Xenoblade Chronicles 3 – Recensione

Recensito su Nintendo Switch

Xenoblade Chronicles 3, così come i protagonisti della storia che narra, porta con sé un fardello gigantesco. La nuova fatica di Monolith Soft è chiamata, infatti, a una piccola missione impossibile: unire, in qualche modo, quei due grandissimi pilastri del settore che sono stati i suoi predecessori sotto una simbolica “unica bandiera” con tutto ciò che ne consegue a livello narrativo, tematico e chiaramente anche videoludico. La software house nipponica, come abbiamo già avuto modo di vedere durante la nostra anteprima, ha saputo svolgere un ottimo lavoro in tal senso, confezionando un prodotto in grande continuità con la tradizione ma allo stesso tempo in grado di alterarne alcuni aspetti per offrire ai giocatori un’esperienza di gioco sempre più completa, appagante e stimolante. Del resto, anche il passaggio da quel capolavoro indimenticabile di Xenoblade Chronicles a Xenoblade Chronicles 2 fu un po’ la stessa cosa e ancora una volta Monolith ha dimostrato di saperci fare, per quanto comunque dal nostro punto di vista non tutti gli aspetti della nuova produzione abbiano raggiunto quella quasi totale perfezione assaggiata durante gli scorsi capitoli. La domanda che tutti si stanno ponendo, dunque, è chiaramente questa: Xenoblade Chronicles 3 è riuscito a chiudere il gigantesco cerchio narrativo, almeno all’apparenza sconnesso ma in realtà profondamente legato che unisce i capitoli precedenti della saga? La risposta è molto complessa e vogliamo lasciarvela scoprire per conto vostro, perché, credeteci, di emozioni, soprattutto nelle fasi più avanzate del gioco, ce ne saranno veramente tantissime da vivere. Se volessimo analizzare il prodotto in maniera “singola”, comunque, possiamo affermare che ancora una volta Monolith Soft ha imbastito un JRPG sontuoso, longevo e ludicamente appassionante, con tante innovazioni sulla vincente formula già vista in passato, e tante conferme che, mixate insieme, rendono l’avventura di Noah e degli altri protagonisti della storia un passaggio quasi obbligatorio per tutti gli utenti Nintendo Switc appassionati del genere.

Xenoblade Chronicles 3: la (Crono)fiamma della speranza è destinata a estinguersi

Prima di iniziare con l’analisi più dettagliata della storia e della realizzazione del comparto narrativo, vogliamo liberarci del proverbiale elefante nella stanza, che in questo caso è veramente di grossissime dimensioni. La fase iniziale del gioco, il plot narrativo con cui gli eventi si mettono in moto, per intenderci, è decisamente più debole rispetto ai capitoli precedenti della serie, specialmente se paragonato a quella di Xenoblade Chronicles. Noah (il protagonista), Lanz e Yunie, tre dei sei volti principali – nonché personaggi utilizzabili del party – dell’opera, vivono la loro ridondante e spietata esistenza negli stretti e insospettabilmente oscuri confini della Colonia 9, una delle tante macro celle urbane che compongono il mondo del regno di Keves, protagonista di un conflitto spietato e incredibilmente longevo con il vicino regno di Agnus.

I giovani guerrieri, così come il resto delle truppe armate che difendono le loro rispettive colonie per volere delle due splendide e misteriose regine, vivono un’esistenza spartana, votata unicamente alla battaglia, giacché vengono addestrati proprio dalla loro “nascita” a diventare dei soldati perfetti, il cui unico scopo esistenziale è quello di servire la propria Colonia, per poi “ritornare” in quella sorta di dimensione ultraterrena da cui provengono. Contraddistinte dal fuoco della Cronofiamma, quello che è a tutti gli effetti il simbolo del controllo delle regine e dei misteriosi Consul, le Colonie si mostrano quindi come un agglomerato di carne da macello, una sorta di visione che scomoda produzioni esterne alla sfera videoludica come Hunger Games, The Promised Neverland e un po’ di Westworld, e gli esseri umani che le popolano vivono una sorta di non-vita, votata a una routine spietata e spaventosamente violenta. Il fuoco della speranza e del cambiamento, però, è destinato a infiammare subito l’animo dello stesso protagonista, che rappresenta fin dalle primissime battute quella sorta di voce fuori dal coro, un aspetto che si palesa in maniera decisiva dopo l’incontro-scontro con Miyo, Sena e Taion, tre guerrieri del regno di Agnus con cui i ragazzi sembrano costretti a scontrarsi.

Xenoblade Chronicles 3

Proprio questo incontro dà il via definitivo agli eventi che muovono tutta la storia, e l’intervento di una figura in qualche modo nota è la scintilla decisiva, una scintilla apparentemente insignificante ma che con il giusto carburante è in grado di incendiare e bruciare le corde della prigionia e della cecità dei nostri protagonisti. Al netto di un comparto narrativo di per sé complesso e stratificato, vogliamo però ammettere che, complice anche un inizio molto lento, abbiamo trovato la storia generale di questo Xenoblade Chronicles 3 forse un tantino meno interessante rispetto ai suoi predecessori, e questo capitolo, come detto poco sopra, seppur apparentemente sconnesso, ha il difficile compito di unire i misteriosi puntini invisibili che, a quanto pare, tenevano insieme due universi narrativi distinti e separati. E, a onor del vero, questa sensazione ci ha accompagnato per buona parte dell’avventura, fino al raggiungimento della seconda metà del gioco, in cui anche grazie a una visione più chiara degli eventi circostanti, abbiamo iniziato ad apprezzare maggiormente tutto il comparto tematico della produzione.

Xenoblade Chronicles 3 risulta capace come al solito di raccontare una storia complessa, spietata e affascinante, ricca di colpi scena e di attimi dolorosi, ma anche di tanti momenti emozionanti e in qualche modo romantici in cui perdersi per decine e decine di ore, fino al raggiungimento di un finale epico, in cui – senza spoilerarvi nulla – tanti puntini vengono collegati in maniera tutto sommato interessante e comprensibile. Nel complesso, dunque, narrativamente parlando questo terzo capitolo funziona, ma per quanto ci riguarda paga forse eccessivamente lo scotto di una prima metà di storia decisamente meno interessante e lo sforzo di fare da anello di congiunzione tra due mondi complessi e sfaccettati, su cui aleggia anche una realizzazione generale del character design forse un tantino meno ispirata che in passato.

Xenoblade Chronicles 3

I protagonisti e gli antagonisti

Così come vi avevamo già accennato in fase di anteprima, l’universo videoludico creato da Tetsuya Takahashi per questo Xenoblade Chronicles 3 ci è apparso come al solito curatissimo e variegato, soprattutto per quel che concerne la gestione del cast e del character design. Forte di una palpabile ispirazione verso prodotti dell’industria multimediale, in particolare produzioni quali Westworld, a cui il titolo si rifà molto sotto diversi punti di vista, Xenoblade Chronicles 3 imbastisce un comparto tematico in cui a brillare sono principalmente gli antagonisti, i quali ci sono risultati (quasi) tutti molto curati e ben caratterizzati, sia sul piano estetico sia su quello narrativo e del background.

L’oscurità che permea il mondo di gioco ben si lega proprio con essi, protagonisti di una sana sete di dominio che estende in maniera asfissiante e dolorosa il proprio giogo su quelli che sono all’apparenza inermi “umani”, costretti a sottostare a un potere superiore che erroneamente sembrano venerare e accettare senza cognizione di causa. Abbiamo trovato, a tal proposito, molto affascinante l’antagonista principale e in generale un buon numero di nemici “minori”, rappresentati principalmente dai sopracitati Consul, la cui genesi e gestazione strutturale a livello narrativo ci ha sicuramente lasciato molte più sensazioni positive di quanto ci saremmo aspettati dopo le prime ore di gioco. Durante la nostra anteprima, però, vi abbiamo accennato a un aspetto che ci aveva deluso o comunque convinto soltanto in parte, proprio relativo al cast e in generale al character design.

Xenoblade Chronicles 3

Ci riferiamo, paradossalmente, proprio ai personaggi “buoni”, i protagonisti, che onestamente non ci hanno convinto per realizzazione e caratterizzazione sin dall’inizio della storia e con il passare delle ore, per quanto questa sensazione sia stata decisamente smorzata, non possiamo nascondere che abbiamo dovuto in qualche modo confermare le impressioni avute all’inizio. Sia chiaro, non stiamo dicendo che il cast di Xenoblade Chronicles 3 sia brutto o che i personaggi principali siano dimenticabili, ma siamo comunque convinti che per certi versi siamo lontani dal lavoro svolto in tal senso con i precedenti capitoli, in cui abbiamo potuto assistere alla presenza di diverse figure diventate semplicemente iconiche, un aspetto che sembra mancare a questo terzo capitolo che però ha il grande merito di osare di più proprio a livello narrativo e il cui tentativo di “rompere” in parte con il passato è comunque da apprezzare.

Per intenderci, ci siamo sentiti meno “vicini” ai protagonisti e alle loro gesta, ma questo è probabilmente anche causa del disegno più ampio che si cela sullo sfondo e che prende forma soltanto con il tempo. A tal proposito, abbiamo invece letteralmente gridato di piacere grazie al cameo di volti noti della serie, ma a cui chiaramente non vogliamo fare alcun tipo di riferimento per evitare di rovinarvi la sorpresa. Nel complesso, comunque, Xenoblade Chornicles 3 è comunque un titolo narrativamente come al solito complesso e sfaccettato e siamo convinti che, al netto dei punti negativi sopracitati, saprà comunque regalare ai giocatori un disegno narrativo interessante e per alcuni tratti emozionante.

xenoblade chronicles 3

Gameplay e sistema di combattimento

Come vi avevamo già accennato in fase di anteprima, inizialmente avevamo qualche dubbio riguardo al sistema di combattimento, soprattutto per due ragioni: la questione e la profondità delle classi e la capacità del gioco di far amalgamare in maniera funzionale un quantitativo imponente di novità strutturali in termini di dinamiche di gameplay. Ebbene, dopo oltre 95 ore passate in compagnia di Noah, Lanz, Miyo e tutti gli altri protagonisti del gioco, siamo pronti a ribadire in maniera più convinta che i nostri dubbi sono stati spazzati via praticamente in toto e che anzi siamo di fronte al capitolo più maturo, appassionante e divertente della serie. In primis, abbiamo apprezzato parecchio proprio la nuova concezione delle classi, sia il modo con cui molte di esse si “sbloccano” sia il loro effettivo valore in battaglia e in termini di gameplay.

Disponibili in numero limitato ma comunque discretamente vasto sin dall’inizio, ma il cui ventaglio di possibilità risulta estendibile attraverso il completamento delle Missioni Eroe, degli incarichi “secondari” ma ben collegati con la storia principale, le Classi di gioco cambiano profondamente il valore effettivo in battaglia di tutti i membri del party, la cui composizione non è mai risultata tanto variegata e importante ai fini dell’avanzamento, specialmente nelle fasi più avanzate dell’avventura e negli scontri più impegnativi. Come avevamo già avuto modo di provare dopo le prime ore e in maniera ancor evidente ora che abbiamo concluso l’avventura, le Classi di Xenoblade Chronicles 3 rappresentano uno degli aspetti più riusciti di un JRPG che a livello ludico si presenta senza mezzi termini come un vero e proprio paradiso per gli appassionati, nonché senza ombra di dubbio il miglior capitolo della serie in tal senso, capace di colpire proprio per la profondità tattica e per la libertà d’approccio che scaturisce da questa dinamica, apparentemente marginale ma che invece funziona veramente alla grande.

Xenoblade Chronicles 3

Va poi detto che ogni classe va anche “sistemata” con equipaggiamenti e accessori a sé stanti, e dunque si apre la possibilità di creare build sempre più interessanti, votate più all’attacco o alla resistenza, alla potenza di cura o alla debilitazione dell’avversario e via dicendo, con effetti sempre tangibili e palpabili sul campo di battaglia. Le classi, che si dividono in tre tipologie di base (Attacco, Difesa, Supporto), variano parecchio anche proprio nella loro sfera di appartenenza, risultando quasi sempre diverse e soprattutto in grado di dare agli utilizzatori abilità uniche che in certi momenti dell’avventura diventano anche decisive.

Ognuno dei sei eroi, inoltre, ha una compatibilità maggiore con le classi stesse ed è dunque importante tenere a mente questo concetto prima di elaborare i propri piani tattici. Archiviato il doveroso discorso sulle classi, vogliamo spostare la nostra analisi sul combattimento in sé, che ancora una volta si è confermato incredibilmente divertente, appagante e mai banale nella sua concezione. Xenoblade Chronicles 3 eredita in blocco quanto di buono visto nei capitoli precedenti e lo perfeziona a dovere, con delle aggiunte significative alla formula base che rendono l’esperienza di gioco sempre più completa e appagante.

xenoblade chronicles 3

In primis, abbiamo amato la scelta di schierare in campo contemporaneamente tutti i membri del party, senza divisione in titolari e “riserve”, un aspetto che ci aveva destato qualche dubbio circa il possibile caos su schermo generato dalla presenza di tutti questi “giocatori”, ma in realtà si è rivelata una delle idee più vincenti della produzione. Con tutti i membri del party in campo quella sensazione di trovarsi per mano una sorta di MMO ci ha pervaso letteralmente, e questa dinamica ha dato vita a battaglie sempre entusiasmanti e spettacolari, e soprattutto mai caotiche, poiché il sistema di comando e soprattutto l’interfaccia di gioco riescono a rendere l’esperienza in battaglia sorprendentemente chiara e immediata anche al netto delle tantissime dinamiche introdotte o riproposte. Su tutti, chiaramente, spicca la Fusione, che consente a due membri del party (tre coppie da due) di unire le proprie forze nel vero senso della parola, diventando un’unica entità chiamata Ouroboros, una sorta di guerriero robotico dalle dimensioni generose che ricorda un po’ mostri sacri dell’industria degli anime come Gundam, Voltron e via dicendo.

Xenoblade Chronicles 3

Queste creature, oltre a poter utilizzare in maniera del tutto personalizzabile le tecniche Fusione, e dare vita così a delle combo sempre più variegate, sono in grado di combattere indipendentemente dai punti vita, e basano il loro impiego su una barra di “durata” che si esaurisce man mano che si avanza nello scontro. A differenza degli eroi, le forme “Fusione” hanno un vero e proprio albero delle abilità, liberamente potenziabile dal giocatore e, nonostante non si tratti di nulla di clamorosamente ispirato, il tutto contribuisce a evidenziare ancora di più la grande cura con cui tutto il sistema è stato pensato. Gli Ouoroboros possono anche sprigionare degli Assalti di Gruppo “speciali”, a patto di caricare la Fusione al livello massimo (3) prima di iniziare l’assalto in sé, un’altra dinamica riproposta e che in questo capitolo viene perfettamente amalgamata col sistema di classi, con cui si dà vita a soluzioni sempre diverse in base all’eroe scelto per attaccare. E, onestamente, tutte queste tecniche, combo, tipologie di attacchi e fusioni varie, come già detto, ci spaventano non poco poiché potenzialmente ritenute eccessive e potenzialmente invasive.

Invece, al netto di qualche tutorial di troppo (alcuni anche nelle fasi avanzatissime di gioco e dopo oltre 50 ore di vita su Aionios) ci siamo sorpresi nel vedere quanto fossimo nel torto, con un sistema di combattimento e di gestione degli scontri che invece ci è risultato sempre fluido e immediato, cosa che, unita alla dinamica delle classi, ha anche inciso parecchio sul livello di sfida generale offerto dalla produzione. Pur rimanendo un titolo potenzialmente pensato per andare incontro a tutte le esigenze, specialmente quelle dei giocatori maggiormente alla ricerca di una sfida intrigante, Xenoblade Chronicles 3 viene accompagnato da una curva di difficoltà se vogliamo più “morbida” e gestita meglio rispetto al passato, priva di quei picchi improvvisi forse eccessivi intravisti nei capitoli precedenti. Questa scelta, dal nostro punto di vista, ha reso l’esperienza di gioco ancor più completa, appagante e stimolante, e siamo convinti che fondendo tutto quanto insieme Monolith abbia fatto un centro praticamente pieno, portando sugli schermi un JRPG che rasenta la perfezione sotto il profilo del gameplay, capace di migliorare una formula già ben rodata e di portare tutto su un livello ancor più alto.

Xenoblade Chronicles 3 uscita

Esplorazione, open world, side quest

Al di là del gameplay, inteso come sistema di combattimento e gestione degli scontri, anche l’esplorazione e in generale tutte le dinamiche relative al “vivere la vita” su Aoionios ci hanno suscitato delle ottime sensazioni, seppur con qualche piccola riserva. In primis, come avevamo già accennato in precedenza, abbiamo apprezzato non poco la scelta di rendere le aree esplorabili meno enormi e dispersive di quanto visto nei capitoli precedenti, in cui spesso si rischiava anche di smorzare non poco il ritmo dell’avventura. Xenoblade Chronicles 3 viaggia su un binario decisamente diverso e lo si capisce sin dalle battute iniziali. Il ritmo dato all’avanzamento del gioco risulta sin da subito più spedito e meno dispersivo, cosa che si ripercuote anche sulla gestione proprio delle aree esplorabili e dei punti di interesse.

Pur offrendo comunque oggetti da raccogliere, eventi “occasioni” su cui intervenire e in generale un buon numero di nemici (e una buona varietà, come abbiamo visto in fase di anteprima) su schermo, le aree di Xenoblade Chronicles 3 sono quasi sempre più contenute e meno dispersive, e si legano con la volontà degli sviluppatori di dare più focus alla storia principale e all’avanzamento generale rispetto al passato, cosa che si evince anche dalla minor presenza di boss secondari e mini boss, maggiormente concentrati in zone più evidenti e specifiche delle mappe. A tal proposito, però, le dinamiche relative all’allerta Keves e Agnus o alla liberazione delle varie Colonie ci sono sembrate troppo marginali e poco incisive, poiché non abbiamo quasi mai veramente sentito il peso di questi fattori sull’esplorazione, che rimane fondamentalmente immutata nella sua piacevole fruizione fino alla fine dell’avventura.

xenoblade chronicles 3

Tornando agli aspetti positivi, la maggior concentrazione delle mappe si traduce anche in una maggiore chiarezza in termini pratici, in cui anche raggiungere i vari punti d’interesse diventa più veloce e immediato. Va detto che come al solito gli sviluppatori hanno reso possibile comunque il viaggio rapido tra una zona e l’altra comodamente visitando la mappa dal menù del gioco, con cui è possibile raggiungere gli avamposti o le zone cittadine o i “Falò”. Proprio visitando questi ultimi è possibile sfoggiare anche le abilità degli immancabili nopon che seguono gli eroi, ossia Riku e Manana. Questi ultimi permettono al party di potenziarsi sia attraverso nuove gemme sia con del buon cibo, i cui effetti donano diversi bonus al party in base alla rarità dei piatti cucinati. Anche la gestione delle quest secondarie risulta più “leggera” e meno invasiva che in passato. A differenza soprattutto del primo Xenoblade, di questo terzo capitolo abbiamo apprezzato la scelta di ridurre drasticamente il numero di quest secondarie, di renderle più concentrate e meglio collegate alla storia principale.

Questo aspetto ha avuto dei risvolti molto interessanti sull’avanzamento su Aionios, poiché ci ha dato modo di vivere il mondo di gioco in maniera più totale e dispersiva, ma soprattutto, dal nostro punto di vista, ha alzato l’asticella qualitativa verso un livello decisamente superiore e più intrigante. Di conseguenza, possiamo affermare che l’open world offerto da Xenoblade Chronicles 3 è decisamente più contenuto e meno “open”, ma risulta nettamente superiore a quanto visto nei capitoli precedenti, sia per quanto riguarda la fruizione dei contenuti sia proprio a livello del ritmo di gioco, finalmente più “violento” ma sempre e comunque ricco di dialoghi, cinematiche e sequenze in cui la vena “giapponese” si avverte con forza e decisione, nel bene o nel male.

Xenoblade Chronicles 3

Tecnica e grafica

Da un punto di vista strettamente tecnico, artistico e audiovisivo, Xenoblade Chronicles 3 si rileva un prodotto fortemente in linea con quanto visto nelle precedenti iterazioni del brand, nel bene e nel male. Il vastissimo e sconfinato mondo di Aionios è di fatto ancora una volta un luogo meraviglioso da vivere e da respirare a pieni polmoni, grazie anche a una libertà d’azione quasi totale, ed è capace di regalare alcuni scorci veramente memorabili, specialmente se si analizzano le sezioni all’aperto. Proprio a tal proposito, è impossibile però non far riferimento a quelli che sono i “problemi” più evidenti della produzione sotto questo aspetto, che si rivela a nostro modo di vedere sin troppo derivativa e poco ispirata, e soprattutto priva di un qualcosa di veramente unico e memorabile. Il mondo di Xenoblade Chronicles 3, per intenderci, sembra un po’ un mix dei suoi predecessori, e ciò diventa in qualche modo sempre più evidente col passare delle ore e dei capitoli, che sottolineano sempre di più quella volontà di mantenersi in una sorta di comfort zone artistica.

Ciò si evince anche dal character design dei tantissimi personaggi che si alternano sullo schermo, sia quelli principali sia quelli secondari, che per quanto risulta comunque di ottimo livello non riesce quasi mai a rubare l’occhio dal unto di vista dell’ispirazione e della creatività. Monolith potrebbe “motivare” questa scelta basandosi sull’ambientazione derivativa del mondo di Aionios, che sembra collegato direttamente a quelli che erano gli universi videoludici dei due capitoli precedenti della saga, ma noi siamo convinti che forse un piccolo sforzo in più si sarebbe potuto compiere, specialmente per quel che concerne le caratterizzazione delle aree di gioco più importanti. Col passare delle ore, infatti, abbiamo dovuto constatare la mancanza di quel colpo di genio particolare nella raffigurazione del mondo di gioco, per quanto possiamo già anticiparvi che una delle aree finali del gioco saprà sicuramente allietare il vostro palato audiovisivo per bellezza e ispirazione estetica, ma si tratta comunque di un caso raro e non diffuso come avremmo voluto.

Xenoblade Chronicles 3

Sotto il profilo tecnico, Xenoblade Chronicles 3 risulta un timidissimo passo avanti per la serie, anche se a un occhio attento il gioco si mostra in verità molto in linea a livello puramente visivo sia a Xenoblade Chronicles 2 sia al più recente Xenoblade Chronicles: Definitive Edition. Il nuovo capitolo della saga porta su schermo modelli poligonali molto simili a quelli visti in precedenza e, per quanto si avverte una certa “pulizia generale” più accentuata, ci è parso evidente quanto il motore grafico su cui si muove l’avventura di Noah e tutti gli altri sia comunque fortemente legato a una struttura tecnica già conosciuta, per quanto comunque funzionale.

A tal proposito, è doveroso sottolineare quanto a livello di risoluzione la nuova fatica di Monolith non brilli particolarmente per densità e pulizia dei pixel, anche se in linea generale la bellezza di diversi scorci del mondo di gioco riesca a nascondere un po’ questa problematica. Inoltre il gioco si dimostra comunque molto stabile sia in modalità portatile sia in modalità a schermo “intero”, per quanto comunque abbiamo trovato i caricamenti talvolta troppo frequenti e in alcuni casi eccessivamente lunghi. Proprio tornando a Noah e agli altri, ci sentiamo di affermare che forse siamo rimasti leggermente delusi per quel che concerne la caratterizzazione estetica dei personaggi principali e dei comprimari vari, sotto diversi aspetti sottotono e poco ispirati artisticamente. Fortunatamente, questo dettaglio si avverte molto di meno analizzando il bestiario e soprattutto gli antagonisti, soprattutto quelli principali, che risultano decisamente interessanti anche a livello estetico e artistico.

xenoblade chronicles 3

L’aspetto su cui non abbiamo nessuna riserva, infine, è quello relativo – come già accennato in fase di anteprima – al comparto sonoro. Le melodie che accompagnano il viaggio degli Ouroboros verso la “terra promessa” diventano man mano sempre più solenni, emozionanti, quasi romantiche, ed evidenziano il solito, grande, lavoro svolto in tal senso sull’universo di Xenoblade, curato da artisti come Yasunori Mitsuda, ACE, Manami Kitsoda, Kenji Hiramatsu e Maram Abounnasr.

Chiosa finale sul doppiaggio: quello originale, in lingua giapponese, ci è piaciuto veramente tanto, ma non possiamo dire lo stesso di quello inglese. Dal nostro punto di vista, infatti, Nintendo dovrebbe iniziare a pensare di cambiare i suoi attori, poiché anche nella nuova avventura di Monolith abbiamo ascoltato le voci molto diffuse di alcuni volti notissimi che però non ci sono sembrati sempre perfettamente nel cuore dell’azione e della loro parte. Si tratta di un dettaglio piccolo, certo, ma ci auguriamo che venga preso in considerazione per i prossimi lavori della software house, che ha comunque realizzato il solito grandissimo e imperdibile JRPG che tutti gli appassionati del genere non dovrebbero proprio lasciarsi scappare.

Xenoblade Chronicles 3


Xenoblade Chronicles 3 è sicuramente lo “Xenoblade” più completo, appagante e strutturalmente complesso e stratificato sul piano del gameplay e della “visione” del gioco in sé. Monolith Soft ha partorito un capitolo impressionante sotto il profilo dei contenuti, soprattutto sul piano del gameplay e del sistema di combattimento, arrivati a un livello praticamente inarrivabile per la stragrande parte della maggioranza. A “stonare”, però, dal nostro punto di vista vi è una trama complessivamente inferiore rispetto a quella dei suoi predecessori ma comunque funzionale, che ci è apparsa per certi priva di momenti veramente epici e passaggi indimenticabili. A tal proposito, anche il character design dei personaggi principali lo abbiamo trovato un po’ più “piatto”, ma risulta comunque di grande livello, soprattutto se si analizzano i villain e gli antagonisti più importanti. Il sistema di classi, la gestione più “intima” dell’open world e delle attività secondarie, oltre alle cosiddette “missioni Eroe” fanno da ciliegina sulla torta a una torta ricchissima e che, sicuramente, al netto delle incertezze sopraelencate rappresenta un acquisto obbligatorio per tutti gli appassionati del genere e – chiaramente – della saga. 

8.9

Pro

  • Sistema di combattimento sempre più rifinito e appagante
  • Le classi funziono molto bene
  • Gestione delle missioni secondarie e dell'open world più "intima", ma funzionale
  • Colonna sonora splendida

Contro

  • Trama non "memorabile" come in passato
  • Character design sottotono, almeno rispetto agli altri capitoli della serie
  • Caricamenti frequenti e talvolta troppo lunghi
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