Zeno Clash – Recensione Zeno Clash
Con un nome che sembra uscito da un videogioco o da un anime giapponese di serie B, ecco arrivare Zeno Clash, primo titolo dell’indipendente Ace Team, titolo che con il Giappone non ha nulla a che fare. Come molti titoli indipendenti, anche Zeno Clash si propone con tante idee innovative e spunti di unicità ma con una longevità limitata e la mancanza di alcuni accorgimenti dovuti all’inesperienza del team. Comunque vedremo che questi due aspetti negativi non saranno sufficienti ad abbassare la qualità di un titolo rivelazione che garantirà, senza ombra di dubbi, una radiosa carriera ai 3 fratelli Bordeau ed agli altri componenti dell’Ace Team.
Non tutto è ciò che sembra
La prima componente veramente superlativa di Zeno Clash è l’ambientazione. Ci troviamo a ZenoZoik, precisamente ad Halstedom, ridente cittadina di fango e paglia. Dai primi secondi di gioco, o da qualsiasi screenshot, potrete notare che ZenoZoik ricorda vagamente l’ambiente preistorico di molti cartoni animati, volendo anche dei "Flinstones" ma, come capiremo durante lo scorrere della trama, questi luoghi nulla hanno a che vedere con la preistoria del nostro pianeta.
ZenoZoik è un mondo popolato da bizzarre creature, alcune umane, altre animali e soprattutto tante vie di mezzo. E’ un mondo selvaggio, difficile, dove l’unico insediamento umano di grandi dimensioni è la nostra città: Halstedom. L’apparente pace, l’ordine e la morale che tengono unita la città sono destinate ad essere stravolte entro breve.
E’ innegabile che l’impatto grafico di tutte queste ambientazioni è più che notevole. Il gioco non ricalca alcun altro titolo a noi noto e appare distinguibile in un attimo grazie alla sua colorata decadenza. I palazzi di fango, paglia e ossa, sono rifiniti in ogni dettaglio, con architetture strane e bizzarre, così come l’arredamento degli interni ed ogni ambientazione che andremo a visitare. Lo stesso dicasi di tutti i personaggi che spesso saranno adorni di ossa, pelli e decorazioni più o meno "di buon gusto".
Il filo conduttore che si riscontra continuamente procedendo nel gioco è quella sottile vena di pura follia, che attraversa trasversalmente il titolo. Non è la follia giocosa e colorata di tante ambientazioni non-sense e nemmeno quella apertamente deviata di tanti titoli horror. E’ la stessa follia che ritroviamo in tanti grandi classici del pc gaming, è quella follia che pare normale ma che quando la percepisci, arriva a farti paura. Pensiamo ad Mdk, a Sacrifice, volendo anche a Citizen’s Kabuto.
Un mondo perverso
I simbolismi, le allegorie e le metafore si sprecano in ZC. Molti potranno vederci una parodia del mondo moderno, guidato dalla pazzia, dove solo chi la insegue riesce a restare normale. La trama del gioco avrà una narrazione intrecciata e conterrà numerosi passaggi piuttosto oscuri in un primo momento ma che, finendo il gioco o riflettendo a posteriori, potranno essere più comprensibili. Non rivelo di più per non rovinarvi la storia ma vi anticipo che servirebbe una guida solo per capire la storia e tutti i rimandi che vi vengono fatti.
Il problema di tutta questa qualità è uno solo: la longevità. Il gioco risulta denso, pieno, sempre in evoluzione ma tutto questo si paga. Il gioco infatti non offrirà più di 6-7 ore di gioco all’utente medio, che scendono a 4 per i giocatori un po’ più sciolti. Nonostante questo, non mi sento di penalizzare più di tanto il gioco su questo aspetto perchè sono state le 4 ore di videogioco più divertenti dai tempi di Portal, gioco con cui ZC condivide numerosi aspetti.
Wilma, la clava
Veniamo, finalmente, al gameplay. Sebbene l’abbia lasciato in disparte fino a questo punto, ciò non significa che sia trascurabile. L’innovazione è presente anche qui in quanto ZC è nient’altro un beat’em up a scorrimento in prima persona. La definizione risulta forse un po’ forzata ma è utile per comprendere le dinamiche molto originali del gioco. Sebbene l’interfaccia e la visuale siano quelle tipiche degli FPS, vedremo sin da subito che con gli FPS hanno poco da spartire. I combattimenti corpo a corpo saranno il fulcro del titolo e le mosse che potremo eseguire saranno sempre più efficaci delle armi a distanza con cui potremo sparare. Fermi tutti.
Armi a distanza in un’ambientazione preistorica? Non stiamo parlando di certo di fionde e archi, bensì di vere e proprie pistole e fucili. Zeno Clash è l’incubo di qualsiasi trafficante d’armi. Infatti le uniche munizioni (a parte un’eccezione) saranno sassi, nient’altro che pietre scagliate ad alta velocità. Munizioni recuperabili ovunque e ottime per tutti i tipi di arma. Capite bene che una cosa del genere non farebbe piacere a nessun produttore di armi da fuoco. Per chiudere la parentesi sulle armi, ne troveremo almeno 4 tipi a distanza e 2 da mischia, sufficienti per garantire varietà durante la progressione di gioco. Non ce le porteremo dietro nei livelli ma ci verranno date all’inizio o saranno trovate all’interno della zona di gioco.
Tornando ai combattimenti da mischia, bisogna dire che è notevole l’impegno profuso dall’Ace team nella realizzazione di questi scontri che risultano quasi credibili come tempistiche, riuscendo in certi frangenti a simulare in modo dettagliato un vero scontro fisico. I pugni, le parate, le schivate saranno ben realizzate e, se non fossero ripetitivi a causa delle poche mosse, il combattimento sarebbe un vero e proprio gioiello del videoludo moderno. Il vero incentivo di questi scontri è la fisicità con cui sono realizzati. Ogni pugno sarà come sentirlo in piena faccia e quando ci butteranno a terra, sentiremo il sapore dell’erba o della polvere. L’unico titolo che può battere ZC su questo aspetto è ovviamente Mirror’s Edge che, sebbene non abbia combattimenti così ben fatti, risulta comunque migliore per quel che riguarda l’immedesimazione spaziale.
Le dolenti note
Purtroppo Zeno Clash non è esente da difetti e questi non risiedono soltanto nella longevità. Essendo stato sviluppato da degli Indie, si sentiranno presto tutti i problemi condivisi dalle produzioni di questo tipo. In primis il level design sarà veramente ridotto all’osso. Locazioni totalmente lineari si alterneranno ad arene rotonde ma l’ambiente circostante non sarà mai troppo rilevante e spesso vi ritroverete ad andare da un punto A ad un punto B dovendo semplicemente massacrare tutto quello che troverete sulla vostra strada. Questo è probabilmente imputabile al poco peso dato a questo aspetto che, seppur nascosto dalle altre qualità del titolo, non si può non notare.
Stesso discorso vale per i nemici che ci troveremo di fronte. Ogni avversario avrà un nome e bene o male avrà una collocazione ben definita nella storia. Grazie anche ai salti temporali quindi, ci ritroveremo ad affrontare più volte gli stessi nemici e gli stessi boss che combatteranno praticamente sempre nello stesso modo. C’è da dire che ogni personaggio combatte in maniera diversa e talvolta anche molto originale. La ripetizione aiuta a prevederne le mosse e a conoscerli meglio ma non si può dire che sia una nota stonata nell’armonia della coerenza di Zeno Clash.
A mettere una piccolissima pezza, interviene la modalità di combattimento libero da cui si potrà accedere nel menù principale. Potremo infatti decidere di sfidare nuovamente i nemici incontrati durante l’avventura e confrontarci in una serie di scontri all’ultimo sangue. Per i difetti elencati in precedenza però, questa modalità risulterà non molto interessante.
Visually astonishing
Concludiamo quindi dando un’occhiata all’aspetto tecnico e visuale del titolo. Il gioco sfrutta il motore Source di Valve, notoriamente concepito per fps, ma che ben si presta a questa variante più action. A livello tecnico, la grafica non è eccelsa ma decisamente godibile nonchè piuttosto leggera. Quello che veramente eccelle è il concept art, la realizzazione dei modelli e delle ambientazioni, le texture e la resa di tantissimi particolari. La forza visuale di ZC sta nella ricchezza di dettaglio, nell’ispirazione dei creatori, nell’originalità anche sul lato estetico.
Nel corso dell’avventura vedremo tantissime ambientazioni diverse, lo stile varierà notevolmente di volta in volta e non si appiattirà mai su qualcosa di ripetitivo. Rimpiangete spesso che l’Ace team abbia dedicato così tanto tempo allo sviluppo di decine di ambientazioni e non magari a sviluppare un paio di mosse o di nemici in più.
Il sonoro si attesta su buoni livelli. Non sarà mai troppo presente tranne durante gli scontri corpo a corpo in cui contribuirà decisamente al realismo e alla fisicità dell’azione. Le musiche spaziano dal tribale allo psichedelico ma probabilmente inizierete a farci caso durante i titoli di coda.
Zeno Clash è quindi un titolo consigliato a tutti gli amanti del pc gaming, un’esperienza di gioco vecchio stile a cui si uniscono una tecnologia ed una realizzazione moderna. Da giocare tutto d’un fiato. Peccato per i difetti che ne annullano la rigiocabilità e gli impediscono, insieme alla limitata longevità, di essere un capolavoro. Non dubitiamo che se l’Ace team inizierà a collaborare con Valve o qualche altro sviluppatore, potremo aspettarci uno Zeno Clash 2 in grado di competere con tutti i grandi classici del videoludo di qualità.