Wolfenstein II: The New Colossus – Recensione
Wolfenstein II: The New Colossus torna in pompa magna ed è ancora più arrabbiato di prima!
Il single player ha le ore contate? Forse è un po’ presto per dirlo, tuttavia i recenti avvenimenti non lasciano presagire nulla di buono per il futuro. La chiusura di Visceral Games è stato un brutto colpo, soprattutto perché il loro interessante progetto story-driven dedicato a Star Wars non vedrà mai la luce. Siamo in un’epoca di esperienze massive online, loot box, streamer e competizione: è innegabile quindi che i soldi siano nell’online ora come ora, ma quanto potrà effettivamente durare questo periodo d’oro? Le mode possono durare pochi mesi così come parecchi anni, nel dubbio però alcuni team di sviluppo hanno deciso di non rinunciare alla loro identità e di specializzarsi piuttosto in ciò che gli riesce meglio: il single player!
Ecco, i MachineGames sono una di queste mosche bianche e Bethesda ha puntato proprio su di loro per infondere nuova linfa vitale allo storico brand Wolfenstein. Il primo episodio fu un discreto successo, è però con il suo sequel, The New Colossus, che i developer svedesi vogliono far vedere al mondo intero che sì, nel 2017 può ancora esistere uno shooter single player ed interamente incentrato sulla narrazione.
Ad un occhio poco attento, Wolfenstein II: The New Colossus potrebbe sembrare un titolo leggero nonostante i delicati temi di cui tratta, la verità però è ben diversa. MachineGames ha infatti voluto affrontare l’odio razziale, il nazifascismo e la guerra con una buona dose di dissacrante ironia senza per questo essere irrispettosi o scadere nel ridicolo. Il risultato ottenuto è davvero notevole e questo grazie anche all’ottima caratterizzazione del protagonista Blazkowicz, dei comprimari e dei vari cattivi che incontreremo lungo la nostra strada. Della trama, comunque, non vi diremo altro: i colpi di scena iniziano infatti ad essere calati fin dai primissimi istanti di gioco e porteranno ad un adrenalinico susseguirsi di eventi dall’intensità crescente. E’ stato fatto poi un certosino lavoro di caratterizzazione del mondo di gioco, che grazie a documenti, ritagli di giornale ed immagini sparse per i livelli risulta essere estremamente convincente.
Durante la nostra intervista al senior game designer Arcade Berg (link), era emerso come l’azione di questo sequel sarebbe stata ancora più “action” che in passato. Lì per lì non avevamo completamente colto cosa volesse dire Berg, una volta che ci siamo addentrati nella campagna però siamo riusciti finalmente a realizzare il vero significato di quelle parole. Wolfenstein II: The New Colossus è uno sparatutto in prima persona veloce, adrenalinico, fluido e cattivo. Esso prende infatti ciò che funzionava nel prequel e lo esalta correggendo i difetti e smussando le spigolosità. Affrontare un livello richiede quindi una grande prontezza di riflessi ma al tempo stesso anche un pizzico di strategia poiché sparare alla cieca contro il nemico porta, il più delle volte, ad un deludente game over. Se però saprete far vostre le numerose meccaniche di gioco messe a disposizione da MachineGames, diventerete una macchina da guerra estremamente letale ma che possiede al tempo stesso l’agilità di un ballerino di danza classica.
Di cosa si compone quindi questo Wolfenstein II: The New Colossus? Innanzitutto abbiamo un ottimo arsenale di armi da fuoco, ognuna delle quali potenziabile e modificabile per poter meglio adattarla alle esigenze del giocatore. Queste potranno essere utilizzate sia singolarmente che in coppia e, a tal proposito, il sistema a doppia arma è stato migliorato e semplificato per una fruizione istantanea e semplice. Il level design poi è ben diverso dal solito corridoio camuffato a cui molti FPS ci hanno abituato: qui le ambientazioni sono piene di punti strategici, cunicoli, vie alternative e ripari che è presso che indispensabile utilizzare per poter proseguire nell’avventura. E l’intelligenza artificiale? Cazzuta anche quella, non preoccupatevi! Le parole di Berg durante l’intervista erano vere: ora i soldati nemici sono decisamente più furbi rispetto a prima, collaborano maggiormente tra loro e sono in grado di rispondere alle nostre azioni con elaborate strategie di attacco.
Tra gli aspetti forse meno brillanti del prequel vi era la componente grafica, che complice la natura cross gen del progetto era sì piacevole da vedere, ma non priva di imperfezioni e sbavature. Con Wolfenstein II: The New Colossus il fardello rappresentato dalle vecchie console non sussiste più ed il team ha potuto sbizzarrirsi con i più avanzati effetti visivi. Il risultato è un gioco che tecnicamente brilla tanto quanto il fratello Doom, e che fila liscio come l’olio anche sulla versione standard di PlayStation 4. Questa volta poi è stata scelta una paletta cromatica molto più varia che in The New Order che però non ha snaturato le atmosfere opprimenti e cupe del regime fascista tedesco. Ottimo infine il comparto sonoro: anche in questo caso MachineGames ha svolto un lavoro certosino nel realizzare i brani che compongono la tracklist ed anche i vari effetti ci sono sembrati sempre curati e pertinenti a ciò che accadeva a schermo. Dulcis in fundo, il doppiaggio: l’Italia ha sempre avuto dei grandi doppiatori ed era tempo che anche nei videogiochi questi talenti facessero finalmente capolino. La qualità delle voci di protagonisti, comprimari ed anche semplici comparse è incredibile e non fa minimamente rimpiangere la lingua di Albione.
Wolfenstein II è semplicemente…WOW! MachineGames è riuscita ad imparare dai pochi errori commessi con The New Order e a confezionare uno sparatutto single player estremamente coinvolgente. Il gioco è composto da tante anime diverse, quella sparacchina, quella esplorativa, quella stealth, quella narrativa ecc., eppure ciò che stupisce non sono queste “anime” prese singolarmente, quanto piuttosto la perfetta coesione tra di esse. Una caratteristica che non si vedeva da davvero tanto tempo in un first person shooter e che ricorda a tratti grandi capolavori come Half Life 2. Il single player ha le ore contate? William “BJ” Blazkowicz vi risponde con un bel dito medio!
Pro
- Ottimo gameplay
- Audio di elevata qualità
- Prestazioni grafiche ottime
- Vario nelle situazioni
Contro
- In digitale son più di 50 GB