Yakuza 6: The Song of Life – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Quando scendiamo in strada è notte fonda: le luci al neon ci accecano, fortissime e colorate come sempre, tanto da farci mettere in dubbio che Kamurocho non sia un luogo reale. Ma che importa dopotutto? Dopo più di un decennio tornare a vestire i panni di Kazuma Kiryu e calcare le strade di Tokyo è un po’ come tornare nella casa in campagna in cui andavamo a passare le estati in compagnia dei nonn. Mentre iniziamo Yakuza 6: The Song of Life e ci prepariamo ad assistere al canto del cigno di Kazuma-san la differenza tra il reale e l’immaginario si assottiglia inevitabilmente.

E allora ci prepariamo ad ammirare la Millenium Tower, a visitare il Club SEGA e a passeggiare nella centralissima Shichifuku Street ancora una volta, pronti a salutare un vecchio amico con cui abbiamo condiviso botte ed emozioni su ben tre generazioni di console.

Yakuza 6: The Song of Life

Nonno Kazuma

Yakuza 6: The Song of Life inizia esattamente da dove si era interrotto Yakuza 5, con tutti i personaggi più amati della serie già pronti a dare il meglio di sé. Una gioia per i fan ma un bel peso per chi dovesse avvicinarsi al titolo con questo sesto capitolo: per questi giocatori il titolo mette a disposizione dei filmati riassuntivi nel menu principale, ma il nostro consiglio è di recuperare almeno Yakuza 0, Kiwami e il già citato Yakuza 5 per poter comprendere al meglio la trama, che poi è il vero – e per certi versi anche l’unico – motivo per cui vale la pena acquistare The Song of Life.

Giusto per darvi un assaggio spoiler-free, ci limitiamo a dirvi che Kazuma ha deciso di scontare tre anni di carcere. Avrebbe potuto benissimo risparmiarseli e tornare all’orfanotrofio insieme ad Haruka e agli altri ragazzi, ma timoroso che i suoi legami con la mafia giapponese potessero metterli in pericolo, ha acettato di regolare i suoi debiti con la giustizia per potersi ritirare successivamente a vita privata lontano da quel mondo di tradimenti e violenza. Un ottimo piano, non c’è che dire. Peccato che nei tre anni di reclusione sia accaduto di tutto: Haruka ha lasciato l’orfanotrofio per recarsi (apparentemente) ad Hiroshima; pare che la ragazza sia poi tornata a Kamurocho con un figlio, Haruto, solo per rimanere coinvolta in un incidente e ritrovarsi in stato comatoso in ospedale. Spetterà quindi a Kazuma occuparsi di Haruto (non senza prima doversi scontrare con i servizi sociali e con i gli amici più cari) e indagare su quanto accaduto negli ultimi tre anni, per scoprire l’identità del padre di Haruto e ritrovarsi nuovamente invischiato negli affari della Yakuza, che stavolta coinvolgeranno anche la mafia cinese e le famiglie di Hiroshima.

Yakuza 6: The Song of Life

Come abbiamo già accennato, la trama è il vero punto di forza di Yakuza 6: a patto che siate fan di vecchia data ritroverete molti dei personaggi più iconici della serie. State pronti anche a qualche delusione però: trattandosi dell’ultimo episodio di Yakuza dedicato a kazuma Kiryu, questi sarà l’unico personaggio controllabile direttamente dal giocatore con buona pace di tutti gli altri carismatici protagonisti che questa scelta stilistica relega a figure di secondo piano. Dopo Yakuza 5 e lo stupendo Yakuza 0, che vedevano la narrazione dipanarsi in maniera articolata attraverso gli occhi di più protagonisti, in questo caso si ha l’inevitabile sensazione di un ritorno  ai primi capitoli della serie quando Kazuma era l’indiscusso protagonista. Se da una parte comprendiamo la scelta di focalizzare l’attenzione unicamente sullo storico protagonista di Yakuza, dall’altra ci duole ammettere che i pochi minuti in cui fanno la loro comparsa personaggi come Shun Akiyama e il mai troppo amato e trasudante carisma Goro Majima non sono sufficienti a soddisfare chi con Yakuza ci è cresciuto, ma anche chi più semplicemente si è avvicinato alla serie con Yakuza 0.

Ultimo punto di attenzione per i neofiti sono i filmati di intermezzo: Yakuza è sempre stata famosa, oltre che per le sequenze di azione, per i lunghi filmati che permettono di approfondire la trama in ogni suo più recondito aspetto. Pur non raggiungendo le durate degli ultimi episodi, anche Yakuza 6 non fa eccezione e di tanto in tanto lascia il giocatore anche per una buona decina di minuti davanti allo schermo con il pad inutilizzato tra le mani. Ripetiamo che trattandosi del gioco che chiuderà la storia di Kazuma è lecito aspettarsi enfasi sulla parte narrativa, che deve portare al pettine tutti i nodi presenti senza che nulla sia lasciato al caso; allo stesso modo, non dite che non vi avevamo avvisato se durante il gioco vi accorgerete che sostanzialmente i momenti in cui sarete chiamati all’azione saranno controbilanciati da altrettante ore passate a guardare le sequenze di intermezzo.

Yakuza 6 the song of life

Il mio ring è la strada

I combattimenti sono sempre stati il fiore all’occhiello della serie Yakuza. In questo ultimo capitolo si ha finalmente la sensazione che l’area di ogni scazzottata non sia delimitata dalle solite barriere di persone o auto create ad hoc, dal momento che tutti gli scontri avvengono nel bel mezzo della strada, a volte anche mentre passano le auto. In aggiunta gli antagonisti sono visibili sulla mini mappa e, a parte il logo che compare sullo schermo indicando chi si sta per affrontare, non c’è soluzione di continuità tra l’esplorazione e il combattimento, caratteristica che rende molto più fluida e immersiva l’esperienza di gioco.

Le mosse a disposizione sono sempre tante e ben articolate, con la giusta dose di combo e le mosse speciali, attivabili solamente una volta riempita l’apposita barra Heat. Non particolarmente profonda ma sempre coinvolgente anche la componente RPG del gioco, che permette di equipaggiare oggetti con diversi effetti benefici e spendere i punti esperienza per aggiungere nuove mosse all’arsenale o per potenziare determinate caratteristiche fisiche di Kazuma. Le scazzottate, soprattutto in alcuni momenti dell’avventura, ricordano molto più che in passato un vecchio beat ‘em up da sala giochi, con moltissimi oggetti dello scenario che è possibile utilizzare come arma contundente: da un cartellone pubblicitario a un birillo, fino ad arrivare a panchine e scooter e senza ovviamente dimenticare mazze da baseball, armi da taglio o qualche (rara) arma da fuoco, sono davvero molte le scelte a disposizione del giocatore per avere la meglio sugli avversari. Il livello di sfida è liberamente selezionabile dal menu di pausa, ma se al livello easy è praticamente impossibile farsi battere, aumentando la difficoltà sarà bene imparare a gestire con il giusto tempismo parate e attacchi, pena un prematuro game over.

Yakuza 6 the song of life

Completano il gameplay una serie di side-quest e la possibilità di partecipare alla vita mondana (e corrotta) di Kazuma: anche sotto questo aspetto segnaliamo come Yakuza 0, con la gestione dei cabaret e le missioni secondarie decisamente divertenti, batta Yakuza 6 in quanto a varietà e coinvolgimento; nonostante ciò entrare in un karaoke, in Club SEGA per una partita a Outrun, in un ristorante ad assaggiare del ramen, frequentare un night club o semplicemente aiutare un malcapitato aggredito dai malviventi sono azioni che allungano l’esperienza in game e rendono il mondo di gioco più vivo e vero di quanto apparirebbe se ignorassimo questi compiti per seguire semplicemente la trama principale.

Il minigioco presente in Yakuza 6 ha a che fare con le battaglie tra gang: per le strade potremo battere e arruolare seguaci, da schierare poi in missioni in stile tower defense per aumentare la supremazia di Kazuma sulle zone circostanti. Non si tratta di un’impresa così appagante da portare a termine e siamo convinti che alcuni giocatori snobberanno queste sub-quest, meno intriganti di quelle a cui gli sviluppatori di Yakuza ci hanno abituato negli anni.

Yakuza 6 the song of life

Tra neon e abbronzatura

Kamurocho, la silenziosa protagonista che fa da sfondo all’intera serie Yakuza, non poteva ovviamente non fare la parte del leone in questa sesta incarnazione del brand. Questa volta però si spartisce la scena con la prefettura di Hiroshima, azzeccatissima controparte scenografica per mostrare le capacità del comparto tecnico di Yakuza 6. Se Kamurocho stupisce, come sempre, per lo più di notte, con la sua giungla di neon e le strade affollate di personaggi intenti a darsi alla vita mondana, Hiroshima dà il meglio di sè durante il giorno, con le onde del mare che riflettono i raggi del sole sulla città, tanto da rendere palpabile la sensazione del calore.

Tecnicamente il gioco stupisce anche nei primissimi piani dei personaggi, con le texture di pelle e vestiti davvero curate, soprattutto per quanto riguarda i protagonisti. Non manca qualche piccola imperfezione qua e là, soprattutto se si valutano la diminuzione del livello di dettaglio nei campi lunghi e qualche incertezza di troppo nel frame rate durante le corse notturne, quando le strade sono affollate e le insegne dei negozi tutte accese. L’esperienza visiva resta comunque nel complesso godibile e curata come ci si aspetterebbe da un gioco SEGA.

Poco invasiva ma sempre presente la colonna sonora, accattivante soprattutto durante i combattimenti e le sezioni più action, con alcuni temi che i fan non tarderanno a riconoscere. Tutti i dialoghi sono doppiati in lingua originale giapponese e sottotitolati: la mancanza della localizzazione italiana non è da considerarsi per forza un lato negativo, dal momento che la maggior parte dei titoli con questa mole di dialoghi non propone una traduzione italiana dei dialoghi; allo stesso tempo, ascoltare gli originali attori giapponesi aiuta a immergersi nell’atmosfera tutta orientale del gioco.

Yakuza 6 the song of life


Yakuza 6: The Song of Life è il titolo con cui il protagonista storico della serie, Kazuma Kiryu, si accomiata. Non è il capitolo di Yakuza più riuscito e, proprio per questa scelta di concentrarsi esclusivamente sul singolo personaggio di Kazuma, non propone la stessa varietà di missioni e sotto missioni che garantivano i suoi predecessori. Yakuza 0 e Yakuza Kiwami restano la vetta più alta toccata dal brand, oltre che il punto di partenza perfetto per i nuovi giocatori. Yakuza 6 è invece un prodotto consigliato esclusivamente a chi segue la serie dal primo episodio, che pur criticando il poco spazio dedicato a personaggi chiave come Majima riuscirà comunque ad apprezzare tutte le sfumature della trama.

8

Pro

  • La degna conclusione della saga di Kazuma Kiryu
  • Due mappe di gioco entrambe ricche e ben strutturate
  • Caricamenti inesistenti e combattimenti senza barriere invisibili

Contro

  • Gameplay incentrato solo sul protagonista
  • Sub quest meno interessanti dei precedenti capitoli
  • Storici personaggi carismatici relegati a macchiette nella trama
  • Dettaglio curato, ma frame rate a tratti traballante
Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche