World of Warcraft: Shadowlands – Recensione
Sylvanas Ventolesto ha squarciato l’elmo del Re dei Lich, aprendo così un portale per le Terretetre e grazie all’aiuto dei perfidi scherani del Carceriere è perfino riuscita nel rapimento dei maggiori rappresentati di Orda e Alleanza. Starà a noi salvare re Anduin, Jayna e compagnia bella, lanciandoci nell’oltretomba e intessendo patti con le congreghe dell’aldilà. Rotta verso Shadowlands!
Blizzard Entertainment ha finalmente lanciato la nuova espansione di World of Warcraft, che dopo 16 lunghi anni di vita è pronto a tornare in rinnovata veste sul mercato. Shadowlands, forte di una pre-patch decisamente corposa, è da una settimana prepotentemente installato sui nostri PC, ed è ora di sviscerare i contenuti proposti al lancio. Riuscirà l’anziano MMO di Blizzard a dire ancora la sua?
Negli scorsi giorni abbiamo parlato in un approfondimento dedicato di come Blizzard abbia rivoluzionato il leveling e reso decisamente più appetibile l’accesso ai contenuti end-game ai nuovi giocatori, addirittura riducendo il level cap.
Nelle Terretetre, avremo l’opportunità e dunque l’obbligo di avanzare dal livello 50 fino al 60, durante una campagna-tutorial che ci porterà in visita alle quattro mappe delle diverse congreghe. Durante questo periodo di prova potremo saggiare appieno i poteri derivanti dalle fazioni, fino a poter scegliere, a fine campagna, quella che fa per noi. Nel Bastione, andremo a saggiare l’incipit di una trama che vede protagonista una rivolta angelica, strettamente legata al paladino Uther, ucciso dal suo allievo: il celeberrimo Arthas Menethil. In Maldraxxus, reame della guerra, combatteremo fiano a fianco di Draka: la genitrice dell’eroico Thrall.
In Selvarden, regno della natura, faremo la conoscenza dei fatati Silfi della notte e protettori della foresta eterna, mentre nella diabolica e gotica Redendreth assisteremo a tradimenti e sotterfugi d’ogni sorta, ergendoci contro l’appetito insaziabile di taluni divoratori d’essenza.
Esiste perfino un quinto regno, la Fauce, dimora di dannazione eterna senza possibilità di redenzione alcuna, ed è proprio qui che saranno imprigionati i leggendari protagonisti di World of Warcraft. Questo teatro infernale sarà patria delle sfide più complesse e cadenzerà fortemente le prime battute della campagna di questa espansione. Ciò che colpisce maggiormente è sicuramente l’estetica delle nuove aree proposte da questa espansione, che completamente rinnovata rispetto ai più anziani scenari che eravamo abituati a calcare, sarà un vero e proprio piacere per gli occhi. D’altro canto lo stacco grafico tra le Terretetre e le capitali delle fazioni è notevole e a ogni ritorno a Roccavento o Orgrimmar, la discontinuità visiva sarà palese.
Il progresso dei nostri personaggi non li arricchirà quasi del tutto di nuove abilità, andando semplicemente a potenziare alcune di quelle già esistenti, rendendo le classi quasi completamente immutate nel passaggio da Battle for Azeroth e Shadowlands. Ciò che andrà a impattare sul nostro personaggio è quasi esclusivamente legato alla scelta della congrega, che fornirà due abilità uniche a seconda della nostra preferenza.
La scelta della congrega è tuttavia meno libera di quanto si possa pensare, forzando il giocatore a scegliere la più idonea per la classe e il ruolo prescelti, sacrificando completamente preferenze di lore o estetica. Nulla vieta al giocatore di scegliere la fazione preferita, sacrificando tuttavia parte dell’ottimizzazione potenziale del nostro alter ego virtuale. Una volta terminata la campagna introduttiva e preso parte a una congrega, ci troveremo nell’effettivo contenuto dell’espansione. Sebbene i contenuti proposti siano molteplici e variegati, il sistema di gioco ci vincola a una progressione squisitamente legata al completamente di daily e weekly: missioni giornaliere e settimanali da completare quasi obbligatoriamente per godere del giusto ritmo nel progresso dell’avventura.
È stato ad esempio impossibile completare almeno due delle missioni principali durante la prima settimana a causa del tetto massimale e insormontabile di risorse disponibili, per le quali è stato necessario attendere lo scoccare della seconda settimana di Shadowlands. Questi limiti si applicano costantemente a tutti i contenuti di gioco, andando fortemente a caratterizzare la proposta di Blizzard.
I contenuti principali proposti da Shadowlands sono tuttavia molteplici e sicuramente interessanti. Per i giocatori progress a caccia di contenuti impegnativi, tornano in forma smagliante i dungeon, che suddivisi in modalità normale, eroica e mitica, rappresentano il cuore pulsante dell’evoluzione del personaggio. Ogni boss abbattuto all’interno di una spedizione fornirà pezzi di equipaggiamento a seconda del livello di completamento. Le mitiche si vedono per ora depauperate dal content di difficoltà a scalare vista in Battle for Azeroth, la precedente espansione, ma questa particolare meccanica vedrà di nuovo la luce con il progredire dell’espansione. Ogni spedizione può essere completata con successo una sola volta per settimana a livello mitico, pena la mancanza di drop dei boss nei successivi completamenti. Considerando il drop rate dei pezzi che andranno a vestire il nostro personaggio, abbiamo trovato questa limitazione fastidiosa ma propedeutica a uno scandire sano e globale dell’esperienza di gioco.
La scalata della torre di Torgast rappresenta una vera e propria novità in casa Blizzard: si tratta di un dungeon procedurale suddiviso in varie ale e piani, che propone sfide dalla difficoltà crescente, che riusciremo a sormontare grazie a potenziamenti casuali da collezionare nella maggiore quantità possibile.
Come per le istanze mitiche, le varie ali di Torgast andranno ad ampliarsi di settimana in settimana, cadenzandone l’esplorazione e la progressione della storia a esso collegata. Dopo varie run all’interno dei suoi piani, possiamo asserire con certezza che quanto reso disponibile finora è decisamente interessante, in grado di proporre una vera sfida ai gruppi di giocatori che oseranno avventurarvisi. Sebbene la difficoltà aumenti in maniera esponenziale a seconda della grandezza del party, affrontarla in solitaria risulta decisamente più accessibile e navigabile. Per quanto riguarda il comparto PvP, vediamo invariata la formula relativa ai campi di battaglia casuali e le arene, che ormai da anni vede come grande assente il gear PvP, continuando ad ammiccare verso un set unificato con il PvE. Competendo in agguerrite battaglie contro gli altri giocatori, sarà possibile nelle prossime settimane ottenere utili pezzi d’equipaggiamento come nelle scorse espansioni, fornendo al giocatore una notevole opzione di varietà di gioco.
Il comparto audio può vantare un doppiaggio in lingua italiana di prima qualità e la mole di testo al quale viene data voce non è relativa esclusivamente alla main quest, ma spalmata su molteplici contenuti di gioco. La colonna sonora svolge invece il semplice compito di tappeto musicale, senza mai protagonista. Siamo anni luce lontani dalle ruggenti musiche e atmosfere viste ad esempio in Final Fantasy XIV.
Mouse e tastiera alla mano, le prime battute di World of Warcraft: Shadowlands si sono rivelate entusiasmanti e ricche di contenuti, sebbene la progressione limitata di settimana in settimana rappresenti una notevole barriera per coloro più ansiosi di saggiare lo sviluppo degli eventi. La numerosa quantità di dungeon e il primo raid in arrivo la prossima settimana, sono solo parte dei molteplici contenuti d’alto livello proposti, rappresentando la punta di diamante di questa parte dell’espansione. Ora sta a Blizzard dimostrarci di saper tenere il passo con nuovi contenuti in grado di tenere alto l’interesse dei giocatori e non cadere in situazioni di stallo, come spesso accade nel genere MMORPG.
Pro
- Ottima quantità di contenuti al lancio
- Nuove mappe suggestive
- Immersivo
Contro
- Progressione limitata settimanalmente
- Colonna sonora sottotono