Zack & Wiki: Quest for Barbaros’ Treasure – Recensione Zack & Wiki: Quest for Barbaros’ Treasure
Un genere alla ribalta
Zack&Wiki è un titolo che ha grandi influenze dal passato: realizzato da Capcom in esclusiva per Wii e il suo unico sistema di controllo, riprende un genere troppo spesso dimenticato, quello dei punta e clicca. Il Wiimote è sfruttato per tutta la durata del gioco, che è un continuo proporre di enigmi e ostacoli, da superare riflettendo sugli oggetti a nostra disposizione e l’ambiente circostante. Il nostro protagonista, Zack, è un buffo marinaio, capitano dei Conigli di Mare e appassionato sgranocchiatore di cioccolata. Ad aiutarlo nelle sue imprese c’è Wiki, una curiosa scimmietta volante color oro dotata di poteri speciali. I nostri eroi, da bravi pirati, sono alla ricerca di un misterioso tesoro, nascosto da qualche parte su un’isola in mezzo al mare.
All’arrembaggio!
Appena avviato il gioco, dopo aver preso confidenza con i comandi, ci ritroveremo a bordo di un velivolo non troppo recente, guidato dal simpatico Johnny Style, altro membro dei Conigli di Mare. Tutto sembra calmo e tranquillo quando, improvvisamente, veniamo attaccati da Rose, piratessa capitano dei Rose Rock a suon di cannonate. Ai nostri non resta altro da fare che saltare, sperando nella buona sorte. Atterrati nella giungla, avremo modo di fare conoscenza con il pirata Barbados, il proprietario del leggendario tesoro. Peccato che, del famoso pirata, non resta che un teschio dorato. Barbados ci metterà a conoscenza del fatto che gli altri pezzi del suo scheletro sono sparsi per l’isola: a noi il compito di recuperarli, in cambio dell’ambito tesoro.
La trama, comunque, non spicca per originalità, né ha la presunzione di farlo: è chiaro fin da subito che non è altro che un pretesto per metterci ad esplorare un’isola intera e, attraverso i suoi misteri e i suoi trabocchetti, lanciarci nell’avventura.
L’avventura di Zack&Wiki si articola attraverso 25 livelli circa, all’interno dei quali dovremo interagire con il Wiimote, cercando di capire cosa è necessario fare per poter proseguire nella ricerca. Il telecomando è il vero e proprio fulcro delle nostre azioni: con esso ci muoviamo, indicando a Zack la direzione, tiriamo leve, chiediamo aiuto a Wiki, utilizziamo oggetti e chi più ne ha ne metta. Chiedere aiuto alla preziosa scimmietta è fondamentale: "scampanando" il nostro Wiimote infatti, saremo in grado di sconfiggere i nemici che si presenteranno lungo il nostro cammino e trasformarli in utili utensili. In generale, tutte le azioni che saremo chiamati a compiere, si rifaranno direttamente alla realtà: se volete tagliare un tronco, dovete farlo davvero, se volete usare un martello, idem. Il gran numero di situazioni-azioni che ci troveremo ad affrontare rende il titolo vario, e l’aggiunta di un punteggio finale al termine dei livelli aggiunge un piccolo fattore di rigiocabilità.
La meccanica di gioco risulta dunque fresca, non tanto per la sua novità strutturale, che rimane confinata alle peculiarità del wiimote, quanto più per la rimodernizzazione di un genere ormai diventato di nicchia e sempre meno frequente.
Prendete un po’ di Zelda, un po’ di Monkey Island, un po’ di Myst e aggiungete pure altri titoli caratteristici per i loro enigmi e vi accorgerete che Zack&Wiki sprizza genialità da tutti i pori. Tra indizi più o meno impliciti, trappole mortali e improbabili boss, avrete sempre il vostro bel daffare; per fortuna che c’è un certo Oracolo ad aiutarci, anche se non esattamente gratis…
Colorato al punto giusto
Il brillante cell-shading che riveste il gioco salta subito all’occhio. Lo stile tipicamente orientale che caratterizza gli ambienti e i personaggi è fresco e piacevole, e ben rende l’umorismo di cui è impregnato continuamente il titolo. Esilarante l’animazione in cui osserviamo Zack mangiare avidamente una barretta di cioccolata. Per carità, non si grida al miracolo, qualche calo di frame-rate è presente, anche si tratta fortunatamente di qualche limitato caso, e in generale il livello dei dettagli non è particolarmente elevato. La telecamera è precisa ed è sempre possibile osservare l’intera struttura dei livelli.
Il comparto audio è abbastanza variegato e azzeccato, anche se in generale non cattura particolarmente l’attenzione dei giocatori. I personaggi parlano, ma le loro voci sono limitate ai nomi di persona o qualche breve espressione.
Un tesoro nascosto
Così potremmo riassumere il prodotto Capcom. In un’epoca in cui i cloni di videogiochi si sprecano e in cui i generi sono sempre più inflazionati da titoli che non offrono niente di nuovo al mercato, Zack&Wiki è un grido d’allarme alla crescente scarsità di fantasia e un gradito "ritorno all’origine". Sicuramente, trattandosi anche di un brand nuovo, non riscuoterà il successo di vendite che merita, ma sono proprio titoli come questo, che meritano il supporto di chi si ostina a voler comprare videogiochi realmente consapevole del loro valore artistico e culturale, oltre che commerciale. Zack&Wiki è un altro fiero portabandiera di quei titoli che, in barba alle "mode" del momento, puntano tutto sulla freschezza e l’originalità del gioco. Da segnalare anche la possibilità di far interagire alcuni amici nella nostra avventura, che ci aiuteranno fornendoci indicazioni sullo schermo con i loro Wiimote.