attingere alla nostra memoria latente e primitiva.
Fantasie di un povero folle che ama alla follia i videogiochi e che ha sempre creduto che questo sia il medium perfetto per trasmettere un messaggio. Se ci fate caso ogni videogioco che ha fatto parte della nostra vita ci ha lasciato qualcosa, un segno, un ricordo, un momento o una sensazione. Se questo miracolo è accaduto allora vuol dire che i videogiochi sono in grado di fare quello che Jude Ower e Achim Steiner sostengono. Loro possono cambiare il mondo. Noi possiamo cambiare il mondo con un videogioco, non solo il clima.