Warriors All-Stars – Recensione
Dovremmo essere tutti fin troppo abituati, ormai, all’uscita sul mercato di videogiochi di tipologia Musou. La maggior parte di essi è sviluppata da Koei Tecmo, mamma incontrastata del genere, che ci ha accompagnato con decine di titoli della serie Dynasty Warriorse Samurai Warriors, così come con molti altri spin-off dedicati a svariati manga e videogiochi come Gundam, Berserk, o The Legend of Zelda.
Inutile negare che con i loro sforzi hanno creato un vero e proprio filone che è stato poi seguito anche da molti altri, come accaduto per esempio con Naruto o Hyperdimension Neptunia, ma la qualità dell’esperienza di Tecmo Koei è complicata da raggiungere.
Tuttavia dovevamo ancora vedere un vero e proprio mash-up di personaggi presi da varie serie e infilate a forza in un Musou. Era stato fatto un tentativo con Warriors Orochi, ma in quel caso si trattava più di un normale Musou con qualche guest star al suo interno, in un gioco dove ogni personaggio sembrava del tutto simile nel gameplay a tutti gli altri.
Stavolta ci viene proposto Warriors All-Stars, un vero e proprio gioco dedicato ai fan di tutte le serie di Tecmo Koei che mette insieme 30 personaggi presi a tutto tondo da serie su cui abbiamo perso centinaia di ore, o anche da serie famose solo in Giappone e di cui noi non abbiamo sentito mai nemmeno parlare.
The story is a lie
Come succede nella stragrande maggioranza di questi casi, anche in Warriors All-Stars la storia è un semplice contentino privo di senso portato al dare solo un contesto alla riunione di tutti questi personaggi che, apparentemente, non hanno nulla a che fare l’uno con l’altro. E difatti ecco che tutti questi guerrieri sono stati evocati dai loro mondi, divisi in tre fazioni per aiutare tre principi e principesse dalle fattezze da volpe che desiderano sconfiggere i loro fratelli per reclamare il diritto sul trono.
Inizia così una battaglia alla Game of Thrones nella quale potremo scegliere quale personaggio muovere e vivere la storia dal suo punto di vista, incontrando alleati e nemici in battaglie nelle quali potremo portare con noi fino a quattro compagni. Se la storia, tuttavia, è molto blanda e dimenticabile, il più del lavoro è stato fatto sulla caratterizzazione dei personaggi, in un tripudio di fanservice nel rivedere ogni eroe del tutto in-character con la sua produzione originale, e soprattutto scoprire molto di più per la prima volta su alcuni personaggi che, nel loro gioco base, non avevano ricevuto il dovuto spazio (come Marie Rose e Honoka di Dead or Alive 5, che fino a questo momento erano state relegate a semplici “bellezze da beachvolley”).
Pochi ma buoni
Il gameplay di Warriors All-Stars è del tutto identico ai soliti Musou, senza alcuna variazione. Ogni personaggio possiede attacchi deboli a cui collegare un attacco potente, e una Super da utilizzare una volta che la barra corrispondente verrà caricata. Perdiamo anche molte meccaniche presenti su altre produzioni, come i cavalli o l’attacco in Dash con cui Tecmo Koei aveva cercato di variare le proprie opere, quindi torniamo del tutto a una build antica e probabilmente abbastanza stantia. Oltretutto i personaggi di Warriors All-Stars sono veramente pochi, un totale di 30 contro i potenti numeri a cui eravamo abituati che arrivavano anche sul centinaio. Quindi cos’è che rende questo titolo degno di essere giocato e di alta qualità?
Innanzitutto c’è da dire che, a differenza di titoli come Dynasty Warriors e Samurai Warriors in cui i personaggi si assomigliano un po’ tutti, in Warriors All-Stars ogni personaggio è perfettamente caratterizzato nel suo gameplay e coerente con il proprio mondo di gioco. Se Zhao Yun e Yukimura Sanada dai suddetti titoli si affidano alle spade e al loro moveset già conosciuto, Laegrinna da Deception tende a piazzare letali trappole sul terreno, Kasumi di Dead or Alive utilizza le arti marziali, mentre Nobunyaga Oda di Samurai Cats ha un approccio più a distanza con fucili ed evocazioni di subordinati.
La varietà quindi è molto alta tra ogni combattente e questo contribuisce a evitare che la noia arrivi in fretta a prendere possesso della produzione.
Oltre a questo è impagabile osservare quanto sia stato curato il fanservice dedicato agli amanti delle serie qui presenti, con un’attenzione al dettaglio quasi maniacale che denota un certo divertimento e un pizzico di follia da parte degli sviluppatori stessi, che non hanno esitato a far giocare a beach volley le ragazze del titolo insieme a quelle di Dead or Alive, o a far dire a tutti “Taru!” non appena vedranno un barile nell’hub di gioco, andando incontro a un’inspiegabile e ormai affermata ricorrenza dei personaggi della serie Atelier che esclamano quella parola ogni volta che vedono un barile.
Purtroppo non è presente alcuna personalizzazione dei personaggi, a parte le solite carte da equipaggiare e che daranno un boost alle loro statistiche, e qui torniamo al deludente ritorno alle basi stesse dei Musou, senza il tentativo di creare qualcosa di nuovo. Graficamente, tuttavia, Warriors All-Stars è incredibilmente più bello e curato rispetto ai soliti Musou, con modelli poligonali e animazioni di ottima fattura e soprattutto arene molto più ispirate e piene di dettagli, ognuna di esse direttamente presa dalle serie Tecmo Koei come per esempio il castello di NiOh (il cui protagonista, oltretutto, parla inglese rispetto a tutto il resto del cast che parla giapponese) o la spiaggia di Zack.
Come tutti i Musou, in ogni caso, la longevità è estremamente alta e può portare via virtualmente centinaia di ore di gioco, a meno che non ci si annoi molto prima.
Warriors All-Stars è un’ode a tutti gli amanti Koei Tecmo, che troveranno qui personaggi e citazioni non finire provenienti da tutto i mondi che questi sviluppatori hanno contribuito a portare sui nostri gamepad in questi anni. Non è un titolo per tutti, poiché gran parte dell’esperienza proviene dall’amore che si prova verso tali personaggi, quindi conoscendone solo un paio o nessuno non si troverà alcun appeal in un gioco che è già vecchio come meccaniche e, come tutti i Musou, molto ripetitivo. Mirato ai fan quindi, i quali non potranno che acclamare questa poesia a loro dedicata.
Pro
- Personaggi tutti molto caratterizzati
- Tecnicamente molto superiore ai soliti Musou
- Fanservice in ogni dove
Contro
- Rimane un Musou con alto rischio di monotonia
- Inutile giocarci per chi non conosce e non ama molti dei personaggi presenti
- Meccaniche di gioco tornate agli albori