Valkyrie Profile 2: Silmeria – Recensione Valkyrie Profile 2: Silmeria
L’ingegno poliedrico del Giappone
Valkyrie Profile: Lenneth, chi non ricorda il capolavoro della Squaresoft uscito per PSX in epoca remota e, dopo tante richieste, ripubblicato sotto il nome di Square-Enix per la console portatile della Sony? Rivedere Odino, ormai caro alla Square come invocazione nella gloriosa saga di stampo Sakaguchi, Final Fantasy, sotto le vesti del padre delle divinità nordiche faceva un bell’effetto, denotando come la Square potesse barcamenare la sua conoscenza in sterminati e poliedrici campi. Così nacque l’amore per quella mitologia nordica, diverse volte già proposta nel panorama videoludico e non, basti ricordare la gloria avuta dal Tolkien e non solo, che fece appassionare il mondo che con entusiasmo andò alla scoperta della storia di Lenneth. È passato quasi un anno dalla pubblicazione del remake della storia di Lenneth su PSP ed ecco che la Square-Enix, senza riprendere alcuna passata pietra miliare in campo videoludico, tenta la rinascita, dopo l’abbandono del genio incontrastato che era in Sakaguchi, con il seguito, o meglio, con un arricchimento della prima storia chiarendo meglio l’essenza di quel personaggio nascosto e diverse volte nominato che è in Silmeria. Nasce così Valkyrie Profile 2: Silmeria.
Silmeria, la Valchiria rinnegata
Molti secoli prima della venuta di Lenneth nella terra di Odino al fianco degli Aesir, c’era un’altra stirpe di Valchirie al servizio del padre degli dei nordici. Il suo nome era Silmeria, e nel primo capitolo del Valkyrie Profile altro non si sapeva che lei era la più giovane, la più gentile delle tre guerriere e che la sua anima, per motivi sconosciuti, risiedeva congelata dinnanzi al trono di Brahms, l’antagonista di Odino. Con il secondo capitolo, la SE decide di farci conoscere finalmente il perchè di quell’allontanamento dal regno degli Aesir partendo dal principio, quando Silmeria era la Valchiria che smistava le anime degli eroi decaduti sulla terra per poterle traghettare fino alla corte di Odino ai tempi di Lenneth. La sottomissione, per quanto ella possa essere fedele e riconoscente al suo Dio, a tutti inizierebbe a dar fastidio a lungo andare, e fu così che la Valchiria, stanca di creare un esercito di spiriti dannati per gli Aesir, si ribellò come meglio poteva al suo padrone preparando quella, che potremmo oggi definire, un’insurrezione. Purtroppo, sebbene Silmeria fosse la guerriera del destino, stavolta non capì in tempo che la sua sarebbe stata un’invana lotta verso la libertà e fu così che Odino, invocando il Rito Supremo, prese l’anima della Valchiria per custodirla ed immergerla in un nuovo corpo, dove non avrebbe potuto nuocere al popolo per cui lavorava e sarebbe tornata ad essere la servitrice del Dio nordico. Ma non sempre tutte le cose vanno a buon termine, nemmeno per coloro i quali tentano di sollevare le sorti del proprio regno, come cercava di fare capo degli dei del Nord, e, per la fortuna della Valchiria, il Rito Supremo fallì, ma in parte, così l’anima di Silmeria si ritrovò nel corpo di un’umana: Alicia, la principessa di Dipan. Una volta avvenuta la collisione tra i due spiriti si verrà a sapere che per anni la Valchiria, sapendo che un giorno o l’altro avrebbe incontrato la principessa, ha comunicato con lei creandole non pochi problemi. Alicia, dopo aver confessato di aver avuto diverse conversazioni con l’essere mitologico fu rinchiusa dal padre, il Re Barbarossa, che annunciò la morte della figlia non poco dopo, in una torre nel vuoto di Dipan, sola ed abbandonata. Inizia così il viaggio di Alicia e Silmeria che, accompagnate da nuovi amici che incontreranno durante il viaggio, tenteranno di debellare la tirannia che la guerriera ha visto nel suo Dio, Odino.
Come guidare la Valchiria alla vittoria
Partiamo col dire che, come nel prequel sviluppato dalla Enix per PSX nel 1999, Valkyrie Profile 2 continua su quella falsa riga di falsa tridimensionalità nella quale si svolgerà l’azione: infatti, nonostante la poligonalità dell’ambiente, Silmeria dovrà essere guidata su una linea orizzontale che molto farebbe ricordare lo stile dei Platform, con la possibilità di saltare di qua e là andando a congelare nemici con i suoi mitici poteri. La falsa tridimensionalità del luogo avvantaggia però i combattimenti, infatti i nemici saranno visibili sullo schermo e, usando il terreno a vostro favore, potete scegliere tra un attacco alle spalle, un attacco furtivo o un attacco improvviso molto avventato, oppure usare i Fotoni con Alicia, l’unico personaggio visibile sul campo di esplorazione. I Fotoni sono poteri mitologici che permettono alla principessa, guidata dalla Valchiria, di congelare i nemici e bloccarli temporaneamente per poter sia prendere un largo anticipo sull’azione, sia utlizzare la sagoma immobile del mostro per risolvere alcuni elementari enigmi che troveremo ogni tanto nel gioco. Una volta venuti in contatto con l’avversario parte la schermata di combattimento, quindi potremmo parlare di doppia fase, una organizzativa che comprende il primo assalto, per poi passare alla seconda nella quale troveremo, in una visuale laterale, la possibilità di controllare gli attacchi dell’intero party, ognuno puntualizzato su un determinato tasto del joypad, e con un po’ di fantasia e tempestività nella pressione di questi potrete scatenare folli combo semplicemente impossibili da fermare. In battaglia, inoltre, aumenterà la confidenza di Silmeria nell’uso delle armi che impugna: questo permetterà di sbloccare la "skill" associata all’arma in questione, fino ad impadronirsene per poterla usare a piacimento. Infatti, anche equipaggiare la Valchirie ricorda vagamente un puzzle: le varie armi e armature possono essere posizionate su un’ideale griglia in modo di attivare le loro capacità latenti o le abilità che si vuole imparare. Silmeria, insomma, conserva le peculiari e inusuali caratteristiche del predecessore, importandole in maniera più raffinata e profonda in un prodotto tecnicamente di ultima generazione. Serve comunque un po’ di tempo per impratichirsi con l’atipico sistema di approccio e combattimento, sicuramente abbastanza complicato per i neofiti del genere. Una volta presa un po’ l’abitudine sarà una vera goduria portare alla vittoria la guerriera contro il suo tiranno Odino.
La Dedalica Mitologia Nordica
La delizia per i giocatori di Valkyrie Profile era senz’altro rappresentata dei personaggi affascinanti, sia per caratterizzazione che visivamente,che venivano messi in disparte man mano che la trama procedeva, in favore di nuovi protagonisti o di Lenneth stessa, mentre nel secondo capitolo, gli sviluppatori hanno inserito una struttura narrativa più equilibrata, mantenendo l’avvincente ritmo delle avventure inserendo sempre più personaggi nel corso della storia, componendo una lista semplicemente troppo dispersiva se si volesse enumerare, ma riuscendo a mantenere i ruoli principali ben in vista senza mai surclassare il vero filo conduttore. Oltre ai personaggi però, i giocatori saranno affascinati dai numerosi filmati in computer grafica veramente ben realizzati e, dalla qualità impressionante di questi (tralasciando che Silmeria supporta il progressive-scan) ,il lavoro svolto dagli sviluppatori triAce, già autori di Star Ocean che, in quanto a grafica, era un signor gioco; trasuda magia e classe già dalle immagini che son state proposte in anteprima dal sito della Square-Enix Global. Locazioni curatissime e splendide, ambientazioni evocative, dungeon ispirati fanno di Silmeria uno spettacolo visivo, dove anche le animazioni e i giochi di luce negli scontri lasciano basiti, a partire dalle combo che potremo far fare ad Alicia e i suoi compagni di party. D’altra parte un ottimo lavoro collaterale è svolto dalle apprezzatissime musiche di Motoi Sakuraba, che si riconferma un vero artista per questo genere di prodotti, come già dimostrato in nel primo capitolo.
La SE ingrana la marcia
C’è da chiedersi forse come mai la Square-Enix abbia sfornato così tanti giochi in un solo anno, e pensate che stiamo solo a metà. Che forse sia stato fatto per sopperire alla mancanza di una serie che sta andando a scemare di anno in anno quale Final Fantasy? Qualunque sia la risposta o la domanda lecita che potremmo porci, bisogna dire che dopo il remake di Valkyrie Profile: Lenneth, la casa nipponica è stata più che rapida a pubblicare il seguito, o il prequel per motivi di trama, che non merita nemmeno una critica fino ad ora: sarà l’euforia del momento, visto che il gioco è la novità di questi giorni, sarà l’ammaliamento provocato da ciò che produce una Valchiria in movimento. Il mercato per il monolite nero non è certo finito, nonostante la Play Station 3 sia oramai uscita da un bel po’, e non possiamo nemmeno definire questo mercato con un aggettivo scadente, perchè se la Square Enix continua a proporre giochi così sulle console passate tanto vale non spendere sul nuovo e conservare il vecchio.