Ys: Memories of Celceta – Recensione PlayStation 4

Recensito su PlayStation 4

Rilasciato sul mercato originariamente su PlayStation Vita nel 2012, Ys: Memories of Celceta è stato uno dei capitoli più apprezzati facenti parte della longeva saga di Nihom Falcom.

Arrivato in un periodo difficile per il marchio e pensato “apposta” per rimediare ad una serie di errori più o meno evidenti compiuti dall’azienda, Memories of Celceta si colloca come quarto capitolo della storia, un capitolo di particolare importanza dal punto di vista della caratterizzazione del personaggio principale, carismatico, certo, ma fin troppo anonimo fino a quel momento.

Proprio grazie alla sua particolare natura e certamente al suo indice di apprezzamento sopra la media, Falcom e Marvelous Europe hanno ben pensato di riproporlo anche sui più fortunati lidi di PlayStation 4 per dare al titolo, penalizzato anche dalle alterne fortune di PSVita, una vetrina più importante. Annunciata durante i mesi scorsi, la versione rimasterizzata di Ys: Memories of Celceta è pronta a sbarcare sul mercato europeo il prossimo 19 giugno ad un prezzo di listino tutto sommato contenuto (si parla di 29,99€), in formato sia digitale sia fisico.

Carichi come non mai e forti del fatto di non aver mai provato questo capitolo della saga, ci siamo fiondati rapidamente in compagnia di Adol e del suo nuovo viaggio, ma le sensazioni che abbiamo provato, alla fine della corsa, sono tutto sommato modeste, per svariate ragioni che adesso proveremo a spiegarvi.

Sia chiaro, non si tratta di un brutto gioco, certo, ma nemmeno di un prodotto che ci sentiremmo di consigliare a tutti.

Una storia strappalacrime

Prima di raccontarvi per sommi capi la storia che ruota intorno alle vicende di Ys: Memories of Celceta è giusto fare una doverosa premessa. Questa versione rimasterizzata non aggiunge alcun tipo di nuovo contenuto sul piano narrativo e, dunque, si appresta ad arrivare su PlayStation 4 accompagnata dal filone narrativo che chi ha già provato il titolo ben conosce. Il protagonista Adol, volto storico della longeva saga, si ritrova a vagare senza meta, scosso e turbato da misteriosi affanni da cui il buon guerriero dai capelli rossi sembra essere gravemente afflitto. Adol ha perso la memoria per ragioni che, chiaramente, lui non conosce e nemmeno il giocatore, che viene chiamato così, almeno sulle prime battute, a confrontarsi con una storia tutto sommato semplice e poco ispirata dal punto di vista del plot.

ys: memories of celceta

Per fortuna, comunque, ad aiutare Adol arriva Duren, colui che sostiene di essere un amico dello stesso Adol e che gli fa una rivelazione molto importante: l’ultima volta che è stato visto “in salute” Adol aveva accettato un delicato incarico nella spettrale ma allo stesso tempo splendida foresta di Celceta da cui, si narra, nessuno riesce a fare ritorno. È chiaro quanto questo semplice espediente sia alla base di tutta la storia, poiché lo stesso Adol, in compagnia del “fidato” Duren (in realtà spinto maggiormente da ragioni economiche), ed esortato proprio dalle parole di quest’ultimo, inizierà un difficile viaggio – per conto delle entità governative, chiamate ad investigare su misteriosi eventi – nei meandri della stessa foresta, alla ricerca di informazioni su cosa sia veramente accaduto al protagonista e cosa stia accadendo nel mondo di gioco in generale.

ys: memories of celceta

Se, come dicevamo, l’incipit non è dei più originali la trama vive comunque di momenti interessanti e di un’ottima progressione, in cui nuovi personaggi, nuove situazioni e storie anche “adulte” per tematiche (complotti, tradimenti ecc) faranno sì che l’avventura di Adol e dei suoi compagni di viaggio risulti alla fine anche discretamente interessante.

Chi di spada ferisce…

Una volta iniziato il viaggio, in tutta la vasta mappa di gioco potremmo ritrovare dei frammenti di ricordi, che hanno nell’economia del gioco e della serie in generale una grossa rilevanza. Tramite questo espediente, infatti, il quadro narrativo si arricchisce di nuove numerose informazioni sulla storia e soprattutto sul passato del protagonista, appunto, mai fino a quel momento veramente esplorato. Questa soluzione riversa anche le sue diramazioni dal lato del gameplay, in modo funzionale e coerente.

ys: memories of celceta

Riacquisendo ricordi di sé e di cosa gli sia accaduto, Adol prende maggior padronanza di se stesso, delle sue abilità e del suo corpo, e ciò si tramuta in un aumento delle statistiche di base (forza, difesa, punti ferita) man mano che si analizzano i frammenti di ricordo sparsi un po’ per tutto il mondo di gioco. Questa piccola ma gradita “innovazione” si lega ad un gameplay di fondo molto familiare ai fan storici della saga, tanto semplice e appagante, che farà la felicità sia dei veterani sia dei novizi. Il sistema di combattimento, in primis, è l’elemento portante della saga Falcom, e con questo capitolo, al netto della sua provenienza “portatile”, rimane legato ai classici stilemi coniati dalla compagnia nipponica. Con la pressione di un solo tasto (quadrato) è possibile attaccare, con X si schiva, tenendo premuto triangolo si para e con cerchio si cambia personaggio, per sfruttare debolezze dei nemici e punti di forza vari degli alleati. Fine. Tanto semplice quanto funzionale, il modo con cui Ys: Memories of Celceta permette al giocatore di approcciarsi ai tantissimi combattimenti, rigorosamente in tempo reale, rappresenta uno dei punti di forza dell’offerta, che pur senza alcuna rivisitazione risulta ancora più che godibile e attuale.

ys: memories of celceta

Nella sua semplicità, il combat system di Ys: Memories of Celceta lascia trasparire quelli che sono i limiti della natura di provenienza del gioco, in cui i comandi, riadattati soltanto marginalmente per il pad di PlayStation 4, mostrano tutti i limiti di una conversione complessivamente superficiali. Nel complesso il tutto funziona a dovere e se gli attacchi non godono di una profondità tattica particolarmente ispirata, lo stesso non si può dire delle tante abilità (equipaggiabili dal menù ed utilizzabili tramite il tasto R2 insieme a triangolo, croce, cerchio o quadrato), che offrono quella giusta varietà ad un gioco che fa all-in proprio sulla godibilità e la freschezza degli scontri.

Il “centro perfetto” (o quasi) fatto registrare con il combat system si scontra però con una gravissima problematica che oggi più di ieri compromette non poco la godibilità del gioco. Ci riferiamo alla mancanza della possibilità di “lockare” gli avversari, una mancanza se vogliamo comprensibile e “passabile” sul piccolo schermo di PSVita ma difficile da digerire su PlayStation 4 e che appesantisce non poco i tanti (sin troppi) scontri a cui il giocatore viene sottoposto spostandosi da una parte all’altra della mappa di gioco, in particolare quelli con i vari boss, spesso e volentieri creature di grosse dimensioni.

ys: memories of celceta

Complice la mancanza del lock e di una telecamera impossibilitata nel ruotare a trecentosessanta gradi, questi scontri spesso diventano più ostici del dovuto, una caratteristica tutt’altro che invidiabile e che accompagna il giocatore lungo tutta l’avventura, un’avventura molto “classica” dal punto di vista della struttura generale.

Tante possibilità, poca varietà

La sostanza rimane sempre la stessa: viaggiando alla ricerca dei ricordi di Adol il gioco dà la possibilità al giocatore la possibilità di svolgere attività principali e secondarie, le quali si attivano principalmente consultando le bacheche delle varie città, rese ora più belle e vive da una grafica riadattata ai tempi correnti, che riesce a spingersi fino ai 1080p, accompagnata da un frame rate abbastanza solido fissato sui 60fps.

Tali missioni solitamente consistono nel recuperare oggetti o uccidere dei determinati mostri, in modo tutt’altro che originale, e offrono al giocatore ricompense in termini di danaro e di oggetti utili per la creazione e il miglioramento degli oggetti dell’equipaggiamento, in un sistema di crafting tutto sommato semplice ma efficace. La progressione del personaggio è comunque un fattore chiave, e affrontare le varie missioni senza un’adeguata preparazione sia in termini di livelli sia in termini di vestiario non è esattamente una scelta azzeccata, a causa di un livello di sfida se vogliamo sbilanciato che mette di fronte al giocatore un tasso di difficoltà quasi nullo nelle prime ore ma che, lentamente, diventa sempre più tarato verso l’alto, in modo a volte anche poco coerente.

ys: memories of celceta

Per avere ragione dei nemici più ostici è quindi necessario imparare a conoscere bene i vari personaggi utilizzabili, tutti diversi e muniti di abilità e tipologie di attacchi differenti più o meno efficaci contro determinarti avversari. La scelta dei tre dei elementi che compongono il party è dunque molto importante, ma non tradisce la volontà del team di sviluppo di mettere su un prodotto complessivamente rapido e fresco nelle sue meccaniche, ma che non per questo non saprà tenervi incollati agli schermi per decine e decine di ore.

Tecnicamente parlando…

Come già dicevamo poc’anzi, la scelta di portare questo capitolo in particolare su PlayStation 4 (è già disponibile per PC) è tutto sommato comprensibile, per le ragioni di cui vi parlavano poco sopra. Al netto della numerazione, Ys: Memories of Celceta è un punto d’ingresso perfetto per tutti coloro che sono desiderosi di entrare nell’universo della saga e, dunque, siamo convinti che la mossa di riproporlo su PlayStation 4 potrà dare i suoi frutti.

Ciò che ci ha convinto soltanto in parte, però, è la conversione stessa. Trattandosi di un’operazione di rimasterizzazione non ci aspettavamo veramente altro, e il lavoro è comunque buono, poiché la resa in full hd aiuta a migliorare non poco la potenza “base” di un titolo uscito su una console portatile, certo, ma proprio per questo motivo risulta difficile da gestire su una console home. Su tutti spicca la gestione della telecamera, con la quale si può solamente, tramite la pressione della levetta analogica destra, zoomare per avvicinare o allontanare l’immagine, ma l’impossibilità di farla ruotare rende l’esplorazione molto meno piacevole e se vogliamo a tratti frustrante. Da vedere, comunque, Ys: Memories of Celceta non è così indietro rispetto agli altri esponenti del genere.

ys: memories of celceta

Le città e i luoghi visitabili sono molto vasti e soprattutto variegati e, qualora decideste di completare il gioco in maniera totale, vi imbattereste in un bestiario ricco e variopinto, per quanto concerne sia i nemici ordinari sia i boss sia quegli avversari “speciali”, che come da tradizione dei giochi di ruolo giapponesi sono disseminati lungo la mappa di gioco. Va detto che il lavoro del team di sviluppo su Ys: Memories of Celceta si estende anche al comparto sonoro. In questa versione, infatti, sarà disponibile anche il doppiaggio giapponese, che successivamente arriverà anche per la versione PC, e le musiche di gioco sono state tutte riarrangiate e ammodernate, per un risultato complessivo più che soddisfacente. Il gioco, lo ricordiamo infine, manca della localizzazione italiana, ancora lontana per una saga che nel nostro Paese ha ancora tanta strada da fare per potersi affermare e che, con questa remaster, per quanto valida soltanto a metà, si auspica possa entrare in più case possibile.

ys: memories of celceta

Ys: Memories of Celceta è un prodotto dalle buone potenzialità nella sua versione base e in questa versione remastered non tradisce la sua natura, seppur la conversione appare eccessivamente pigra e conservativa. Il titolo di matrice PSVita arriva su PlayStation 4 con una grafica in full HD e un frame rate molto più solido, ma le novità finiscono praticamente qui. Certo, non ci aspettavamo miracoli, ma si poteva fare qualcosina in più almeno sotto il profilo della gestione della camera e del lock dei personaggi, due elementi che, messi insieme, mostrano tutti i limiti di un gioco nato e pensato per girare su console portatili e non sui grandi schermi. Le musiche riarrangiate e il doppiaggio giapponese aiutano a “nascondere” la natura vetusta di un titolo che però, dal lato gameplay e del mero divertimento, è invecchiato benissimo. Se l’avete mancato all’epoca e se siete appassionati del genere, insomma, noi ci sentiamo di consigliarvelo senza troppe remore, anche per un prezzo di lancio contenuto, ma non aspettatevi miracoli, non ne troverete. Ys: Memories of Celceta, infine, rappresenta anche un ottimo punto di ingresso per la saga e, dunque, non è da sottovalutare nemmeno da questo punto di vista.

7.3

Pro

  • Un capitolo narrativamente importante, un buon punto di ingresso per la saga
  • Trama tutto sommato interessante e ricca di spunti di interesse
  • Sistema di combattimento fresco e divertente
  • Il comparto audio si arricchisce di musiche riarrangiate e del doppiaggio originale giapponese
  • Grafica in full hd e 60fps

Contro

  • La telecamera è assolutamente ingestibile
  • Non poter "lockare" i nemici è una mancanza che si fa sentire
  • La resa grafica della conversione è complessivamente "pigra"
  • I limiti della natura portable si avvertono tutti in alcuni frangenti
  • Mappa confusionaria da consultare
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