WRC 8 – Recensione
Catalizzante, avviluppante, in una sola, altra parola, esaltante. Non ci sono altri termini per descrivere l’operato di Kylotonn Games, stavolta.
Appena scesi in pista, l’animale da corsa annusa il profumo della terra, pronta a sfracellarsi a causa dell’attrito degli pneumatici sul manto stradale, portando il motore al numero di giri ideale per effettuare la partenza perfetta e stringendo parimenti il volante a guisa di rosario, inanellando una marcia dietro l’altra, come se ne stesse scorrendo velocemente i grani. Si avvicina il primo checkpoint, spera di essere in cima alla lista dei tempi e intanto continua a distruggere i battistrada, facendoli stridere al limite della sopportazione.
È una libidine, una lotta continua con il sovrasterzo di potenza, l’esaltazione della guida precisa ma ignorante. E se è vero che WRC 8 costituisce pietanza prelibata anche per gli amanti dei veicoli che hanno fatto la storia di questo sport, considerando la presenza di un fottio di auto storiche, sappiate che il rally così come descritto da codesta declinazione binaria non è uno sport per pivelli o poppanti succhia pollici.
Asservire le rinnovate routine che governano la fisica di questa bestia a trazione integrale alle proprie necessità è la sfida maggiormente ardua, ancor più difficile rispetto al mantenere la mente sgombra da pensieri che non siano la voglia di primeggiare e far mangiare la polvere agli avversari. E mentre il viaggio verso il traguardo prosegue, davanti ai suoi occhi scorrono ambientazioni di ogni tipo e sorta.
Sebbene la fluidità e l’armonia con cui si palesano innanzi alle sue retine lascerebbero impallidire, per la quasi metronometrica frequenza, persino il più abile degli sciatori altoatesini nel bel mezzo di una marcia di regolarità, lo spettacolo fatica a impressionare, mancando della vivacità e l’attenzione ai singoli dettagli di un Dirt qualsiasi. La scalata verso il successo, tuttavia, continua a emozionare il pilota, cosciente che sì, finalmente anche nel realistico mondo di WRC 8 il meteo è divenuto dinamico. Cominciare la tappa sotto il sole cocente, per ritrovarsi durante le battute finali nel bel mezzo di un principio di acquazzone non rimarrà pertanto un desiderio chiuso nel più profondo dei cassetti.
Ma a lui poco importa degli aspetti climatici, il cervello è troppo impegnato a irretire le braccia e le gambe per poter pensare a quisquilie del genere. Tenere a bada i trecento cavalli e imbrigliarli per sottometterli alla propria volontà risulta essere difficile ora come in passato, ma non c’è tempo per ricordare che no, qui non siamo in Sega Rally e che probabilmente i meno abili degli homo sapiens trascorrerebbero la quasi totalità della tappa a fare il pelo a bordo pista o, ancora peggio, ad abbrustolire una salsiccia a valle, dopo un ruzzolone protrattosi per decine di metri.
L’impostazione totalmente votata al realismo di WRC 8 richiede infatti impegno, dedizione e sagacia col volante, virtù che solo i veri appassionati di motorsport avranno la possibilità di sfoderare con costanza. Ed è fantastico osservare come, riflessione a latere, l’impresa che si appresta a compiere l’eroico driver sia il frutto di un lavoro di squadra che in WRC 8 va gestito, tanto dal punto di vista economico, quanto da quello squisitamente legato alla fatica dell’entourage e le qualità precipue di ognuno dei componenti.
Ciascun membro può portare il suo significativo apporto, diventando parte integrante di un meccanismo di cui il rally ne rappresenta semplicemente l’appendice finale. Può scegliere cosa prediligere, all’interno del team: sviluppare prestazionalmente il mezzo, piuttosto che aumentare le possibilità espresse dal gruppo di lavoro o, perché no, migliorare l’affidabilità e la durabilità del proprio veicolo.
E seppure esista la remota possibilità di cambiare casacca per fornire le proprie skill di pilotaggio a un altro costruttore, lui ha solo un obiettivo: imporsi con qualsiasi cosa si ritrovi sotto il proprio deretano. L’homo drivens ha un team in grado di sostenerlo, osannandolo per le imprese passate e quelle future, una crew che, pur nella piena eterogeneità di ogni componente, forma una meravigliosa armonia capace di spingerlo a sfidare le leggi della fisica e dello spazio tempo, ammaestrando e curando il velocissimo bolide a quattro ruote neanche fosse il proprio pargolo preferito. Il suo capolavoro.
Pochi metri e l’agognato traguardo di stage sarà alle sue spalle. È in vetta alla timetable, ha vinto la personalissima sfida con il cronometro, almeno per stavolta. Di fronte a lui uno strambo uomo, dotato di occhiali con lenti talmente spesse da far impallidire quelle di Mr. Magoo, sogghigna. Gli si avvicina, sussurrando all’orecchio un qualcosa di simile a “… E ora devi dimostrare il tuo valore nelle modalità online”.
Certo, perché con WRC 8, il pilota di rally non vede esaurire la propria fame velocistica in seguito a una, comunque importante, vittoria sull’avversario computerizzato. Nossignore. La strada per la consacrazione definitiva è lunga, lunghissima, talmente tanto da arrivare lì dove ad attenderlo c’è la più mastodontica delle sfide. È subito epifania, già se la immagina quell’autostrada online, vero punto di arrivo verso cui si proiettano le sinapsi di ogni fagocitatore di trionfi degno di poter essere chiamato tale.
WRC 8 è il sogno bagnato di tutti coloro i quali attendevano con impazienza un prodotto motoristico egregiamente confezionato, ricco di contenuti ed esplicitamente votato al realismo. L’opera di Kylotonn Games è la giostra da cui il purista non vorrebbe mai scendere, ma anche gli altri farebbero bene a farci un giretto. Prosit.
Pro
- Giocabilità alle stelle
- Tanti contenuti
- La modalità Carriera
- Molto realistico...
Contro
- ... Forse troppo per alcuni
- Graficamente migliorabile