Valiant Hearts: The Great War – Recensione Nintendo Switch
L’essere umano vive di ricordi. Che siano belli, brutti, entusiasmanti o tristi, la nostra vita è basata sulla memoria, sul ricordare cos’è successo, cosa abbiamo fatto, quanto avremmo potuto fare meglio o peggio e, da queste basi, costruirci in quanto persone. La società tutta, di conseguenza, si poggia sul concetto di “memoria storica”, una testimonianza del passato che dovrebbe permetterci di vivere il presente evitando gli stessi errori, le stesse tragedie, le stesse stragi. Dovrebbe.
A quattro anni dalla sua uscita, dopo aver ricevuto infiniti premi ed essere arrivato su praticamente ogni console a cui possiate pensare, Valiant Hearts: The Great War di Ubisoft Montpellier torna a farci emozionare con un porting (sicuramente poco generoso in termini di aggiunte) su Nintendo Switch.
War, war never changes…
Valiant Hearts è un’avventura ad enigmi che ci fa seguire le storie di quattro diversi protagonisti, intrecciate saldamente e indissolubilmente tra loro. Karl è il genero di Emile, tedesco costretto a lasciare moglie e figlio francesi per arruolarsi proprio, per ironia della sorte, sul fronte francese. Lo stesso destino, ma sul fronte opposto, toccherà ad Emile, che, al termine di un difficile addestramento (il nostro tutorial), incontrerà Freddie, americano arruolatosi volontariamente con la Francia e in cerca di vendetta. Quarta e ultima stella di questo nutrito cast è Anna, giovane promessa veterinaria, ora infermiera volontaria al fronte.
Partiamo da una doverosa premessa: Karl, Emile, Freddie e Anna non sono eroi. Non tentano mai di esserlo e non sono scritti per essere elevati a tale rango, sono semplici esseri umani: padri, mariti, figli. La guerra in Valiant Hearts non è descritta come frutto di grandi menti, ma con le sensazioni e le emozioni di quattro civili rimasti incatenati, dal destino, a un qualcosa di più grande di loro. La guerra distrugge non solo case e costruzioni con le bombe, ma anche la mente e la stabilità emotiva delle persone. E Valiant Hearts ha distrutto la nostra.
Aggiungiamo al gruppetto di protagonisti un fedelissimo cane, Walt, che ci aiuterà nella risoluzione degli enigmi e capirete che, per quel che riguarda il lato emotivo (e correlati pianti), abbiamo raggiunto un livello piuttosto elevato. In diversi momenti ci siamo ritrovati con una stretta allo stomaco così forte da far male. Le reazioni umane dei protagonisti e le loro emozioni traspirano dall’altro lato dello schermo come se fosse una cosa completamente naturale, nonostante non esistano linee di dialogo propriamente dette (i personaggi farfuglieranno piccole frasi e comunicheranno principalmente tramite gesti).
Il canto del cigno
Nei quattro capitoli che compongono la storia di Valiant Hearts potremo alternare i quattro protagonisti e le loro differenti abilità. Mentre, ad esempio, Emile è in grado di scavare col suo mestolo, Freddie potrà liberarsi la strada da cavi e fino spinato con la tenaglia. Anna e le sue grandi competenze potranno aiutare feriti e malati per ottenere oggetti chiave, mentre Karl utilizzerà numerosi travestimenti per uscire dalle situazioni più complicate. Infine, il fedele e dolcissimo Walt potrà infilarsi in strettoie e canali per tirare leve o recuperare oggetti.
L’alternanza fra le varie meccaniche rende tutto più vario e divertente, nonostante le situazioni siano ripetitive e forse gli enigmi un po’ troppo semplici. Il livello di difficoltà medio è infatti molto, molto basso, anche per la presenza di indizi a tempo e l’evidenziazione su schermo degli oggetti interattivi (feature entrambe non presenti nella modalità “Veterano”), tutte caratteristiche che fanno attestare la durata complessiva di Valiant Hearts fra le sei e le otto ore.
Se poi vorrete recuperare tutti i collezionabili presenti, il monte ore sicuramente andrà ad aumentare visto che alcuni di questi non saranno così immediati. Il nostro consiglio è di farlo assolutamente, visto quanto ogni singolo oggetto recuperato aggiunga in termini di profondità: ogni descrizione riporta fatti, dati e statistiche sul periodo della Grande Guerra, creando una vera e propria guida interna al gioco sempre aggiornata e molto interessante.
Il nostro plauso più totale va all’estetica e alla direzione artistica: il voler raccontare fatti e situazioni terribilmente tragiche e incresciose con uno stile fumettistico è tremendamente azzeccato e ben studiato. Aggiungiamoci animazioni fluidissime, sia in portatile sia con Nintendo Switch collegata al dock, e una stabilità generale ottima, insieme a una colonna sonora d’impatto e molto ispirata e otterrete, nel complesso, una piccola perla che chiunque, sia gli amanti della storia sia coloro a cui non è mai interessata, dovrebbe giocare.
Valiant Hearts si pone sulla scia di quei giochi storici che tentano di raccontare periodi complessi, bui e pieni di terrore. La differenza con tanti altri colleghi risiede nel fatto che Valiant Hearts ci riesce appieno. Con personaggi incredibilmente umani e ben caratterizzati, uniti a una direzione artistica d’impatto, il titolo Ubisoft riesce a nascondere una tremenda facilità (e banalità) a livello di gameplay, elevandosi a videogioco che è riuscito a farci piangere più e più volte. Senza considerare poi quanto sia un bravo cane Walt.
Pro
- Storia struggente narrata magnificamente
- Personaggi credibili, reali
- Comparto artistico eccellente
- Collezionabili utili
Contro
- Troppo semplice e breve
- Nessun aggiunta su Nintendo Switch