XCOM: Chimera Squad – Recensione
Il mondo raccontato in XCOM: Chimera Squad è molto diverso da quello attuale, ma anche da quello mostrato nei precedenti capitoli della serie di Firaxis Games: a seguito della fine della guerra alieni, ibridi e terrestri ormai convivono in una società che però continua a presentare le stesse contraddizioni e problematiche degli anni passati. Così, a cinque anni dal finale di XCOM 2: War Of The Chosen, la squadra speciale Chimera Squad mantiene l’ordine all’interno della futuristica Città 31, luogo di numerose rivolte scaturite da gruppi di ribelli, i quali mirano a ottenere un maggiore potere, soprattutto a seguito del caos generato nel centro urbano dalla morte di una delle figure politiche di riferimento.
XCOM: Chimera Squad segue quello che è lo stile dei precedenti capitoli della serie, con qualche interessante aggiunta che non varia la formula base di uno strategico a turni. Il luogo di principale interesse per questo capitolo è la già citata Città 31, martoriata da rivolte a cui prendono parte gruppi di ribelli che tentano di destabilizzare l’equilibrio guadagnato a suon di lacrime, sangue e colpi di fucile al plasma dai componenti delle squadre XCOM nei precedenti conflitti. Proprio per cercare di sedare queste insurrezioni interviene la squadra speciale Chimera Squad, costituita da undici specialisti – che sbloccheremo strada facendo – pronti a scendere in campo per arginare la situazione e scoprire cosa si cela davvero dietro al caos che sta avvolgendo la metropoli in maniera tanto inaspettata quanto brutale.
Con XCOM: Chimera Squad i ragazzi di Firaxis Games hanno provato a rivedere alcune delle caratteristiche proprie della serie. Nonostante si rimanga comunque ancorati alla formula alla base degli altri capitoli, ossia quella di uno strategico a turni, la parte gestionale (seppur presente) è rivista e modificata in questo titolo, proponendo una tipologia di gioco che cerca di attirare sia i fan più accaniti della serie sia i novizi. Chimera Squad è stato per gli sviluppatori un’importante occasione per rivedere alcune idee di gameplay, introducendo meccaniche pensate per dare una boccata d’aria fresca a uno schema consolidato ma pur sempre migliorabile.
Mantenere il controllo delle rivolte cittadine non è semplice ed è bene studiare con attenzione la situazione prima di agire: dall’hub di gioco è possibile tenere traccia di tutte le aree della città, sulle quali spesso si deve intervenire per evitare che il caos dilaghi. È da qui che prendono poi il via le varie missioni impostante con i combattimenti a turni tipici della serie, con qualche variazione sul tema: viene innanzitutto introdotta una nuova meccanica chiamata irruzione, che permette di guidare i membri della propria squadra in un micidiale ingresso in campo al primo turno, selezionando i bersagli nemici in una sorta di bullet time che consente di ottenere un enorme vantaggio sugli avversari se si è bravi a sfruttare bene le proprie carte.
È possibile scegliere tra più punti dai quali i membri dell’unità entreranno in scena, conferendo bonus particolari e pericoli direttamente proporzionali a seconda della scelta, spingendo sempre a valutare i rischi in maniera attenta prima di prendere una decisione. Molto spesso le missioni vengono divise in più parti intervallate tra loro proprio da fasi di irruzione, fornendo un’interessante variazione al ritmo di gioco. Allo stesso tempo acquisiscono un’importanza ancora maggiore i cittadini da portare in salvo durante le missioni: sta a noi decidere se rischiare azzardando un loro salvataggio, consapevoli che lasciandoli indietro contribuiremo ad aumentare il livello di rivolte in quella zona della città, mentre portandoli al sicuro potremo fornire una panacea allo straripante malcontento cittadino.
Un’altra novità è data dalla presenza di un ordinamento dei turni, nei quali l’azione di ogni soldato – alleato e nemico – viene eseguita secondo una successione precisa data dalla linea temporale presente sullo schermo (rispetto ai titoli precedenti in cui ogni turno ci vedeva muovere tutti i membri della nostra unità in gruppo, selezionandoli uno dopo l’altro). Le mosse degli avversari diventano quindi maggiormente prevedibili ed è possibile reagire prontamente a un attacco, senza dover aspettare che tutti i nemici abbiano compiuto le loro azioni. Come spiegato in alcune interviste, il team di sviluppo ha preso questa decisione per fornire un maggiore potere decisionale al giocatore, capace adesso di controbattere immediatamente agli attacchi di un nemico e non più obbligato ad aspettare la fine delle mosse di tutti gli avversari. Il posizionamento sulla linea temporale può inoltre, a seconda delle necessità, essere modificato con specifiche abilità, fornendo una via d’uscita anche nelle situazioni più critiche.
Il contrattacco immediato rende perciò più semplice rispondere alle mosse avversarie: a questo contribuisce un’intelligenza artificiale avversaria non particolarmente brillante a difficoltà normale, che è una dei 4 livelli differenti selezionabili assieme a numerosi modificatori, i quali consentono di personalizzare la propria partita aggiungendo opzioni che ne aumentano la difficoltà in maniera indiretta, proponendo – con la modalità hardcore – un solo slot di salvataggio oppure costringendo a rigiocare la campagna dall’inizio a seguito di un game over. Tutti elementi che, inoltre, strizzano l’occhio al fattore rigiocabilità.
Per sostituire quella che era la divisione in classi dei soldati nei capitoli precedenti, in XCOM: Chimera Squad sono presenti specifiche caratteristiche dei singoli membri che fanno parte della squadra, tutti dotati di una loro personalità: ogni individuo rappresenta una diversa tipologia di soldato dalle differenti abilità, che si sbloccano salendo di livello e che lo rendono ancora più letale sul campo o più efficace nel supporto al team. Per superare le missioni è necessario soddisfare gli obiettivi principali e far sopravvivere tutti gli elementi della squadra: prestare attenzione alla salute dei soldati diventa quindi un requisito fondamentale, specie perché una volta persi tutti i punti salute questi andranno in sanguinamento, ovvero uno status che se non curato porterà alla morte e al conseguente fallimento della missione entro pochi turni.
Non solo combattimenti però: dalla base operativa della Chimera Squad si può decidere come gestire e come potenziare la propria squadra, magari acquistando nuove armi ed equipaggiamenti per il proprio team, effettuando allenamenti che migliorano le statistiche dei personaggi, lavorando nell’area progettati per sviluppare nuovi prototipi, o ancora facendo partire indagini dalle quali si ottengono risorse aggiuntive da spendere per acquistare equipaggiamenti o finanziare team di supporto per pattugliare al posto nostro alcune sezioni della città (abbassando il rispettivo livello di caos). Diventa quindi possibile controllare tutto in maniera precisa, distribuendo i vari membri del team tra le vari mansioni e decidendo quali mandare in missione. Nel corso del tempo il numero di personaggi aumenta, permettendo di operare su più fronti in uno stesso giorno: lavorando con un roster così ristretto rispetto ai canoni della serie, però, avremmo gradito maggiori possibilità di personalizzazione sia dal punto di vista delle abilità sia da quello estetico.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, XCOM: Chimera Squad non offre nulla di eccezionale, ma è in linea con i canoni della serie. Le animazioni e la cura grafica non fanno gridare al miracolo, ma sono comunque funzionali al loro scopo. Allo stesso modo i luoghi in cui si svolgono le missioni sono piacevolmente dettagliati e dotati di un gran numero di coperture con le quali proteggersi durante la propria avanzata verso il nemico. La telecamera non sempre risulta comoda, specie negli spazi chiusi dalle dimensioni non troppo grandi dove avvengono molte delle battaglie del gioco.
Degna di nota la presenza della localizzazione in italiano: tutti i personaggi sono infatti doppiati, cosa che conferisce a tutta la Chimera Squad un’ulteriore profondità che permette di apprezzare al meglio ogni singolo personaggio, soprattutto in confronto a quanto succedeva con i precedenti capitoli della serie XCOM dove, per forza di cose, bisognava abituarsi a dei soldati piuttosto anonimi, con il rischio sempre incombente di vederli cadere sul campo di battaglia.
XCOM: Chimera Squad è un’interessante variazione sul tema di una serie che nel tempo ha ottenuto molto successo, ma che allo stesso modo si prepara a un nuovo cambiamento per il prossimo futuro. Il nuovo stile dei turni permette di agire in maniera completa sul campo di battaglia e di rispondere colpo su colpo agli attacchi nemici, fornendo un maggiore controllo della situazione. Il prezzo di vendita è senza dubbio ottimo e siamo certi che gli appassionati non dovrebbero lasciarsi sfuggire l’opera, specie alla luce della presenza di nuove meccaniche che, con buona probabilità, saranno riproposte anche in un futuro XCOM 3.
Pro
- Il nuovo sistema a turni funziona molto bene
- Interessante la meccanica delle irruzioni
- Buon rapporto qualità-prezzo
Contro
- Non tutti apprezzeranno i cambiamenti
- L'intelligenza artificiale non è sempre brillante
- Poca varietà nella struttura delle missioni
Non so quante ore avrò passato su XCOM (X360) e XCOM 2 (PS4); spero abbia successo, così da fargli venir voglia di portarlo su console.
Anyway, bella recensione; mi piace molto il fatto di avere una squadra ibrida
Grazie! Sì la squadra ibrida è molto carina come idea, rende i combattimenti molto più vari. Unica pecca è che personalmente sento la mancanza del permadeath