Wasteland 3 – Recensione
Se l’Arizona post apocalittica e semi nuclearizzata dei precedenti capitoli comincia a farsi stretta e soffocante, la cosa migliore da fare è quella di cambiare aria. E quale posto migliore del vicino Colorado per farsi dunque una bella vacanza sulla neve? Peccato che, dopo il conflitto nucleare, le cose siano un tantino diverse da come ce le aspettiamo…
Wasteland 3, ultima fatica di InXile Entertainment, ci catapulta proprio in una situazione del genere, mettendoci alla guida dei soliti Desert Ranger, questa volta in trasferta nel vicino Stato per chiudere un affare: armi, munizioni e vettovaglie in cambio di un “favore” un po’ particolare all’autoproclamato leader delle comunità locale: aiutarlo a levare di mezzo i suoi stessi figli!!
Tutto ok dunque? Ovviamente no. Soprattutto perché la nostra colonna armata viene attirata in trappola e decimata da una tribù di cannibali degenerati, e solo due rangers, i nostri personaggi iniziali, riescono per il rotto della cuffia a scampare al massacro. La missione deve comunque andare avanti… La trama e l’ambientazione di Wasteland 3, uscito su Steam, PlayStation 4 e Xbox One, non brillano certo di originalità, ma tanto quello che conta davvero è la sostanza del gioco. In più, dato che il titolo si presenta come un classico RPG old school, questa mancanza di innovazione narrativa può passare tranquillamente in secondo piano.
La cosa davvero bella del comparto narrativo di Wasteland 3 è infatti ben altro, ovvero lo strabordante humor nero che ci accompagnerà dall’inizio alla fine della nostra avventura. Battute macabre e freddure al limite della decenza saranno infatti un frequente corollario a tutte le sparatorie, esplosioni e violenze varie a cui assisteremo (o a cui prenderemo parte!) durante il nostro viaggio post apocalittico. Una buona dose di follia è anche presente nella caratterizzazione dei personaggi e delle varie fazioni con cui avremo a che fare, a partire dagli hillybillies degenerati che ci hanno teso l’agguato nel prologo, fino a cose più fuori di testa ancora, come una fazione che ha innalzato la figura di Ronald Reagan a livello di Divinità.
Durante la nostra avventura, sarà ovviamente importantissimo curare le relazioni tra noi e le varie fazioni presenti sul territorio. Favorire un gruppo piuttosto che un altro può far virare la storia in maniera più che imprevedibile, e questo è sicuramente un bene, dato che favorisce notevolmente la rigiocabilità del titolo. Oltre ai due iniziali di nostra creazione, recluteremo anche molti altri personaggi per il nostro party, ognuno davvero ben realizzato e caratterizzato. La libertà di azione di cui potremo godere è davvero grande: oltre all’esplorazione dell’intero territorio statale tramite il Kodjak, simpatico cingolato tuttofare che ci trarrà d’impiccio ben più di una volta, potremo infatti decidere in completa autonomia le nostre azioni, spedizioni e crescita del gruppo e della base che vi verrà affidata. Naturalmente, tutto questo andrà a influire sull’andamento della storia.
Tecnicamente parlando, Wasteland 3 ci propone una grafica e un’interfaccia molto old school, come già detto, e quindi non particolarmente spettacolare ma che fa senza dubbio il suo dovere. Pregevoli, sempre tenuto conto del tipo di resa visiva di cui stiamo parlando, gli effetti di luce e le varie esplosioni che, possiamo assicurarvelo, in Wasteland 3 non mancano di sicuro. Il sistema ruolistico e di gameplay è rimasto sostanzialmente invariato rispetto ai capitoli precedenti, anche se c’è da segnalare una notevole semplificazione di alcune meccaniche, già a partire dalla creazione dei due personaggi iniziali.
I punti di forza più rilevanti di Wasteland 3 rimangono comunque l’immersività del “gioco di ruolo” in se stesso e la grande libertà di scelta che si da al giocatore. Il sistema di combattimento rimane anch’esso sostanzialmente identico a quello già visto negli altri titoli della serie, ovvero con scontri a turni e coperture in puro stile X-Com.
Tanta carne al fuoco dunque per questo Wasteland 3, ma non sono decisamente tutte rose e fiori. Oltre alla già citata grafica non eccelsa, il titolo ha, perlomeno nel nostro paese, un’altra pecca. Non è localizzato in italiano. E per un gioco dove abbondano le righe di testo, e una risposta data con leggerezza può cambiare drasticamente lo scorrere degli eventi, questo non aiuta di certo.
Tolte queste due pecche, che tutto sommato possono anche considerarsi di secondo piano, Wasteland 3 risulta un titolo davvero godibile, enorme ed estremamente coinvolgente. Assolutamente indicato per i nostalgici della old school, per i quali diventa un vero e proprio must have!
Pro
- Enorme
- Divertente humor nero
- Immersivo e con molte scelte da compiere
Contro
- Tecnicamente non il top del top
- Manca la localizzazione italiana