World Of Final Fantasy – Recensione
Disponibile per PlayStation 4 e PlayStation VITA, World of Final Fantasy segna il ritorno del celeberrimo gameplay strategico a turni che ha fatto la fortuna dei primissimi titoli della serie, con tanto di ATB (active time battle) ringiovanito da un inedito sistema di stack e minion collezionabili. Nel mondo di Grymoire atmosfere e musiche anacronistiche vi accompagneranno alla scoperta (o riscoperta) dei più celebri personaggi della saga, in un’avventura auto celebrativa e preziosa che saprà divertire tanto i giocatori più giovani quanto quelli di vecchia data. Che siate neofiti della saga Final Fantasy o veterani di mille battaglie tra i più celebri mondi della cultura jrpg, a me occhi e orecchie: i gemelli Lann e Reynn, ultimi arrivati tra gli eroi del franchise dalle uova d’oro del Sol Levante, aspettano solo voi!
In World of Final Fantasy vestiremo i panni dei gemelli quindicenni Lann e Reynn: il primo è impulsivo, schietto e poco avvezzo al linguaggio forbito e fa da contraltare alla sorella Reynn, il cui animo analitico e riflessivo ben si adatta allo stereotipo della maestrina adolescente che ne caratterizza la personalità. L’avventura dei due comincia nell’inedita location del Parco Nove Colli, dove nelle prime fasi di gioco scopriranno che dietro l’amnesia di cui sono affetti si celano verità sorprendenti: Lann e Reynn sono in realtà tra gli ultimi custodi di miraggi, e nel misterioso marchio sul loro braccio risiede il potere di controllare le potenti creature che popolano il mondo di Grymoire. Comincia così una (non troppo) avvincente avventura alla ricerca della memoria perduta che li porterà a decidere le sorti di quel mondo che altro non è se non un collage di alcune rivisitazioni delle più famose mappe della saga di Final Fantasy.
Peculiarità dell’universo che li aspetta attraverso il portale che permette di viaggiare tra i mondi durante il gioco è la natura chibi degli abitanti che vi risiedono: al suo debutto alla direzione grafica e degli scenari è infatti Hiroki Chiba, che con i suoi personaggi stilizzati e stile semplice e dai toni luminosi regala atmosfere che a primo acchito sembrerebbero dedicate a una utenza più giovane rispetto a quella dei capitoli principali della serie. Ad accompagnare le versioni chibi dei gemelli e abitanti di Grymoire ci sono le controparti “jiganti”: impossibile non notare la mano di Testuya Nomura, la cui impronta grafica delle versioni “a grandezza naturale” dei gemelli sembra uscita direttamente da un qualsiasi Kingdom Hearts.
La possibilità di switchare a piacimento e senza limiti tra le versioni chibi (chiamate lilichini nel gioco) e in scala 1:1 (definiti jiganti) non è scelta puramente grafica, bensì avrà un riscontro diretto anche sul gameplay. A ogni singolo miraggio acquisito durante l’avventura sarà associata una taglia tra le tre disponibili: small, medium (come le versioni lilichine di Lann e Rynn) e large (controparti jiganti dei gemelli).
È così che si aprono le porte a un sistema di gameplay ibrido e “verticale” che non aveva mai trovato spazio nei precedenti titoli principali o spin off della saga: la possibilità di creare delle “pile”, vere e proprie piramidi da battaglia costituite dalla versione lilichina o jigante di Lann e Reynn a cui danno manforte i miraggi catturati durante l’avventura, seguendo l’unica regola sacra per la composizione delle pile, quella cioè di essere sempre composta da un lilichino (di taglia medium), un miraggio di taglia large e uno small o dalla versione jigante dei gemelli coadiuvati da un miraggio di tagli medium e uno small. Nel menu di gioco potremo personalizzare in ogni momento le quattro pile a disposizione (due per la versione lilichina e due dunque per quella jigante di Reynn e Lann) scegliendo tra un massimo di dieci miraggi che potremo portarci appresso nelle scampagnate su Grymoire e che andranno a sommare le loro statistiche e abilità a quelle dei due giovani protagonisti.
Le numerose sfaccettature di questo sistema e le infinite combinazioni di pile attuabili promuovono questo nuovo sistema che va a unire alla classica barra ATB (active time battle) che ha fatto la fortuna della saga un nuovo sistema di cattura degli oltre cento miraggi presenti nel gioco, che altro non sono che una cernita dei più famosi mostri del franchise nella loro inedita versione chibi. In men che non si dica, il vostro miraggiario potrà avvalersi di Ifrit, Shiva, Ramuh, Valefor, Moguri, Chocobo e tutte le iconiche creature dei precedenti Final Fantasy.
I miraggi compariranno come avversari da sconfiggere negli incontri casuali in cui incapperemo in ogni mappa di gioco e se saremo in grado di soddisfare precisi requisiti in combattimento, potremo imprismare la creatura e aggiungerla al nostro roster in un sistema che strizza l’occhio a quello di cattura di un Pokémon: la stessa azione di imprismazione ricorda da vicino il lancio di una Pokéball con una animazione che lascia poco spazio all’immaginazione.
Il miraggiario presente nel menu, alter ego della sferografia di Final Fantasy X, è il luogo giusto in cui potenziare le creature catturate e insegnare loro nuove abilità investendo punti ottenuti dall’exp delle battaglie: al raggiungimento di un determinato livello o progresso nel miraggiario, potranno a loro volta evolversi in creature più potenti o dalle diverse caratteristiche. Il mix di gameplay ibrido e natura collezionabile del gioco, il tutto condito da oltre 25 anni di storia di Final Fantasy è quanto basta per fare di World of Final Fantasy un gioco divertente, dinamico e di cui non vi stancherete in fretta.
Se siete fan di lunga data non potrete non sorridere quando col proseguire del gioco il destino dei gemelli si intreccerà con quello dei più celebri protagonisti dei vecchi capitoli. Dai Guerrieri della Luce a Quistis, fino alla nemesi per antonomasia Sephiroth: sono solo alcuni dei Campioni con cui avrete a che fare e che potrete in un secondo momento richiamare in battaglia sotto forma di potenti summon. A questi ultimi sono inoltre associate missioni secondarie dedicate a cui potrete prendere parte per cambiare le sorti del destino del vostro personaggio Final Fantasy preferito!
Dal Parco Nove Colli, hub dell’esperienza di gioco in cui tornare tra l’esplorazione di un continente e l’altro, potrete accedere alla camera dei gemelli e cimentarvi nei minigiochi a disposizione o prendere parte all’Arena: vero e proprio colosseo gestito dal Don Tomberry di turno, farà da scenario a una lunga serie di battaglie opzionali che vi permetteranno di ottenere alcuni dei più potenti miraggi del gioco, nonchè creature a cui tutti gli appassionati di FF sono affezionati.
Attenzione però, non è tutto oro quello che luccica. Nonostante il gamelay riuscito, la componente collezionabile ad aumentare longevità e appeal o l’effetto nostalgia centrato in pieno, World of Final Fantasy soffre di mancanze che minano in diverse misure l’esperienza di gioco. I menu di gioco, troppo meccanici e carenti delle shortcut necessarie, incrementano in maniera esponenziale il già abbondante tempo che dovrete impiegare tra i settaggi delle diverse pile per ogni occasione, l’assegnazione delle abilità di miraggi e protagonisti, il potenziamento ed evoluzione delle creature o l’utilizzo delle abilità di recupero al di fuori del combattimento. Allo stesso modo, la possibilità in battaglia di passare da un menu rapido in stile Kingdom Hearts a quello più statico ed esplicativo à la Final Fantasy è di per sé un ottimo escamotage reso vano però dall’impossibilità di compiere o riassegnare determinate azioni e abilità a uno o l’altro menu.
A poco serve poter accelerare la velocità delle battaglie o personalizzarne i tempi di attesa se poi la restante esperienza di gioco è minata da caricamenti eccessivamente lunghi, che unitamente all’impossibilità di teletrasportare il party direttamente al luogo prescelto senza dover passare a ogni costo dall’hub di Parco Nove Colli vanno ad aggiungere tempi morti a un’esperienza di gioco dal ritmo quasi mai incalzante.
Se da una parte poi buona parte del gioco punta con successo all’effetto nostalgia ricreando le mappe e cittadelle, eroi e nemesi, creature ed evocazioni della saga principale è anche vero che la trama che fa da sfondo all’avventura mal si amalgama con quelli che sono i cliché e le situazioni già viste nel corso degli anni: difficilmente l’odissea di Lann e Reynn rimarrà scolpita nei nostri ricordi come hanno saputo fare le vicende di Squall, Cloud, Yuna, Terra e compagni. Impresse rimarranno invece le musiche a cura di Masashi Hamauzu, che semplica e mixa a brani inediti le note del maestro Nobuo Uematsu adattandole all’atmosfera leggera e senza dubbio più scanzonata di Grymoire.
Sui generis la scelta di Square Enix di inserire il doppiaggio originale in lingua giapponese in aggiunta a quello inglese selezionabile nella demo rilasciata a pochi giorni dall’uscita del gioco, salvo poi non includerla nel gioco completo per renderla invece DLC scaricabile inizialmente in maniera gratuita. Fortunatamente a dar voce ai personaggi storici della serie sono gli altrettanto storici doppiatori originali della saga, che non fanno rimpiangere la mancata localizzazione giapponese. Disponibili invece i sottotitoli italiani come ormai da copione per tutte le grandi produzioni SE.
Square Enix ci ha tuttavia promesso una patch del day one particolarmente corposa e che a detta del team di addetti ai lavori apporterà migliorie e aggiunte di rilievo: al momento in cui scriviamo questa recensione la patch non è ancora disponibile, ci riserviamo di aggiungere un edit aggiornato a contenuti rilasciati.
I puristi della saga potrebbero storcere il naso nel vedere i loro beniamini stilizzati e ridotti a caricature di se stessi o puntare il dito contro la poca coerenza di alcune loro apparizioni poco contestualizzate: la verità è che World of Final Fantasy è un titolo che saprà offrire ore e ore di gioco a chiunque saprà lasciarsi trasportare dal mare dei ricordi delle epiche avventure passate in compagnia di eroi sempreverdi, sorridendo con una strizzata d’occhio alle nuove dimensioni in cui sono costretti. Il gameplay verticale e la componente collezionabile introdotta con successo in un franchise che mai prima d’ora l’aveva fatta propria in questi termini, in aggiunta ai tratti semplici e colorati dell’avventura rappresentano l’occasione perfetta per avvicinare nuovi giovani videogiocatori al magico universo di Final Fantasy. World of Final Fantasy rappresenta dunque l’aperitivo perfetto per ogni palato da gustare ingannando il tempo che ci separa della portata principale, quel Final Fantasy XV atteso da tutti il 29 novembre prossimo.
Pro
- L'effetto nostalgia ha fatto centro
- Gameplay ibrido, altamente personalizzabile e divertente
- Componente collezionabile introdotta con successo che aumenta la già buona longevità
Contro
- Eccessivi tempi di caricamento tra schermate e battaglie
- Trama poco incisiva che non prova a competere con quella dei titoli principali
- Carenza di shortcut nei menu di gioco e limitata personalizzazione di quelli in battaglia