Zanki Zero: Last Beginning – Recensione
Uscito l’anno scorso in madrepatria su PlayStation 4 e PlayStation Vita (versione non localizzata; in compenso, è stato realizzato un port per Steam), Zanki Zero: Last Beginning si candida di prepotenza fra i giochi più strani dell’anno. L’opera di Spike Chunsoft (software house nota per la serie Danganronpa) e di Lancarse (già autori del curioso Lost Dimension), che si autodefinisce “Non-stop survival RPG“, è un dungeon crawler in prima persona arricchito da puzzle, elementi survival e un corposo comparto narrativo, che lo avvicina alle visual novel.
Con le visual novel il gioco condivide la natura di prodotto low budget, come emerge subito dalla visione del trailer qui sotto nonché degli screenshot, che evidenziano un comparto grafico primitivo che sembra uscito dall’epoca dei 128 bit.
Zanki Zero: Last Beginning è ambientato in un mondo in rovina, in cui sono rimaste in vita solo otto persone. Questo gruppo composito è stato misteriosamente riunito su un’isola e riceve istruzioni tramite TV Extend, un’inquietante trasmissione televisiva in cui una pecorella e il suo giovane assistente spiegano di volta in volta cosa fare per progredire, sopravvivere e… clonarsi! La trama viene raccontata perlopiù da questo show, che, oltre a illustrare le bizzarre dinamiche di questo mondo in rovina, svela al giocatore il background dei membri del party.
Il cast è uno degli elementi fondamentali del gioco, un po’ come avveniva in Lost Dimension (anche se per motivi diversi). I personaggi sono molto eterogenei, pur condividendo l’età (ad eccezione di uno), e il gioco dedica un capitolo a ciascuno di loro, andando a rivelare tutti gli orribili scheletri annidati negli armadi. Da questo punto di vista, va sottolineata la crudezza delle tematiche, che avvicina Zanki Zero: Last Beginning alla serie di Danganronpa.
Senza indugiare oltre (anche perché non vorremmo spoilerare nulla) sul comparto narrativo, possiamo valutarlo positivamente, in quanto le premesse particolari vengono sviluppate in modo altrettanto peculiare e invogliano il giocatore a proseguire per disvelare i misteri che si celano dietro a Extend TV; tuttavia lo svolgimento risulta appesantito dalla scelta strutturale di cui sopra (un personaggio per capitolo), che “diluisce” notevolmente il filone principale con storie truci un po’ fini a se stesse.
Sul piano ludico, Zanki Zero: Last Beginning si fa ancora più controverso. Ad una prima, superficiale occhiata, il gioco appare come una versione post-apocalittica di Etrian Odyssey (serie di cui Lancarse ha una certa esperienza), ma ciò è vero solo in relazione alla struttura ludica, su cui sono innestati molti altri elementi mutuati dal genere survival, con una spruzzata di puzzle. Inoltre, le battaglie avvengono in tempo reale, secondo un deludente combat system che si riduce all’attacco fisico e alla fuga (nell’attesa del tempo di cooldown per un nuovo attacco).
Il party è formato da quattro membri, scambiabili in ogni momento con gli altri quattro di riserva. Ciascun personaggio può essere equipaggiato e trasportare un determinato quantitativo di oggetti, rispettando il numero di slot (uguale per tutti) e il peso massimo trasportabile (che cambia di personaggio in personaggio), ma bisognerà stare attenti alla salute, alla stamina, alla vescica (!) e allo stress. Come potete capire, la gestione di tutti questi parametri non risulterà semplice sulle prime, ma gli sviluppatori hanno ben pensato di approntare numerosi livelli di difficoltà (intercambiabili nel corso della partita, per giunta), il primo dei quali – abbassato ad hoc per l’utenza occidentale – consente davvero a tutti di godersi il gioco concentrandosi unicamente sulla trama e sugli enigmi, sicuramente non proibitivi (spesso di tratta anche solo e semplicemente di trovare il pulsante che apre una porta).
Quelle illustrate fino ad ora sono solo alcune delle meccaniche principali, cui se ne aggiungono molte altre, legate alla progressione del personaggio, alla cucina, al crafting, ecc. Fra queste merita un approfondimento la clonazione, già menzionata sopra. I personaggi vanno continuamente incontro alla morte, non solo a causa di nemici e minacce assortite, ma anche per via del loro invecchiamento precoce, il quale causa la condensazione dell’intero ciclo vitale in tredici giorni, durante i quali le statistiche si modificheranno proprio in base all’età biologica effettiva. La clonazione consente di dare nuova vita (partendo dall’infanzia) a un personaggio, il quale mantiene non solo la sua coscienza, ma anche – per quanto ci interessa sul piano meramente ludico – livello e abilità, salva la volontà di redistribuire gli Skill Point, che costa un sacco di punti; egli, inoltre, spendendo punti aggiuntivi, può acquisire determinati bonus derivanti dalle modalità della sua morte.
Questa meccanica desta interesse per la sua particolarità e per l’elevata flessibilità che garantisce al gameplay, ma influisce negativamente sulla scorrevolezza, visto che è possibile effettuare clonazioni solo dalla base e che esplorare i dungeon (più in particolare, spostarsi di floor in floor) porta allo scorrere dei giorni, quindi all’invecchiamento ed eventualmente alla morte dei personaggi.
Prima di giungere alle conclusioni, spendiamo due parole sulla versione localizzata del gioco. Zanki Zero: Last Beginning si presenta al pubblico occidentale con il dual audio, il DLC dedicato ai costumi da bagno, una modalità ultra-easy (come abbiamo già accennato) e alcuni piccoli miglioramenti in tema di interfacce e bilanciamento, che rendono l’esperienza complessivamente più facile e gradevole, a prescindere dal livello di difficoltà selezionato. In compenso, il gioco è stato censurato onde evitare qualsiasi possibile polemica e non superare il PEGI 16: a farne le spese sono state tutte le scene con le versioni infantili dei personaggi che potessero risultare in qualche modo maliziose.
Zanki Zero: Last Beginning è un gioco davvero bizzarro, pieno di difetti e imperfezioni ma non privo di meriti: la sua trama misteriosa e le tematiche crude non mancheranno di affascinare una parte (una nicchia, chiaramente) della platea, così come lo strano miscuglio di generi che ne va a costituire il gameplay.
Pro
- L'idea di base e il setting sono affascinanti
- Difficoltà scalabile
- Ricco di meccaniche...
Contro
- ... forse anche un po' troppo
- Combat system deludente
- Tecnicamente molto povero