Ys IX: Monstrum Nox – Recensione
Nel settembre del 2019 Ys IX: Monstrum Nox debuttava su PlayStation 4 in madrepatria. Come di consueto, la localizzazione si è fatta aspettare, ma nel frattempo sono state annunciate anche le versioni per PC e Nintendo Switch (che ha già ospitato Ys VIII: Lacrimosa of Dana e, molto più recentemente, Ys Origin) a opera di Engine Software e PH3 Games, che dovrebbero essere pronte nel giro di qualche mese.
Gli eventi narrati in Ys IX occupano attualmente l’ultimo posto nella timeline della serie, che si era fermata a Ys Seven (Lacrimosa of Dana si collocava addirittura prima di The Ark of Napishtim). Il gioco è godibile come stand alone dal momento che la vicenda è autonoma, però i riferimenti alle precedenti avventure si fanno sempre più numerosi, di capitolo in capitolo.
Adol e il vecchio amico Dogi – presente in quasi tutti i giochi della saga – si recano nella città di Balduq (che corrisponde alla Lutezia conquistata da Cesare nel 52 a.C.), situata nella Gllia settentrionale, regione sotto il controllo dell’Impero di Romun, che ha da poco cessato le ostilità con Altago (Cartagine). Qui il nostro eroe viene arrestato con accuse generiche (gli fanno giustamente notare che negli ultimi anni lo trovano sempre al centro di qualche catastrofe –N.d.R.) e imprigionato, ma riesce a evadere grazie all’aiuto di una ragazza misteriosa, che però gli scaglia una maledizione, trasformandolo in un Monstrum, un guerriero dotato di poteri sovrannaturali. Lo scopo dei Monstrum – e l’unico modo di spezzare il maleficio – è sconfiggere i demoni della dimensione oscura nota come Grimwald Nox, alla quale i Monstrum possono accedere attraverso un’invocazione o un varco.
La trama, che fino a The Ark of Napishtim era un elemento secondario nell’economia della serie, ha acquisito un peso sempre maggiore a partire dal successore, come testimonia anche la durata delle avventure di Adol, triplicata da Ys VI (una dozzine di ore) a Ys VIII (quasi quaranta). Da questo punto di vista, Ys IX si mantiene sul livello del predecessore, rivelandosi fin troppo verboso a parere di chi scrive: in un certo senso, si può dire che Ys stia diventando la versione action di The Legend of Heroes, altra gloriosa serie di Nihon Falcom. Certo, il ritmo non è sempre quello giusto, e qualcuno potrebbe preferire lo stile più “asciutto” di una quindicina di anni fa, ma la lore e la caratterizzazione dei personaggi ne hanno tratto giovamento. È stato implementato anche un semplice sistema di bonding, che aggiunge conversazioni opzionali che arricchiscono il background degli alleati.
Le vicende, inoltre, sono del tutto funzionali al gameplay. La maledizione impedisce ai Monstrum di abbandonare la città, che costituisce in effetti il setting principale del gioco. Essa non sarà esplorabile nella sua interezza fin dall’inizio, ma dovrà essere “sbloccata” pezzo per pezzo, acquisendo NOX point per recarsi nel Grimwald Nox e sconfiggere le creature che minacciano Balduq. Inoltre, col dipanarsi della trama si alterneranno sezioni in città e altre in prigione (secondo un espediente narrativo su cui non possiamo assolutamente soffermarci -NdR), caratterizzate da un gameplay leggermente diverso, che strizza l’occhio a Brandish, altra antica serie di Nihon Falcom.
L’avventura è suddivisa in nove capitoli, che si svolgono secondo una semplice dinamica: si accumulano NOX point uccidendo mostri e completando subquest – molte delle quali hanno dei risvolti importanti – e poi si fa una gita nel Grimwald Nox per sbloccare qualche nuova area e/o far proseguire la vicenda. Ogni nuova zona della città contiene negozi, tesori e collectible di varia natura, e va esplorata con grande attenzione sfruttando tutti i poteri speciali dei Monstrum: tali poteri, denominati Gift, aggiungono una piacevole vena esplorativa di stampo platform, consentendo ai nostri eroi di camminare sui muri, planare, vedere passaggi segreti e così via.
Il tutto funziona, ma accusa col tempo una certa ripetitività, anche e soprattutto nel Grimwald Nox, che ospita solo due tipologie di sfide: nella prima, presa di peso da Lacrimosa of Dana, bisogna difendere un oggetto chiamato Sphene da orde di mostri, che si concludono con un boss; nella seconda bisogna distruggere degli oggetti chiamati Lacrimae entro un certo tempo limite.
Il sistema di combattimento di Ys IX, vero fiore all’occhiello della serie, è sostanzialmente lo stesso di Lacrimosa of Dana, il quale a sua volta costituisce un’evoluzione di quello di Ys Seven, che introdusse il party di tre guerrieri (switchabili al volo con il tasto Cerchio) e la diversificazione dei colpi in Strike, Pierce e Slash. Fa il suo ritorno la Boost Mode, introdotta da The Oath in Felghana e Origins ed evoluta nei giochi successivi con gli attacchi EXTRA. Tutto funziona a dovere come sempre, anche se, pad alla mano, non restituisce la stessa agilità apprezzata fino a Memories of Celceta.
Prima di chiudere, un cenno sul comparto tecnico per segnalare che, al netto di una direzione artistica interessante e coerente con la serie, la grafica è davvero arretrata: anche ai tempi di PlayStation 3 non avrebbe potuto dirsi soddisfacente. Questo non è mai stato un problema e mai lo sarà finché Ys sarà divertente come lo è sempre stato, però non nascondiamo che un ammodernamento sarebbe gradito, soprattutto se la volontà di Nihon Falcom è quella di sviluppare giochi sempre più ambiziosi, come ci è parso questo Ys, con la sua intera città da esplorare.
Ys IX: Monstrum Nox è un ottimo Action JRPG e un valido esponente della sua serie, ma non tocca le vette di eccellenza raggiunte da alcuni dei suoi iconici predecessori, soffrendo a causa di un ritmo altalenante e una certa ripetitività di fondo, sintomo forse di una main quest troppo “allungata” per raggiungere gli standard di longevità odierni.
Pro
- Ottimo gameplay
- Ricco di contenuti
- Lore della serie sempre più sviluppata
Contro
- Tecnicamente molto arretrato
- Colonna sonora deludente rispetto al solito
- Qualche calo di ritmo