Various Daylife – Recensione
Non adorate quando un gioco vi dice chiaro e tondo sulla copertina di cosa parlerà? Come avere una scatola di pomodori con scritto “Pomodori” sopra. Meglio di così si muore. Altro che Final Fantasy, che il titolo aveva perso di senso già quando hanno rilasciato Final Fantasy 2.
Various Daylife è di quella razza. Letto il titolo? E’ esattamente quello che sperimenterete provando questo gioco: varia vita quotidiana. C’è sicuramente una lezione da qualche parte, ma dovrete chiederla a qualcuno più saggio di me.
Scherzi a parte, Various Daylife è un RPG sviluppato da DOKIDOKI GROOVE WORKS (con Square Enix come publisher) per Nintendo Switch, PC e PlayStation 4. Il gioco è ambientato nella città di Erebia, nel continente inesplorato di Antoecia. Occhio, sottolineo “inesplorato”. Erebia è una città coloniale circondata da terre selvagge E piene di selvaggi (aka mostri). Voi vi calerete nei panni di un baldo giovine in arrivo dal Vecchio Continente con la settima ondata di colonizzazione. Il Principe dice che voialtri potrete sistemarvi in città solo se parteciperete all’esplorazione del continente. È un problema? No, davvero: siete letteralmente venuti per questo! Quindi preparatevi, avventurieri: infilate lo zaino, spolverate la lanterna e scegliete la vostra classe: le terre di Antoecia vi stanno aspettando.
Questo è il concetto attorno al quale Various Daylife ruota. O meglio, uno dei due concetti. Una metà del gioco, quella più corposa, vi vedrà fare lavori in città per raggranellare soldi e statistiche, aumentare l’amicizia con gli altri personaggi, sbloccare nuove classi e abilità (oltre che nuovi compiti) e comprare oggetti ed equipaggiamento. Niente di complicato: premete un bottone e il vostro ometto uscirà dallo schermo, per poi tornare allegro se il lavoro sarà andato bene o triste se sarà andato male. In entrambi i casi riceverete una serie di exp per riempire la barra di una statistica, che una volta piena permetterà a quella stessa statistica di aumentare di livello. C’è anche una ricompensa in denaro, ma quella la riceverete solo se il lavoro va a buon fine (nessun problema comunque: fallisce davvero raramente).
E qua già iniziamo a vedere i primi problemi: il grind. Various Daylife vi chiede un sacco di grind. E quando dico un sacco intendo che starete ore a vedere il vostro tizio che va e viene, a guardare quelle maledette percentuali di vigore e umore, e a domandarvi perché le statistiche non salgano più in fretta. Lavoro, uscita per ritemprarsi, lavoro, uscita e via dicendo. Quel titolo sta diventando un po’ troppo letterale adesso. La parola d’ordine diventa quindi “ripetitivo”, perché questo gioco lo diventa molto spesso, molto in fretta.
L’idea alla base dei lavori sarebbe che state aiutando uno dei vostri compari nel suo lavoro, imparando il mestiere a vostra volta. Per questo alcuni lavori aumentano certe statistiche e certi altre (andare a menare gli orsi non aumenta l’intelligenza, per intenderci). Carino, ma non basta a impedire alla noia di arrivare in fretta, e i moltiplicatori di statistiche che cambiano di giorno in giorno non migliorano le cose.
E non parliamo di quando vedrete il vostro tizio andare a terra come un sacco di patate perché gli è caduto un mattone in testa sulla via di casa o qualcosa del genere (il famigerato “incidente”). La seconda volta che sono stato costretto a vedere due ore di gioco che se ne andavano perché il mio Caio aveva le febbre, l’incidente è quasi venuto a me.
L’altra metà di Various Daylife, quella per il quale fate tutto questo ambaradan, sono le spedizioni. Queste sarebbero la parte principale del gioco, e le farete per mandare avanti la trama principale o per risolvere le richieste degli abitanti di Erebia. Di nuovo, niente di particolare: i vostri quattro personaggi si mettono uno dietro l’altro a là Darkest Dungeon e camminano da sinistra verso destra. L’obiettivo è raggiungere la fine del percorso, dove spesso vi aspetta un boss. Per riuscirci, dovrete farvi strada tra i mob e la stanchezza, rappresentata dal calo progressivo dei PV massimi. I primi li superate a suon di sganassoni e fulmini, i secondi mangiando e dormendo.
Problemi: anche questo compito diventa ripetitivo in fretta, specie perché le abilità si contano sulle dita di una mano. Il sistema delle tre cha (change, chain e chance) nei combattimenti è divertente per il suo tentativo di essere originale, ma nell’esecuzione rimane un elemento scarno e poco interessante. Anzi, spesso e volentieri vi sentirete di essere troppo “guidati”. Perché posso prendere a zappate l’uccello e non il lupo? I mostri veri e propri sono chiaramente ispirati a Dragon Quest, e onestamente non trasmettono granché. Sono mob generici, tutto qua. E lo stesso è per le ambientazioni. Vedrete una pianura piatta con alberi qua e là, una montagna e qualcos’altro, niente di più.
Ma il vero fastidio è un altro: la difficoltà. Se passate del tempo a prepararvi e vi riempite lo zaino di oggetti (portatevi l’incenso, mi raccomando!), la spedizione A va via facile facile. Ma se provate la spedizione B subito dopo finirete all’ospedale fantasy più vicino molto in fretta. In Various Daylife ci sono infatti scalini di difficoltà non tanto da una zona all’altra, ma proprio da una spedizione all’altra. Ed è a causa di questa progressione poco lineare che si affaccia presto la frustrazione: vedere ore di grind che se ne vanno giù nel lavello e dover ricominciare da capo è scoraggiante al massimo.
Parliamo del setting. Onestamente? Carino, e sottolineo carino due volte. Erebia è la classica città fantasy con il suo castello, i suoi npc e i suoi negozi. Mentre la girate, tutto sa di già visto e niente vi rimane impresso, anche perché gli sviluppatori anno scelto di realizzare il mondo di gioco con strane mappe circolari e distanze sfocate.
Però Erebia ha qualcosa di speciale. C’è un’energia in questa piccola città, proprio quello che ti aspetteresti di trovare in una cittadina di frontiera piena di gente venuta a cercare un nuovo inizio. Ottimismo, allegria e tanta buona volontà. C’è tutto questo e di più in Erebia. I personaggi sono sorridenti e ospitali e in generale tutti sono amichevoli, uniti e pronti ad aiutare. Questo vale doppio per i membri della vostra squadra: Bruno è il leader, sempre con un occhio sui suoi amici e con la tempra dell’eroe, Gilda è la giovane donna seria e lavoratrice, con un forte senso del dovere ma una certa timidezza, Elfil è la ragazza energetica e gioviale benvoluta da tutti. Insomma, Erebia è un bel posto in cui vivere e non so voi, ma a me piace di tanto in tanto mettere giù le armi leggendarie, dimenticarmi la tensione e godermi un po’ di pace allegra mentre aiuto un NPG a scavare un pozzo o trovare del miele. Se siete della stessa opinione, Various Daylife è la vostra risposta.
Da questo lato, le musiche sono ben scelte e ben implementate. Sono semplici, niente da dire, però i loro motivetti allegri completano l’atmosfera piacevole, specie perché sono del tipo che svanisce rapidamente sullo sfondo, un “white noise” a cui non farete caso ma che sarà sempre lì a farvi compagnia e a ricordarvi che tipo di città è Erebia.
Lo stesso si può dire per l’artwork. I disegni a fumetti che troverete assieme ai vari lavori sono poco più di sketch, ma strappano sempre un sorriso e sono fondamentali per evitare che la ripetitività degeneri in una massa di numeri e statistiche. Con la parola ripetitività ritorniamo al problema principale di questo gioco. L’ambiente accogliente e allegro basta per compensarlo? No davvero. Ed è un vero peccato, perché almeno personalmente ho trovato l’energia di Erebia qualcosa a cui potersi affezionare.
La trama di Various Daylife è semplicissima e va avanti per piccole cutscene, che sono anche la linfa vitale del gioco. Ve le troverete di fronte spesso: ad ogni aumento di livello dell’affinità con un personaggio, quando vi presenteranno un po’ del suo passato e del suo presente (nulla di profondo, non aspettatevi granché) e quando si tratterà di parlare della storia e di ciò che i vari personaggi stanno combinando. Ce ne sono di piccoline anche quando usate un attacco speciale. Niente di che, e ve ne stancherete presto, ma è sempre qualcosa che vale la pena apprezzare.
Sul lato tecnico, non ho trovato nessun grande bug (ci mancherebbe, eh?), a parte un paio di curiosi sporadici difetti: certi salvataggi dopo una spedizione mi facevano sparire il puntatore del mouse, e ritirarsi da una spedizione riempiva le statistiche di frecce verdi, che non mi pare avessero nessuno scopo.
Per chiudere, Various Daylife è un gioco con i suoi begli aspetti, specialmente la positività e un’atmosfera accogliente che fa sempre sorridere, ma che non riescono a salvarlo dalla costante ripetitività e una generale mancanza di complessità che annoia spesso e rapidamente. Lo consiglierei a chi piace premere un pulsante e vedere i numeri salire, e non ha paura di buttarci ore sopra. Personalmente? Non un gioco che mi impegnerei a finire. Con tutta la buona volontà, per quel poco che ha da offrire, dura fin troppo!
Un setting accogliente e un azzeccato comparto di musica e artwork non riescono a nascondere i problemi di un titolo che annoia molto in fretta, pena la sua poca complessità e la mancanza di una trama e di personaggi davvero interessanti. Il gameplay fin troppo scarno completa un titolo che può regalare qualche ora di distrazione ai fan in generale degli RPG e qualcosa in più per gli appassionati di giochi appena più complessi di un idle game, ma nulla di più. Nonostante i suoi (pochi) lati azzeccati, Various Daylight è e rimane un gioco prettamente di nicchia.
Pro
- Atmosfera accogliente e simpatica
- Personaggi divertenti
- L'Artwork strappa sempre un sorriso
Contro
- Ambienti dimenticabili
- Generale mancanza di complessità
- Diventa ripetitivo molto in fretta