Ys X RECENSIONE
Nonostante la serie sia diventata piuttosto abitudinaria, Ys X: Nordics è un titolo che ho atteso con particolare interesse. Dopo un divisivo IX e un elogiatissimo VIII (entrambi titoli che io ho comunque apprezzato) la decima avventura di Adol Christin prometteva dei cambiamenti interessanti, per quanto potenzialmente rischiosi.
Per la prima volta in 10 anni è stato proposto un sistema di gameplay nuovo, la mappa del mondo è stata ristrutturata per sposarsi con un’esplorazione navale di un grande arcipelago e inoltre non era chiaro se Falcom volesse continuare a espandere la narrazione di YS, adeguandola a quella molto verbosa di The Legend of Heroes, o preferisse fare un passo indietro.
Ys X RECENSIONE | un gioco in continua crescita, con un punto di partenza troppo lento e banale che richiede molta fiducia.
Vorrei partire parlando dell’ultimo punto, in quanto si tratta di un ottima discussione per commentare quelli che, per me, sono i punti deboli di quest’opera. Nonostante le critiche ricevute da Monstrum Nox (che comunque io ho apprezzato più del X, a livello di storia) e in minor parte all’inizio di Lacrimosa of Dana, Kondo e il suo team han deciso di insistere sulla verbosità della storia.
Ys X non torna quindi alle narrazioni più semplici e immediate di capitoli come Origins, Memories of Celceta o la seconda parte di Lacrimosa of Dana, cercando invece di insistere su storie “character driven” con tanto tempo speso sulle dinamiche tra un ampio cast di personaggi.
Si tratta di uno stile di scrittura che riesce molto bene agli scrittori di Nihon Falcom e che permette alla serie Legend of Heroes di brillare, specie con il più recente Trails through Dawnbreak. Purtroppo però è anche uno stile che mal si adatta sia alla struttura narrativa di YS che al suo gameplay.
Mentre Legend of Heroes è una saga di JRPG a turni nota per il suo lento ma costante build up emotivo, YS ha radici in narrazioni molto più semplici e avventurose. Ys X cerca di trovare una via di mezzo, come IX ha fatto prima di lui, a mio parere ottenendo il risultato peggiore.
La storia di Nordics non è brutta, i personaggi sono coerenti e ben scritti come sempre nei giochi della compagnia, ma la sceneggiatura manca di mordente. Il ritmo è molto lento, spesso a discapito di un gameplay loop interrotto troppo spesso da video prevedibili e situazioni che ho trovato noiose.
Non aiuta la banalità generale dell’avventura, i quali twist sono molto facilmente prevedibili eppure il gioco cerca di tirare per le lunghe ogni mistero come se avesse qualcosa di speciale da tirare fuori dal cappello.
Se il gioco non fosse tanto verboso e lento, non considererei la storia un vero e proprio difetto. C’è un buon crescendo dal capitolo 4 in poi e il tutto converge in una battaglia finale memorabile, adatta a un titolo avventuroso come YS…ma appesantita enormemente da un pacing veramente troppo lento nelle prime ore.
Se gli date fiducia, il gioco ripaga
La lentezza delle prime ore si può percepire anche nel gameplay, come detto in precedenza, spesso interrotto da molteplici video. Fortunatamente però, il nuovo sistema di combattimento proposto da Nihon Falcom è decisamente il punto forte del prodotto.
Come detto dal presidente Kondo, il gioco prende spunto dal genere souls like per arricchirsi, ma non abbiate paura se non apprezzate il genere che ha ormai quasi monopolizzato gli action RPG. Il feeling di Ys X è decisamente diverso, più veloce e molto più vicino a quello dei due titoli che lo han preceduto, piuttosto che a Dark Souls.
L’ispirazione di cui parlava Kondo non viene dal pacing del combattimento o dalla struttura dell’esplorazione, ma dall’inclusione di due meccaniche che probabilmente lo han colpito da Sekiro: il Parry e la schivata in stile Mikiri.
In breve, i combattimenti son strutturati attorno all’utilizzo corretto di scatto e parata. Se il nemico brilla di rosso, quell’attacco deve essere parryato al momento corretto, se brilla di blu, bisogna correrci attraverso.
Tutti i moveset dei nemici sono pensati nell’ottica di essere parryati, tanto che il modo migliore di far danno e tramite parry consecutivi, i quali permettono di aumentare il danno delle skill “Duo”, eseguite tenendo premuto il tasto della parata e uno dei tasti frontali del controller.
Personalmente, ho trovato molto divertente questo sistema di combattimento e lo preferisco al sistema di YS VIII e IX, dove il gameplay si aggirava attorno a 3 personaggi con 3 tipi di danno e alle flash guard e flash evade. In questo i personaggi sono due, ma generalmente contano come una sola entità, in quanto spesso si controllano contemporaneamente.
Ys X è un gioco più impegnato, dove prestare attenzione al nemico è più importante rispetto al passato, ma il feeling di gioco tipico della serie è comunque ben preservato. Se avete apprezzato i capitoli precedenti, sicuramente vi piacerà.
Graficamente e Musicalmente “solo ok”
A livello grafico, Ys X: Nordics è bruttino. Nonostante non mi dispiaccia il nuovo motore grafico di Falcom, che ho molto apprezzato nei due Daybreak, penso che non si adatti molto bene alle mappe ampie di YS e tutti i dettagli del gioco ne risentono di conseguenza.
Non è niente di nuovo per i fan della serie, tuttavia è qualcosa che volevo far notare in quanto Trails ha fatto un netto passo in avanti grazie all’engine, YS invece non ne ha beneficiato molto. Ciò che invece mi ha sorpreso maggiormente è il lato musicale.
Non mi è rimasto particolarmente impresso. Al di fuori di una singola traccia nel dungeon finale, ho trovato la colonna sonora buona, ma piuttosto anonima.
L’esplorazione navale è una buona boccata d’aria fresca
L’ultima grande novità di Ys X Nordics è l’esplorazione navale. Il gioco è ambientato all’interno di un enorme arcipelago e guidare una nave per andare da isola in isola, nonché combatterci a bordo, è parte integrale dell’avventura.
Nonostante ovviamente la sezione di esplorazione più emozionante sia quella a piedi, ho apprezzato l’implementazione della nave. Ci sono molte isole nascoste da scoprire e il gioco non ti punta in direzione di ognuna di esse, cosa che ho apprezzato.
In generale Ys X brilla molto quando si affrontano i contenuti secondari, liberi dal ritmo altalenante della narrazione e immersi nel senso di avventura proveniente dall’esplorazione di isole sulle quali non devi andare per far proseguire il gioco.
Ys X RECENSIONE | In conclusione
La nuova avventura di Adol Christin è un capitolo di luci e ombre. Sebbene il gameplay sia il mio preferito nella serie, il pacing del gioco spesso lo mette in ombra e la qualità della storia non è tale da giustificare l’alta verbosità dei dialoghi.
Fortunatamente migliora ora dopo ora, se l’inizio è da 5-6, la fine potrebbe anche essere da 9. In generale è un gioco che consiglio solo a chi ha la pazienza di aspettarlo. I fan della saga sicuramente apprezzeranno, come ho fatto io, eventuali curiosi invece farebbero meglio ad approcciarsi a Memories of Celceta o Lacrimosa of Dana.
Ys X: Nordics è un gioco che parte maluccio ma migliora moltissimo
Pro
- Ottimo combat system
- Esplorazione ben pensata
- In costante miglioramento...
Contro
- ....dopo una pessima partenza
- Storia molto prevedibile
- Graficamente bruttino