V-Rally 4 – Recensione
V-Rally 4.
Basta leggerne il titolo per provare un ardore del tutto particolare, un coacervo di passione frammista ad eccitazione capace di far sfilare le mutande persino al videogiocatore sessualmente più represso in piena piazza San Pietro, spingendolo ad accoppiarsi con il primo orifizio disponibile. Risulta sufficiente sfiorare con lo sguardo quel mitologico logo e mille spasmi orgasmici sopraggiungono, coinvolgendo il basso ventre, memori di quel fantastico periodo di venti anni fa, quello in cui i poligoni potevano essere quasi contati sulla punta delle dita e il “si stava meglio quando si stava peggio” era solo un lontanissimo pensiero.
Pochi istanti dopo, il brusco impatto con la realtà, il risveglio di botto, col sudore sulla fronte e l’espressione delusa di un’esperienza che non potrà più ripetersi. Ma love conquers all, per dirla à la Hamilton, l’amore incommensurato nei confronti di una saga da antologia del volante prova a scombinare i piani di una creatura giocosa disorganizzata, ricca di contenuti ma qualitativamente alquanto scarsa. Si piange di sconforto, Scottex alla mano e via, ci si lancia V-Rally 4 ed è quasi riconciliazione col passato, memoria per pochi secondi di quel che è stato e, purtroppo, mai più sarà.
Il quarto capitolo nominale della leggendaria serie principiata da Infogrames ed Eden Studios si sostanzia in un monumento ai caduti, un monolite issato a ricordare la decomposizione di una gioventù oramai svanita, una striatura binaria che decreta il ritorno – più amaro che dolce – di uno dei franchise più innamora(n)ti della seconda metà degli anni ‘90.
C’è ancora qualche granello di luce, compresso fra i gigabyte di questa opera, ma non sarà il flebile ricordo dei tramonti di un’estate parecchio lontana a rendere meno decadente la triste realtà. La verità è che V-Rally 4 inebetisce, pad alla mano, disorienta, ammutolisce. Il feeling di guida è apparentemente simile a quello dei bei tempi andati, peccato che il videogioco si sia evoluto, rispetto a due decadi fa. E si bestemmia anziché godere delle potenti auto a quattro ruote motrici che calcano gli eterogenei luoghi ospitanti le varie competizioni, si impreca per un track design soventemente poco ispirato, in cui c’è poco spazio per la pennellata in powerslide, accatastando circuiti semi-anonimi sino a formare una pila di strade riconducibili ad un unico, comun denominatore: frustrazione.
Rabbia per quel che avrebbe potuto essere, ovverosia un’opera corsistica con una marcia in più rispetto al resto della ciurma, in grado di risvegliare l’animo tanto del guidatore seriale, quanto della più morigerata delle massaie di Voghera. E invece no: si viaggia senza soluzione di continuità da un punto all’altro della mappa, selezionando il prossimo stage con la necessità di gestire il proprio garage arricchendolo sia di nuovi, pulsanti bolidi, sia di persone teoricamente in grado di fare la differenza tra vittoria e sconfitta.
I ragazzi di Kylotonn Games hanno introdotto una leggera sfumatura manageriale che guida la mano del giocatore, costringendolo a prendersi cura del proprio entourage, con l’obiettivo finale di dar vita ad un dream team in grado di spezzare le reni a qualsiasi driver del globo terracqueo. Peccato che, anche settando la difficoltà ai livelli massimi, V-Rally 4 non riesca a scrollarsi di dosso l’effigie di produzione corsistica più facile del 2018. L’esaltazione è poca, la voglia di prevalere sull’avversario ancora minore, l’impressione finale è di voler primeggiare in ogni campo, senza averne i mezzi necessari.
Ma c’è del marginalissimo ludogodimento che attende coloro i quali non abbiano timore a scheggiarsi i denti morsicando una pietanza oramai indurita dal passare degli anni, in grado di guardare un bilione di metri oltre un ostacolo, quello della scarsa resa grafica, potenzialmente fatale per chiunque approcci la produzione pensando al nuovo messia. Un sentimento diverso dal solito, tuttavia, che mescolandosi alla nostalgia, culla il videogiocatore come tra le braccia della mamma, aspettando una carezza purtroppo impossibile.
V-Rally 4 è il Waiting for Godot della sgommata ignorante, insomma, il ponte sullo stretto di Messina dei racing game, appesantito da una dottrina strettamente intrecciata ad un passato oramai irraggiungibile. Ci sono sprazzi di evoluzionismo, ma non basta mischiare i geni di qualche grande protagonista della scena corsistica per ottenere un risultato perfetto. Manca il coraggio, la serenità di dire che il passato è passato e non tornerà più.
Pro
- È V-Rally
- Abbastanza vario
Contro
- Poco ispirato
- Feeling di guida quasi inesistente
- Graficamente bruttino
Riccardo, comprerei il gioco solo per l’articolo che ne hai scritto. Complimenti “from the bottom of my heart”!