Yooka-Laylee – Recensione
Nonostante la storia recente non lo dimostri, Nintendo ha sempre avuto un certo fiuto per gli sviluppatori esterni: ne è prova l’immensa produzione per Super Nintendo e Nintendo 64, quando la casa di Kyoto era l’indiscussa vincitrice della console war e che, nonostante l’incredibile successo di PlayStation, riuscì a portare nelle case dei giocatori anni ’90 dei veri capolavori.
Se poi si parla di second party non si può non nominare RARE, lo studio inglese che ha reso immortale Donkey Kong nella sua veste Country e che ha arricchito il portfolio Nintendo con dei titoli cult, primo fra tutti Banjo-Kazooie.
A oggi è impossibile rivivere esperienze simili, salvo poi ricordarci che Internet è un posto bello e che i crowdfunding hanno anche il potere di finanziare giochi belli: ecco dunque Yooka-Laylee, nato dalla mente di Playtonic Games, uno studio pieno zeppo di ex-dipendenti della RARE che fu e che, attraverso uno dei migliori plagi della storia, ci mette tra le mani un titolo pregevolissimo.
Ed è subito 1998.
Il titolo ci presenta sin da subito i due protagonisti del gioco Yooka e Laylee, rispettivamente un camaleonte e un pipistrello, intenti a godersi la vita nel loro mondo colorato. Nel frattempo, però, il ricco magnate Capital B sta cercando nuovi modi di fare soldi, rubando ogni libro del mondo per trarne profitti immensi. Tra i tanti libri rubati vi è anche il libro magico di Laylee che, durante il furto, si rompe perdendo tutte le sue pagine: ecco dunque i nostri eroi rimboccarsi le maniche, alla ricerca delle pagine dorate del libro, dette anche Pagie, cercando nel frattempo di fermare l’ape capitalista una volta per tutte.
Yooka-Laylee è un platform 3D vecchia scuola, dall’anima pura e semplice come non se ne vedevano da anni: immersi in un hub di gioco, dovremo impegnarci a cercare i 5 mondi che compongono il gioco, accumulando i vari collezionabili fino alla fine. I giocatori più anzianotti e coloro che ricordano le gesta dell’orso creato da RARE avranno ben più di un déjà-vu, riportando alla mente i bei pomeriggi passati a casa tra merendine e succhi di frutta. D’altronde eravamo poco esigenti all’epoca e il gameplay di gioco, ieri come oggi, è tanto semplice quanto godibile: salto, doppio salto per raggiungere punti più elevati, un tasto per menare male i nemici e quanto bastava.
Ovviamente il nostro parco mosse può essere ingrandito dai vari NPC, doppiati con suoni improbabili per i giorni nostri ma che all’epoca erano più che credibili. Più convincenti invece i dialoghi in sé: vi consigliamo infatti di leggerli con attenzione perché, oltre a essere perfettamente tradotti in italiano, la mole di battute e riferimenti saranno sicuramente in grado di strapparvi una risata, con frecciatine ben mirate al videogioco moderno e ai tempi che furono.
L’attaccamento di Yooka-Laylee alla tradizione è ben evidente, ma non per questo mancano idee e soprattutto un’evoluzione dettata dalle nuove generazioni: i mondi di gioco ad esempio sono perfettamente caratterizzati, con uno sviluppo verticale notevole, ed offrono un buon numero di sfide di abilità molto originali grazie anche a particolari power up ingurgitabili dal nostro camaleonte, che conferiranno poteri speciali come sputare fuoco e ghiaccio, ma anche cambiare le nostre peculiarità fisiche rendendoci pesanti o leggeri, cosa che influisce su determinati percorsi e in caso di livelli ventosi e tanto altro.
Altra particolarità del gameplay è l’uso delle Pagie per espandere i mondi: di base infatti i livelli di Yooka appaiono leggermente piccoli e con molte strade bloccate. Utilizzando le Pagie accumulate però avremo modo di allargare i mondi, rivelandone le sue reali forme e grandezze: una cosa apparentemente semplice ma che, in virtù di una fortissima componente di backtracking, diventa un modo intelligente di tornare ai vecchi livelli una volta sbloccate determinate abilità, senza il rischio di doverci annoiare con qualcosa di già visto. Una cosa che comunque risulta difficile per un gioco che offre un buon numero di sfide e collezionabili, tale da rendere l’esplorazione sempre interessante e divertente.
La difficoltà del gioco è per lo più legata alle nostre abilità ma non sarai mai troppo frustrante bensì punitiva il giusto, come vuole la tradizione platform: una il giusto equilibrio il titolo è giocabile senza grossi problemi, pur richiedendo almeno una ventina di ore per completarlo al 100%.
Il gioco riesce a stupire anche sul fronte grafico: è bene ricordare infatti che Yooka-Laylee è un progetto interamente finanziato in crowdfunding, un dettaglio fondamentale per apprezzare la grande qualità del gioco in termini visivi. Certo, abbiamo avuto qualche leggero malessere a causa di una telecamera molto veloce, problema che però si è affievolito nelle ore di gioco successive fino a sparire, ma la rifinitura tecnica è lodevole, soprattutto per rimarcare dettagli come vegetazione, effetti luminosi e particellari. Le animazioni sono perfette e il ritmo di gioco resta sempre ad alti livelli con una stabilità complessiva granitica.
Altro plauso alla colonna sonora, anch’essa non priva di riferimenti del passato ma che, in generale, sembra uscita da un film comico, di ottima qualità e che si sposa perfettamente con il mood del gioco che, passateci il termine, è decisamente fancazzista.
Yooka-Laylee è ciò che nell’iconografia letteraria è la madeleine proustiana: un qualcosa che si assaggia e che riporta alla mente i ricordi felici del passato, qualcosa che di fatto non esiste più ma che vive dentro di noi e ci riporta in un mondo di sogni, a un prezzo budget tra l’altro. Ora rileggete questa frase con il ritornello di “Nostalgia Canaglia” di Al Bano in sottofondo e comprate questo gioco.
Pro
- Gameplay classico e vincente
- Dialoghi esilaranti
- Backtracking divertente
- Amarcord visionario
Contro
- Telecamera talvolta poco collaborativa