White Knight Chronicles International Edition – Recensione White Knight Chronicles

White Knight Chronicles è un gioco prodotto dai famosi Level-5, e il suo nome originale, in Giappone, è White Knight Story: Ancient Heartbeat. Fin dalle prime battute della PS3, i Level-5 ci hanno deliziato con immagini e video di questo progetto, creando su di esso un hype notevole. Alla fine, in Giappone il gioco è uscito il 25 dicembre del 2008…mentre qui e in America abbiamo dovuto attendere più di un anno, e cioè Febbraio 2010 (mentre in Sol Levante sta già per uscire il secondo capitolo).

Ora c’è da chiedersi…questa lunghissima attesa sarà stata ripagata?

Mi spiace Leonard, la principessa è in un altro castello.

La storia di White Knight Chronicles non è esattamente il massimo dell’originalità. Nel reame di Balandor, una malvagia organizzazione, i Magi, guidata dal generale Dregias, organizza un attacco al castello per rapire la principessa durante la sua festa di compleanno per la maggiore età. Il protagonista del gioco è un ragazzo di nome Leonard, e proprio in quel giorno era incaricato di consegnare al castello un carico di alcolici…ed è così che assiste al feroce attacco dei Magi.

E’ il caos: soldati dappertutto, sangue, mostri, e soprattutto l’assassinio del re, portano lo scompiglio nell’esercito, che non riesce a contrastare l’assalto. Leonard per fortuna mantiene il sangue freddo, e porta con sè la principessa, così da poterla salvare, per i sotterranei del castello reale; ed è qui che assieme trovano una sala dove è sigillata una enorme armatura bianca. Complice una situazione di grave pericolo, la principessa mostra un suo potere nascosto, grazie al quale rompe il sigillo di tale armatura, e Leonard ci entra magicamente dentro, iniziando a comandarla come fosse un Gundam. Grazie ad essa il ragazzo è in grado di rovesciare le sorti della battaglia, ma non riesce ad evitare che la principessa venga rapita.
Leonard è quindi ora il "prescelto" dell’armatura…e l’unico che possa salvare la principessa dalle grinfie del generale Dregias: volente o nolente dovrà imbarcarsi in una avventura molto pericolosa…
 

Leonard, sulla destra, e il suo gruppo di eroi.

Leonard l’eroe…noi la spalla.

Non appena inizieremo a giocare, il titolo ci metterà di fronte ad un ottimo editor di personaggi con il quale creare il nostro Avatar giocabile. Le opzioni disponibili sono veramente moltissime, e con un po’ di pratica arriveremo a creare un personaggio proprio come vogliamo noi. Il tutto perde un po’ spessore quando però ci accorgeremo che il nostro personaggio è in realtà un eroe secondario, che funge solo da spalla al protagonista, che non parla mai, e si limita quindi a prendere parte alle battaglie e a comparire sporadicamente nelle cutscenes.

Potremo in ogni caso controllare il personaggio che più ci aggrada, che sia quindi Leonard, il nostro Avatar, o un altro della storia, mentre altri 2 presenti nel party ci seguiranno e agiranno in base a una Intelligenza Artificiale che seguirà dei comandi base che gli potremo impartire, come ad esempio attaccare senza esclusione di colpi, o stare indietro e pensare essenzialmente alla cura.

Le aree esplorabili sono immense, sia le città che le zone esterne sono così vaste che sarà facilissimo perdersi, se non si fa uso della mappa. Avremo infatti un controllo totale sull’esplorazione, e fuori città noteremo che i mostri sono ben visibili. Avvicinandosi a uno di essi e premendo X entreremo in modalità combattimento: questo è estremamente simile a quello presente in Final Fantasy XII. In basso sono presenti 3 barre con 7 slot ciascuna, dove inserire le skill che desideriamo del nostro combattente: questo significa che avremo un massimo di 21 tecniche (che siano semplici attacchi, mosse speciali o magie) tra cui scegliere in battaglia. Durante la scelta di che mossa usare, vedremo un grande anello riempirsi gradualmente, e quando sarà pieno potremo premere X per effettuare l’azione desiderata. In pratica un sistema a turni che si avvicina al gameplay di un mmorpg.

Ci sono essenzialmente 4 tipi di attacchi che potremo effettuare: le azioni normali (che sono gratuite e solitamente si limitano ad effettuare un basso quantitativo di danni) le azioni magiche (che consumano MP), le azioni speciali (che consumano un determinato quantitativo di Action Chips, punti guadagnati colpendo i nemici e subendo danni), e infine le combo (sequenza di varie azioni che possiamo costruire noi stessi, ma che vanno a costare di solito grandi quantità di MP e Action Chips). Quando arriveremo ad ottenere il White Knight, oltretutto, potremo, nei panni di Leonard, decidere di spendere 7 Action Chips per trasformarci in esso, così da poter distruggere i nemici che abbiamo di fronte, o combattere ad armi pari contro mostri giganti.
Lo sviluppo dei personaggi è molto ben fatto: ci sono infatti 8 categorie di skill tra le quali scegliere (spada e scudo, spadone a due mani, ascia, alabarda, staffa, magia divina, magia elementale, ed arco), e con ogni livello di esperienza che passeremo guadagneremo 4 Punti Skill da spendere per acquistare nuove mosse e tecniche dalla categoria che preferiamo. Questo ci permetterà di differenziare tutti i personaggi e personalizzarli al meglio.

Uno degli aspetti più particolari del gioco è il sistema di quest, e la relativa modalità online. Proseguendo con la storia avremo infatti modo di comprare e sbloccare delle quest aggiuntive non obbligatorie, raggiungibili tramite una lista quando ci troviamo sulla mappa. Ci renderemo subito conto però della difficoltà di queste, poichè potremo affrontarle con il nostro solo Avatar, privo di tutti gli altri membri della squadra. E’ qui che entra in gioco il multiplayer, chiamato Georama. Con il Georama, potremo addirittura costruire la nostra piccola città personalizzata, invitare online degli amici, e affrontare le quest del gioco con un party di massimo 4 persone insieme.
Questo fortunatamente dona nuova profondità ad un titolo che, in modalità singola, in fin dei conti non ha enorme longevità.

 

Il nostro Avatar assiste al furioso scontro tra il White Knight ed un troll!

Signora, suo figlio è intelligente ma può fare di più.

White Knight Chronicles, in ogni suo singolo aspetto, è un buon gioco ma che dà la continua impressione che si poteva fare di molto meglio. Graficamente il titolo è piuttosto sorpassato (ma stiamo parlando comunque di un gioco uscito più di un anno fa), con bei personaggi e modelli, ma delle texture che a volte fanno storcere il naso. Le musiche sono sempre orecchiabili e difficilmente stufano, ma non riescono a lasciare il segno, non aiutate purtroppo da un doppiaggio americano di dubbia qualità. La longevità non è male, ma nemmeno ottima per un gdr, attestandosi intorno alle 30/40 ore di gioco. Il gameplay tenta di essere originale, ma a volte può risultare macchinoso e poco convincente.

Un classico esempio quindi, di un gioco che è assolutamente divertente e consigliato, ma che non ha possibilità di essere considerato un must have. E’ un peccato, non solo per l’hype che ci era sempre stato dato, ma anche perchè giocando si capisce benissimo l’impegno che è stato messo nel crearlo. Speriamo nel secondo capitolo, che corregga le piccole imperfezioni del primo gioco.

In conclusione

White Knight Chronicles è un gioco che ha degli alti e bassi incredibili. Nonostante si possa dire che ha una storia scontata, che la grafica è datata, e che il gameplay è spesso macchinoso, il titolo ha comunque degli sprazzi di originalità per i quali vale la pena essere giocato. Che sia combattere nei panni del cavaliere bianco gigante, che sia la modalità online ottimamente realizzata, o che sia il senso di assuefazione che questi giochi finiscono quasi sempre col dare, White Knight Chronicles non è un capolavoro…ma sicuramente consigliato.

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