Valkyria Chronicles – Recensione PC
Ben sei anni fa SEGA decise di rendere omaggio a Sony sviluppando in esclusiva Valkyria Chronicles per la sua piattaforma, PlayStation 3. Il risultato fu molto apprezzato anche in occidente, nonostante la scelta di limitare la localizzazione alle sole lingue inglese e giapponese. Tale decisione, quasi certamente, non gli permise di raggiungere la stragrande maggioranza delle librerie PS3, e lo rese un po’ un titolo di nicchia, apprezzato maggiormente da chi aveva la passione, e la pazienza, di adorare il suo genere.
In poco tempo, durante la seconda metà del 2014, SEGA decide di rinnovare questa sua vecchia gloria, rilasciandone una versione porting per PC. Infatti l’11 novembre scorso Valkyria Chronicles arriva su Steam, insieme a tutti i suoi DLC e con un prezzo davvero vantaggioso. Un buon motivo per rinfrescarci la memoria.
Per chi non lo sapesse, le cronache di SEGA raccontano la storia di un enorme guerra tra le due fazioni più grandi della Paneuropa: il potente Impero dell’est, e la coraggiosa Federazione dell’ovest. Il loro principale obiettivo è la Ragnite, un materiale energetico molto pregiato, attraverso il quale è possibile creare molte cose, tra cui medicine e combustibile. Tale ghiottezza porterà l’Impero a sfondare i confini della Gallia, una regione del nord che non appartiene a nessuna delle due fazioni, che ha la sola sfortuna di possedere una vastissima riserva naturale di Ragnite. Una neutralità sfortunatamente resa vana. Con l’arrivo però dello studente Welkin Gunther le vicende sembrano prendere una piega diversa. Il futuro professore, figlio di un famoso generale gallico, decide di unirsi alla resistenza e di aiutare la popolazioni della Gallia, immergendosi in uno scontro di immense proporzioni.
Suddiviso in diciotto capitoli, Valkyria Chronicles occuperà una quarantina di ore del vostro tempo. Quasi cinquanta nel caso in cui deciderete di completarlo al 100%. Ogni capitolo si suddivide in sezioni ed episodi, i quali raccontano, passo dopo passo, l’intera narrazione del gioco. Non esistono zone esplorabili e sessioni di free roaming: tutto il titolo si divide tra le pagine di un libro e il terreno di gioco. Analizziamoli entrambi nel dettaglio.
Il libro di cui stiamo parlando ricorda un po’ i vecchi giornali di guerra, le cui immagini raccontano storie di eroi passati e delle loro cruenti battaglie. Ogni capitolo occupa alcune pagine, all’interno delle quali sarà possibile assistere ad alcune cutscene che avranno l’arduo compito di raccontarci una storia. Il primo capitolo ci narra, per esempio, l’inizio della guerra e l’arrivo di Welkin in Gallia fino al raggiungimento della sua prima battaglia. Ogni episodio può essere replicato all’infinito, con un riscontro positivo sulla rigiocabilità. Oltre a ciò, con l’avanzare della narrazione, acquisiremo l’accesso ad altre sezioni del libro: la capitale, i personaggi, gli skirmish (delle battaglie secondarie, molto difficili) e il glossario.
La capitale è il centro di comando vero e proprio: dà la possibilità di scegliere i venti membri che andranno a comporre la Squad 7, selezionati tra una miriade di diversi soldati suddivisi per la loro classe (scout, lancer, sniper, ecc). Si avrà poi la possibilità di potenziare le diverse classi utilizzando l’esperienza acquisita in battaglia, nonché di migliorarne il loro equipaggiamento insieme a quello del carro armato. La cosa interessante è che l’aumento di una classe aumenterà il livello di tutti i membri che ne fanno parte: una scelta molto importante per lo stile di gioco, che analizzeremo a breve. Oltre a ciò, nel quartier generale si potrà anche accedere al cimitero, dove saranno presenti tutti i caduti durante le nostre battaglie, e sarà possibile leggere il giornale di viaggio: dei simpatici articoli redatti dall’egocentrica reporter, Irene Ellet.
La sezione personaggi analizza nel dettaglio ognuno dei membri della squadra: ogni volta che saranno usati in battaglia, sarà possibile accedere a nuove informazioni riguardanti quel determinato personaggio. Una scelta molto intima e vivace, che aiuta a rendere questo mondo immaginario molto più vicino a noi di quanto potessimo pensare. Non sarà inusuale l’idea di volersi catapultare a leggere le novità riguardanti il nostro personaggio preferito.
La cura maniacale con cui il titolo viene gestito stupisce sopratutto nell’analisi del glossario, poiché esso racchiude all’interno di sé una spiegazione enciclopedica per ogni particolare del gioco: ricco di approfondimenti, permette anche di dare uno sguardo all’intera topografia del mondo. Ognuna di queste sezioni, come già evidenziato, racchiude all’interno di sé la maggior parte del titolo, anche se possiamo etichettarla come una sessione di gioco passiva. Un attributo da prendere comunque con le pinze: senza le pagine di questo giornaletto, Valkyria Chronicles non avrebbe avuto molto di più rilevante rispetto ad altri titoli del genere.
Tralasciando la parte cosiddetta passiva, che comunque possiamo identificare come l’animo di Valkyria Chronicles, passiamo all’analisi del suo corpo: il battle system. Si parla di uno “strategico a turni con una componente di sparatutto in tempo reale”, denominato più semplicemente BliTZ. É normale essere confusi riguardo al suo genere, perché non si parla di un normale RPG tattico: a turni, dovremo muovere i membri della nostra squadra, fino al completamento di un determinato obiettivo; ma dovremo anche difenderci dalle unità nemiche con le armi a nostra disposizione.
La mappa di ogni battaglia serve per prendere visione di quella che sarà l’area in cui si svolgerà lo scontro. Sarà possibile decidere i propri spostamenti e anticipare le mosse dei nemici. Premettendo che battaglia non dovrà essere lunga più di venti turni, altrimenti si incorrerà nel Game Over, ogni fazione avrà a disposizione un numero variabile di CP (Command Points) che possono essere utilizzati per muovere un’unità o chiedere rinforzi. Verrano dati all’inizio di ogni turno in base ai membri della squadra presenti (alcuni membri, tipo Alicia, permettendo di acquisire due punti CP, rispetto agli altri che ne aggiungono solo uno).
Quando i CP terminano sarà necessario lasciare il turno all’avversario, e attendere la fine della loro fase di attacco. Utilizzando i CP su di un’unità si verrà trasportati sul campo di battaglia, e si passerà da una visuale strategica all’azione vera e propria. Niente tasselli tattici e movimenti prestabiliti però: in Valkyria Chronicles ogni membro avrà la possibilità di muoversi liberamente sul terreno di gioco, finché la barra AP (Action Points) non terminerà. Ogni movimento detrarrà una parte di questa barra, e quando sarà finita l’unità non potrà più muoversi per quel turno. Bisognerà usare gli AP con parsimonia, cercando di restare il più vicino possibile a coperture, in modo che il nemico non ci possa eliminare in un batter d’occhio. Avvicinarsi troppo ai nemici li renderà irascibili, e questi inizieranno a spararci addosso (lo stesso succederà ai nemici che si avvicineranno a noi durante il loro turno). Utilizzando il tasto “Mira” si partirà con la fase di puntamento. Dopo aver fissato l’occhio del mirino sul bersaglio, potremo colpirlo, ma non per forza riusciremo a centrarlo sempre: bisognerà tenere in considerazione il range dell’arma, la salute e tanto altro ancora. Sarà anche questione di fortuna. Sbagliare un colpo vorrà dire dover perdere il turno, avendo la possibilità di compiere una sola azione per volta (azione intesa come: fare fuoco, lancio della granata, ricaricare le energie, o altro).
Ogni categoria di personaggio avrà delle caratteristiche ben distinte dagli altri, sia in termine di salute che in termine di AP. Gli scout per esempio possiedono un totale i 800 AP, e possono essere utilizzati per raggiungere le lunghe distanze. I cecchini, invece, possiedono solo 250 AP e sono devastanti negli attacchi dalla distanza, a discapito di HP molto bassi. I Lancer saranno indispensabili negli attacchi contro i carri corazzati, i quali non potranno essere scalfiti dai normali proiettili. Ruolo importante soprattutto quello degli ingegneri, che possiedono la metà delle caratteristiche di tutti gli altri e permettono di curare e di risanare le munizioni dei propri alleati, nonché di riparare il nostro carro. L’utilizzo di ogni personaggio deve provenire quindi da un’analisi approfondita del terreno di gioco. Se infatti per sbaglio dovessimo perdere un membro della squadra, poiché i suoi HP sono stati portati a zero, avremo solo tre turni per raggiungerlo e chiamare i soccorsi, altrimenti morirà definitivamente. Ergo non potremmo più usarlo in battaglia, ma dovremmo selezionare un altro membro della sua classe, che per fortuna avrà il suo stesso livello, grazie alla scelta dell’avanzamento per classi. Inoltre i soccorsi non lo rimetteranno in forze pronto per continuare la battaglia. Il suo posto dovrà essere occupato da un altro soldato, chiamando i rinforzi: ciò comporterà la spesa di un CP e l’attesa di un turno prima di ricevere il soldato nella squadra.
Una sola mossa azzardata potrebbe metter in serio pericolo l’intera operazione, quindi, sia in termini di CP, che di AP e di turni. Ogni operazione completata verrà premiata con un ranking in lettere, ma non verranno premiate le uccisioni e non si verrà penalizzati per la perdita di membri: l’importante è completare la missione nel minor tempo possibile (in termini di turni). L’esperienza e il denaro diventeranno a un certo punto basilari per l’avanzamento della storia, e saremo costretti a ripetere le precedenti battaglie per racimolarne ancora. Per fortuna il titolo permette di salvare all’inizio di ogni turno, in questo modo il giocatore avrà la possibilità di perfezionare ogni volta le proprie mosse, a discapito comunque del gameplay, che non sarà mai goduto appieno.
La rivisitazione delle battaglie precedenti potrebbe comunque rendere Valkyria Chronicles un titolo particolarmente noioso, perché non esistono delle aggiunte alla battaglie concluse in passato. Inoltre non è sempre presente lo skip delle cutscene, e il fatto di vederle ridondare a video potrebbe guastare l’atmosfera. A giudicare comunque dall’IA dei nemici, parzialmente limitata, con un po’ di pazienza riusciremo a prendere dimestichezza con l’azione di gioco: il rank A non sarà di sicuro molto lontano.
Rispetto alla versione per PS3 (eccovi la nostra recensione) dal punto di vista del gameplay non c’è nulla di nuovo, a parte i DLC contenuti già di base nel porting. Le uniche differenze tangibili riguardano la parte grafica di Valkyria Chronicles, che si veste dell’alta definizione. Tra le opzioni grafiche sarà possibile portare la risoluzione a 1080p e attivare il V-Sync, con un magnifico riscontro positivo sulle illustrazioni manuali che si muoveranno a 60fps. Lo stile animato è molto più vivido e limpido sul volto dei nostri PC. L’unico punto a sfavore riguarda le cutscene, che per qualche strana ragione sono renderizzate a una risoluzione più bassa. Inoltre la giocabilità con mouse e tastiera non viene per niente minata, anzi: le fasi di puntamento sono ancora più precise grazie all’utilizzo del mouse.
Anche se carente di effetti sonori d’impatto, la colonna sonora incalza ancora perfettamente tutte le azioni, sia nei momenti di stasi che in quelli minacciosi. Come già evidenziato all’inizio, il vero problema risiede nella localizzazione: non esistono doppiaggi in lingua italiana, e se non fosse per gli utilissimi sottotitoli in inglese, e per il glossario, sarebbe davvero difficile seguire interamente le vicende narrate.
[signoff icon=”quote-circled”]Un intimo miscuglio di generi differenti.
Fuori da ogni aspettativa, SEGA porta su Steam un titolo vincente, che nonostante le limitatezze linguistiche, è in vetta alle classifiche d’acquisto settimanali. Tralasciando la ridondanza di alcune cutscene e un’IA che per gran parte del gioco si attesta a essere molto prevedibile, Valkyria Chronicles sa come essere affascinante. Le sue nuove vesti grafiche non possono che rafforzare l’atmosfera già di per sé intima e ogni capitolo è un affresco colorato da tinte molto nostalgiche. La sua storia, schematizzata come un gazzettino di guerra, racchiude delle immagini molto toccanti, alla stregua di quelle vecchie cartoline che i soldati mandavano alle proprie famiglie. Un insieme di generi e stili alquanto classici e lontani dall’attualità, ma che comunque sanno ancora emozionare, dove ogni personaggio ha il proprio ruolo vivente. Tutto da scoprire.[/signoff]