Windjammers 2 – Recensione
Per chiunque sia cresciuto negli anni ‘90 Windjammers è più di un divertente cabinato che ha reclamato decine di monetine e ore di divertimento. Il titolo sviluppato da Data East e uscito per Neo-Geo nel lontano 1994 è un memorabile emblema di una scuola di game design prettamente arcade, ma anche di una visione, una reminiscenza di quegli anni lontani, del tempo libero trascorso nelle sale giochi fuori dalla scuola o al bar vicino alla spiaggia, della spensierata eccitazione di quei luoghi saturi di luci ed effetti sonori che si mescolavano alle parole.
Già la riedizione dell’originale di Windjammers ci aveva fatto fare un viaggio indietro nel tempo, riportandoci con la mente a quegli schermi inclinati che ci hanno accompagnato durante l’adolescenza. Ma la passione dei ragazzi di DotEmu per questo gioco si è spinta oltre, sfociando nel progetto di un sequel che ha tutto il sapore del sogno nel cassetto di un gruppo di ragazzi ormai cresciuti.
La prima volta che abbiamo visto di persona Windjammers 2 è stato alla Gamescom 2019, quando gli sviluppatori ci fecero provare una pre-alpha del gioco che sarebbe dovuto uscire entro l’anno successivo. Eravamo sinceramente entusiasti dalla prospettiva di vedere il seguito di questo indimenticabile cult da lì a pochi mesi; poi una certa pandemia si è messa di mezzo e lo sviluppo si è protratto per molto più tempo.
Oggi, finalmente, ci troviamo nella singolare e frizzante situazione di potervi raccontare il seguito di un gioco uscito quasi 30 anni fa.
Qualche parola per chi non ha idea di che gioco si sta parlando: immaginate l’ultra classico Pong ed espandete quel concetto all’ennesima potenza. In Windjammers si gioca a uno sport immaginario di frisbee che mescola tennis, dodgeball e air hockey. Descriverlo a parole sarebbe inutilmente prolisso e confuso; per capire meglio fareste molto prima a dare un’occhiata al video sopra questo paragrafo.
Gli sviluppatori del gioco originale idearono una formula tanto originale quanto straordinariamente accattivante, che risulta tutt’oggi divertente ed efficace nei suoi equilibri, specialmente considerando la sua approcciabilità. Windjammers fa infatti parte di quel genere di titoli sportivi puramente arcade che si sono sviluppati in senso opposto a quelli di simulazione, lungo quel fil rouge che unisce giochi come Street Hoop, Sega Soccer Slam, Mario Tennis ecc. È un titolo essenziale, senza troppe sovrastrutture, eppure non per questo semplicistico o banale. Per diventare davvero bravi è necessario allenare moltissimo riflessi e capacità di eseguire i comandi al momento giusto. Non a caso è nel competitivo contro altri giocatori che dà il meglio di sé.
Nonostante la brillante formula, stiamo comunque parlando di un titolo arcade creato negli anni ‘90, quindi realizzarne un seguito al giorno d’oggi si profila come un progetto decisamente ambizioso, sia perché comunque il panorama videoludico è mutato enormemente negli anni, e con esso le esigenze dei giocatori, e sia perché andare a intervenire sull’equilibrio perfetto del gioco originale non può che essere rischioso. Fortunatamente, però, a gestire tale progetto c’è DotEmu, che nel corso degli anni si è specializzato nel riproporre le perle del passato cercando quanto possibile di lasciarne intatto lo spirito.
Windjammers 2 è il primo gioco completamente creato da uno studio interno di DotEmu e per il suo sviluppo non si è lasciato niente al caso. Oltre a organizzare un lavoro di ingegneria inversa del codice originale, gli autori hanno rintracciato gli ex-membri di Data East per lavorare al loro fianco, e possiamo dire con soddisfazione che il risultato si nota.
Sotto la nuova e sgargiante veste grafica dallo stile piacevolmente cartoonesco, e la colonna sonora ritoccata e arricchita (a cui ha contribuito Seiichi Hamada in persona, compositore del capitolo originale), pulsa vigoroso lo stesso gameplay che abbiamo imparato ad amare, la stessa sensazione ai comandi, la stessa fisica, lo stesso flow. Insomma i giocatori del primo titolo si sentiranno magnificamente a casa.
Ai sei personaggi del titolo originale ne sono stati aggiunti quattro nuovi a rappresentare Brasile, Cina, Francia e Canada (più uno segreto). Ognuno di essi va a coprire varie posizioni in quel rapporto velocità – potenza che caratterizza il bilanciamento del roster, oltre ovviamente ad avere i propri tiri speciali.
Sulla solida base del gameplay originale fedelmente ricreato, DotEmu ha inserito poche ma calibrate novità. È ora possibile saltare per afferrare al volo un frisbee fatto volare in alto, per poi lanciarlo nel campo avversario. Con un apposito pulsante è inoltre possibile respingere il frisbee non appena lo si tocca (senza doverlo afferrare e lanciare). È anche possibile effettuare una versione corta del pallonetto, che avrà l’effetto di ribattere il frisbee molto piano per farlo atterrare a terra a poca distanza. Infine è stata introdotta la barra EX Move che si riempie gradualmente nel corso della partita e che consente di utilizzare immediatamente un tiro speciale o di attivare una difesa assicurata da un lancio avversario.
Queste misurate novità hanno l’effetto di diversificare ancora di più le possibilità di gioco; in particolare i lanci corti e le ribattute rapide contrastano la tendenza che si verificava nel primo capitolo a rimanere arroccati sul fondo del campo. Ora più che mai i giocatori devono saper controllare ogni zona e hanno a disposizione più opportunità; e ovviamente lo stesso dovranno aspettarsi dagli avversari. La formula di gioco ne esce quindi arricchita e meno prevedibile e ripetitiva, anche grazie ai nuovi campi di gioco che vanno ad aggiungersi a quelli classici che già conosciamo.
Solo poche cose di Windjammers 2 non ci hanno convinto molto. In primis la mancanza di una modalità di allenamento dove far pratica in libertà con le meccaniche di gioco, soprattutto considerando le nuove tecniche introdotte. Il tutorial presente mostra meramente i comandi con delle immagini statiche, ma senza dare la possibilità di provarli prima di gettarsi in una partita vera e propria. A parte questo abbiamo trovato l’esperienza single player un tantino scarna e tradizionalista. La modalità Arcade ci inserisce in un torneo di cinque partite (inframmezzate da due stage bonus), e una volta ottenuta la vittoria finale ci aspetta solo una breve e tiepida sequenza per il personaggio scelto. Niente di più. Intendiamoci, ci sono ben tre livelli di difficoltà a tenervi impegnati e spronarvi a migliorare le vostre abilità, ma l’assenza di una qualsivoglia variazione alla classica scalata ci è sembrata un’occasione persa per rendere questo sequel davvero brillante.
Fortunatamente la modalità multiplayer, vera anima competitiva di Windjammers, risulta sempre godibile, anche grazie al buon netcode a supportare le partite online. Speriamo che le cose non cambino nelle prossime settimane con l’aumentare dei giocatori.
Windjammers 2 è il risultato di un lavoro entusiasta e rispettoso da parte di un team chiaramente appassionato al capolavoro cult degli anni ‘90 e non possiamo che riconoscere il buon lavoro degli sviluppatori. È un perfetto esempio di prodotto DotEmu: con solide fondamenta nella nostalgia e l’intento di dare anche nuova linfa vitale a una formula che tutt’oggi risulta genuinamente divertente. Dal punto di vista filologico lo studio di sviluppo ha senza dubbio conservato lo stesso feel dell’originale, ma in modo ancora più impressionante è riuscito a migliorare quella stessa formula di gioco arricchendola di ulteriori possibilità, senza comunque strafare. Rimane tuttavia un titolo puramente arcade che esiste in una sorta di bolla al di là dal nostro tempo e che avrà vita breve per chi predilige il single player, ma del resto la sua vera natura resta quella conviviale. Avrebbe sicuramente giovato di modalità e contenuti aggiuntivi, ma non ci sentiamo di rimarcare troppo questo limite considerato l’onestissimo prezzo di 19,99 € (e la sua conveniente presenza nel Game Pass). Se avete amato l’originale prendetelo senza indugio.
Pro
- Sequel genuino e ossequioso del cult degli anni ‘90
- Poche ma calibrate novità nelle dinamiche
- Netcode stabile per il multiplayer
Contro
- Mancanza di una modalità di allenamento
- Poca varietà per il single player