Virtua Fighter 5 – Recensione Virtua Fighter 5 Online
Metti la cera, togli la cera
La mia infanzia, così come quella di molti voi veterani, è stata segnata da due film cult: "Karate Kid" e "Il ragazzo dal kimono d’oro". I film in questione erano pressoché identici nella storia, ma una cosa li diversificava: "Karate Kid" era per chi davvero amava le arti marziali, per chi era consapevole che per avere dei risultati bisognava sgobbare senza chiedersi il perché. "Il ragazzo dal kimono d’oro" era per tutti gli altri, per quelli che volevano subito l’azione e se ne fregavano di cosa ci volesse per raggiungere i risultati: insomma, chi voleva tutto e subito. Questa filosofia l’ho ritrovata anche nel mio passatempo preferito, i videogiochi. Nell’ambito dei picchiaduro tridimensionali, i capostipiti sono stati sempre due grandi titoli: Virtua Fighter di Sega e Tekken di Namco. Apparentemente uguali, entrambi proponevano scontri. Giocandoci a fondo, però, veniva a galla l’immensa differenza tra i due titoli: Virtua Fighter stava a Karate kid come Tekken stava a Il ragazzo dal kimono d’oro. Chi aveva pazienza, chi perseverava, chi voleva imparare, allora si dirigeva senza timore sul titolo Sega, al contrario chi voleva premere i tasti per allenare le dita, chi non aveva né tempo né pazienza si dirigeva sul titolo Namco. Questa tradizione si è portata avanti negli anni, durante i quali i due giochi si sono rivaleggiati a suon di seguiti e proponendo sempre lo stesso approccio: tattico e simulativo per Virtua Fighter, immediato e sbrigativo per Tekken. Virtua Fighter 5, conversione da cabinato diretta prima a PS3 e poi a Xbox360, mantiene salde le origini della sua stirpe.
Oggi gioco contro la Cina o l’America?
Eccoci qui a parlare della nuova incarnazione di Virtua Fighter 5 su Xbox360. La versione approdata sulla console di Microsoft è l’ultima release da sala, ossia la versione C, che oltre a contenere una limatura consistente nel comparto tecnico, porta con sè anche nuove mosse per i personaggi. Virtua Fighter 5 è un picchiaduro tridimensionale dove, all’interno d’arene e con la possibilità di scelta tra vari personaggi, potremo scontrarci o contro la cpu, o contro un altro essere umano. Come già detto, la serie si è sempre contraddistinta per lo strizzare l’occhio verso un gioco dedito al tatticismo raffinato, alla simulazione più ingorda, piuttosto che al consueto “spingi spingi il bottone fino a che non vinci”. Questo ha allontanato i giocatori occasionali, avvicinando invece in maniera esponenziale quelli della categoria opposta, rendendo Virtua Fighter il picchiaduro tridimensionale tattico per eccellenza. Una volta iniziato il gioco avremo a disposizione diciassette personaggi tra cui scegliere e numerose modalità di gioco.
Quest: si tratta di affrontare i vari nemici in una sorta di storia che viene raccontata man mano che si procede. Più combattimenti vinceremo, più soldi e posizioni in classifica guadagneremo, assieme alla possibilità di acquistare sempre nuovi oggetti atti a personalizzare il nostro amico lottatore.
Arcade: come da tradizione, questa modalità ci permette di scegliere il nostro personaggio e di andare avanti finché non incontriamo il boss finale, scegliendo tra diversi livelli di difficoltà.
Versus: potremo pestare un amico reale che ci siede accanto con la gioia di prenderlo in giro ad ogni sconfitta.
Online: questa è la modalità più eclatante del gioco, aggiunta solo in versione x360, assente nella versione PS3.
Questa modalità, com’è intuibile dal titolo, ci permette di sfidare avversari sparsi per tutto il mondo attraverso l’ormai collaudato sistema Xboxlive, e avremo a disposizione classifiche aggiornate con i risultati nostri e degli altri eroi combattenti. La cosa che più sbalordisce di questa modalità è la totale assenza di lag: per chi non lo sapesse, il lag è quel fenomeno in cui, giocando online, si verificano fastidiosi rallentamenti dovuti a problemi di server o di connessione. Virtua Fighter 5 ne è completamente privo, sia giocando contro giocatori con connessioni veloci che con connessioni lente. Avrete la sensazione di star giocando con un giapponese seduto al vostro fianco, tanto è fluido il gioco in questa modalità, rendendo l’esperienza videoludica alquanto interessante e duratura. Questo è merito di Sega per aver creato un netcode superbo, e di Microsoft per il suo eccellente servizio online Xboxlive. La versione Xbox360 non smette di stupirci, e oltre alle novità già descritte ce n’è una interessantissima per gli amanti dei record e dei punteggi alti a tutti i costi: sono gli Achievements, ovvero delle piccole sfide contenute nella stragrande maggioranza dei giochi xbox360, che permettono di sbloccare sempre più punti. Vi faccio un esempio prendendo proprio Virtua Fighter 5: completando tutta la modalità arcade vi saranno accreditati 15 punti ed avrete sbloccato il primo dei trentadue obbiettivi proposti dal gioco. Questo aggiunge una competizione maggiore atta a superare man mano tutte le sfide anche a completamento del gioco stesso, invogliandoci a ricominciarlo e finirlo più volte. Sul fronte giocabilità il titolo di casa Sega non mostra particolari difetti, tranne forse quello di essere troppo tecnico, a discapito della spettacolarità, e apprezzato maggiormente da chi conosce da tempo la serie e ricerca, come in ogni episodio precedente, una vena tattica che è resa in maniera ancora più realistica se si dispone dell’ Arcade Stick originale del gioco, degno sostituto del già ottimo pad della console, ma che rende l’esperienza videoludica molto più intensa, proponendo lo stick e la disposizione dei tasti come in sala giochi, e permettendo di aver un maggior controllo sul personaggio e sulle relative mosse offensive. Una segnalazione obbligatoria è la totale assenza di qualsiasi tipo di filmato finale. Una volta finito il gioco non ci sarà nulla atto a congratularsi con noi, se non un infimo congratulazioni. Un difetto che, di fronte a tanti pregi, passa subito in secondo piano.
In & out
Graficamente il titolo si difende in maniera ottimale, fornendo un dettaglio maniacale per i personaggi e i vari costumi, con movimenti fluidi e che, a differenza della versione PS3, godono di un completo antialising per rendere le superfici più morbide alla vista, il tutto a 60mhz fissi senza nessun rallentamento di sorta. Le arene invece appaiono alquanto spoglie e un po’ sottotono se paragonate al dettaglio dei personaggi. Parlando sempre delle arene, ci si aspettava con questo quinto capitolo una interazione maggiore delle stesse. In fondo tutti i moderni picchiaduro si sono adeguati alla legge Dead Or Alive, proponendo una interazione completa con il paesaggio circostante, cosa che purtroppo Virtua Fighter 5 non permette. Quello che non convince è il sonoro: le musiche sono anonime, ripetitive e banali, al limite del fastidioso, e spesso costringono il giocatore a disattivarle e a godere solo degli effetti sonori. Forse nel rumore claustrofobico di una sala giochi, pigiando come forsennati i tasti del coin op non ci facevamo caso, ma nel candore illibato di casa nostra, rilassati sul nostro bel divano, con la nostra birra di lato e l’impianto stereo a palla, malediremo ogni singolo motivetto orchestrale del gioco.
Amore sei ritornato da me, ti amo!
Sega fa ancora centro. Virtua Fighter 5, come in ogni sua incarnazione, si dimostra ancora il re dei picchiaduro tridimensionali tattici, facendo felici i fan della serie e allontanando purtroppo gli altri. La conversione per l’ammiraglia Microsoft poi, con l’online e gli achievement, raggiunge vette di giocabilità immense, rendendo il titolo immortale, almeno fino al capitolo 6. Peccato per le arene sotto tono e le musiche, ma quando c’è l’amore c’è tutto. E per gli amanti della serie, questo gioco sarà la consolidazione di un amore eterno.