Zombie Army 4: Dead War – Recensione
Nonostante sia passato tempo immemore dalla sua pubblicazione, Left 4 Dead resta uno dei capisaldi ludici dell’epoca moderna. Veloce, fresco, incredibilmente divertente nella sua ripetitività e incentrato su di una cooperazione ragionata seppur rapida e indolore: entra in lobby, vai dal punto a al punto b e nel frattempo massacra tutto ciò che si muove. Questa formula ha dato il via a un vero e proprio filone ludico, costola “chirurgica” dei classici shooter in stile CoD che, sempre più spesso, offrivano un comparto singolo e cooperativo.
Zombie Army 4: Dead War, in questo senso, segue esattamente questo percorso: la saga, iniziata dapprima come modalità extra della serie focale di Rebellion,Sniper Elite, ha ben presto iniziato a essere parimenti giocato e seguito come la campagna a unico giocatore.
Un seguito così grande, con una formula non troppo dissimile da quella che Valve confezionò per il suo personale omaggio ludico al mondo sempre in putrefazione dei non morti, convisse gli stessi dev a renderla una saga a sé stante, separata ma non troppo da Sniper Elite. Zombie Army 4: Dead War, ultimo (e per certi versi primo) capitolo della saga, è probabilmente l’emblema di come un filone ludico a sé stante si crei completamente e inaspettatamente dal “niente”.
Negli anni, però, Rebellion non è riuscita completamente a rinnovare la saga, che ha sostanzialmente offerto le stesse movenze ludico-meccaniche con novità tutto sommato trascurabili. Riuscirà Zombie Army 4: Dead War a scrollarsi di dosso la polvere? Scopriamolo con la nostra recensione!
Zombie Army 4: Dead War è uno sparatutto in terza persona a tema zombiesco, pesantemente influenzato dai classici crismi inaugurati una decina d’anni fa da Left 4 Dead. Il titolo, come già fatto dai suoi predecessori, si baserà notevolmente sull’ultimo capitolo della saga Sniper Elite sopratutto per quanto concerne ambientazioni, armi e in modo meno netto, avvenimenti narrativi pur mantenendo il solito rapporto di “indipendenza-dipendenza” meccanico-ludica che le due saghe parallele hanno costantemente mantenuto nel tempo. Come accaduto più o meno similmente negli altri capitoli, recentemente rimasterizzati e inclusi in una raccolta disponibile per la current gen, in Zombie Army 4: Dead War ce la vedremo con un esercito di non morti nazisti, i quali devastano l’Europa nonostante Hitler, in versione non morta e leader di questo esercito sovrannaturale, sia stato definitivamente sconfitto durante gli eventi narrati nella trilogia.
Questa volta però troviamo quella che assume sempre più le connotazioni di una vera e propria campagna, con tanto di trama (sorprendentemente piacevole nella sua semplicità), missioni correlate e quant’altro. Il tutto condito in una salsa tendenzialmente “sopra le righe”, non troppo distante da alcuni classici B movie a stelle e strisce americani, con situazioni e linee di conversazione tragicomiche che cozzano, in modo sufficientemente gradevole, con l’estetica “realistica” complessiva.
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Naturalmente, il centro ludico del titolo è ovviamente la campagna cooperativa a quattro su cui il gioco si fonda: ogni singola missione è suddivisa in diverse fasi ma solitamente si permane in una zona geografica limitata per raggiungere determinati obbiettivi, affrontando orde di zombie con la svastica che ci assaltano. Completati gli stage, approderemo alla classica safe house, in pieno stile Left for Dead, in cui potremo ripristinare la salute, riottenere munizioni e potenziare il nostro personaggio, il quale in base alla classe prescelta e compiendo azioni in gioco, potrà sbloccare differenti caratteristiche passive e/o attive.
Parlando dei protagonisti di quest’avventura “putrefatta”, all’inizio avremo la possibilità di scegliere fra quattro eroi disponibili (altri potranno esser sbloccati successivamente), ognuno dei quali possederà caratteristiche passive peculiari, in una sorta di tentativo di creare una differenziazione ruolistica fra i classici cliché (il tank, l’assassino, ecc…), seppur con alcune variazioni alla formula riadattate all’utilizzo, per la maggiore, di bocche da fuoco. Anche le armi, al momento non proprio tantissime a livello di diversificazione estetica, potranno essere potenziate a patto che si abbiano i necessari “upgrade kit”, oggetti che saranno ottenibili nel corso del gioco.
Ogni personaggio avrà altresì un loadout iniziale, composto da un’arma corpo a corpo, una bocca da fuoco di emergenza (solitamente una pistola), un’arma primaria e una secondaria. Nonostante l’inserimento di alcune caratteristiche di stampo ruolistico, seppur solo timidamente accennate, Zombie Army 4: Dead War potrà contare su di un arsenale di tutto rispetto e piuttosto variegato, fra cui compariranno anche armi con effetti elementali o di derivazione roleplay (come, ad esempio, armi in grado di curare). Il tutto naturalmente incorniciato dalla cura estetica e balistica che da sempre contraddistingue il prodotto ammiraglio della libreria di Rebellion, Sniper Elite, il quale renderà le cose più frizzanti specialmente ai livelli più alti di difficoltà o se si cercherà di ottenere un alto punteggio, il quale sarà la diretta emanazione del combinare diverse “attività” senza subir danno alcuno.
Oltre alla campagna, avremo la possibilità di intraprendere una classica modalità orda, in uno stile non troppo dissimile da quella inaugurato anni addietro da Gears of War: da un minimo di uno a un massimo di quattro giocatori, la modalità ci metterà duramente alla prova in mappe, riprese dalla campagna ma dal design modificato appositamente per il game mode, in cui affronteremo ondate via via più complicate di non morti, a cui dovremo utilizzare sfruttando non solo il piombo, ma anche trappole e la conformazione stessa della mappa. La modalità non apporterà grandi variazioni alla formula ludica sin qui descritta, ma risulterà lo stesso un ottimo diversivo e una gradevole aggiunta in grado di aumentare, la peraltro già piuttosto estesa, longevità complessiva del titolo di Rebellion.
Appena entrati in gioco, si noterà subito che lanciarsi a capofitto contro i non morti non è una saggia idea: negli stage infatti, saremo quasi sempre sopraffatti da una miriade di non morti e per questo dovremo ingegnarci per sopravvivere. A questo proposito verranno in nostro soccorso diversi elementi sfruttabili, quali barili esplosivi, pesi penzolanti e trappole di diverso tipo, da attivare e che diverranno sostanzialmente fondamentali per “gestire” le ondate di zombie via via maggiori non solo numericamente, ma anche qualitativamente. Nel gioco troveremo infatti zombie armati di lanciafiamme e gatling, oltre che aberrazioni corazzate o kamikaze pronti a farsi esplodere e arrecare danni ingenti al party. Se si considera che ai livelli più alti di difficoltà, il gioco attiverà in automatico il fuoco amico, si ha la cognizione della difficoltà piuttosto alta di Zombie Army 4: Dead War e, di conseguenza, della complessiva necessarietà di procedere a una reale cooperazione complessiva negli stage che affronteremo, in cui sarà necessaria comunicazione e strategia pena la sconfitta.
Gli stage che, oltre a un continuo affrontare orde su orde di non morti, offriranno i classici cliché del genere inaugurato da Valve: attivazione di interruttori e difesa di punti limitati della mappa, esplorazione (seppur contenuta) alla ricerca di elementi utili al conseguimento della specifica missione a cui andremo incontro. In linea di massima Zombie Army 4: Dead War sarà abbastanza vario e il multiplayer cooperativo coprirà “le vergogne” di un gameplay che in sostanza, è una sorta di mash-up fra i canoni della serie e alcune varianti introdotte da un altro titolo di Rebellion – Strange Brigade – dal quale eredita in modo netto alcune scelte meccaniche intraprese dallo studio britannico. Un male? Assolutamente no, ma un pizzico di sperimentazione aggiuntiva avrebbe sicuramente giovato.
Da un punto di vista più squisitamente tecnico, Zombie Army 4: Dead War sarà sicuramente gradevole seppur altalenante in tante questioni. Il motore grafico Asura, certamente valido e affidabile, mostra il fianco abbastanza visibilmente, a 360°, a causa di una certa, complessiva vetustà. A partire non solo dalle texture (meglio quelle dei personaggi, peggio quelle ambientali), ma anche da una certa imprecisione dei controlli, seppur millimetrica, ad alcune animazioni un po’ legnose e “forzate”, emanazione di un passato recente.
A ciò, si aggiungano alcuni cali di frame nelle situazioni a schermo più concitate, almeno per quanto concerne la versione PlayStation 4, in questa sede testata con la versione Pro dell’ammiraglia Sony. Naturalmente, questi limiti evidenti sono ampiamente mitigati da un costo del titolo quasi dimezzato rispetto alle produzioni Tripla A e, tutto sommato, da un reparto con qualche neo e che risulterà un po’ datato ma che, in sostanza, non inficerà poi grandemente il divertimento che il titolo riesce a offrire.
Zombie Army 4: Dead War è una sicurezza sia per chi il gioco lo conosce già, ma ancor di più per chi è alla ricerca di un cooperativo divertente e senza troppi pensieri, a un costo contenuto. Nonostante una formula rodata e dalla piacevolezza assicurata, il titolo Rebellion zoppica un po’ sul lato tecnico, al contempo non introducendo nessuna novità di peso rispetto al passato.
Pro
- Divertente, specialmente in cooperativa
- Piuttosto longevo
- Formula rodata e convincente...
Contro
- ... seppur non esattamente nuova
- Nessuna novità di peso rispetto ai capitoli precedenti
- Alcuni evidenti limiti tecnici