Utawarerumono: Mask of Deception – Recensione
Arrivato da noi un po’ in sordina, sconosciuto ai più se non agli otaku, Utawarerumono: Mask of Deception è all’apparenza un titolo unico, un esperimento che si propone di unire visual novel e JRPG, quando in realtà ha un passato ben più complicato e ricco di produzioni. L’originale Utawarerumono uscì in Giappone nel 2002 su Windows e fu poi rilasciato anche su Playstation 2 e PSP. Tutte e tre le versioni furono relegate al Sol Levante: a quanto pare si pensava che noi il mercato occidentale non fosse “pronto” ad una produzione tanto adulta e particolare. Da allora sono usciti un manga, un anime, degli OAV, dei drama CD, e addirittura due programmi radio, rendendo chiaro che il gioco era diventato un fenomeno di culto in Giappone.
Nel 2015 uscì il sequel su PS3, PS4 e PS Vita, chiamato Utawarerumono: Itsuwari no Kamen. Forse, grazie alla buona ricezione in Occidente di titoli come Danganronpa e Zero Escape, è stata decisa la localizzazione. Utawarerumono: Mask of Deception è la versione occidentale di Itsuwari no Kamen, arrivata sì con due anni di ritardo, ma almeno è arrivata. Nel 2015 è stato prodotto anche un anime di questo secondo capitolo. Nel 2016 è uscito in Giappone l’ultimo capitolo di questa trilogia, chiamato Utawarerumono: Futari no Hakuoro, che arriverà da noi a fine 2017 col nome di Utawarerumono: Mask of Truth.
L’amnesia è abusata
Quando si vuole creare una storia con misteri e colpi di scena è abbastanza abusato l’espediente dell’amnesia. Utawarerumono: Mask of Deception non fa eccezione: il protagonista si sveglia senza alcun ricordo su una montagna innevatadove incontra ben presto un terribile mostro dalle apparenze di millepiedi. Il nostro eroe si dà alla fuga, ma viene fortunatamente salvato da una ragazza di nome Kuon. Ella decide di prendersi cura di lui fin quando non recupererà i suoi ricordi; per il momento lo chiama Haku (che significa “bianco”), ispirata dalla neve di quel monte ma probabilmente anche dallo stato mentale del ragazzo, sempre mogio e privo di motivazione. I due giungono alla città di Yamato, nella quale vengono ingaggiati per svariate missioni.
Sebbene non sia necessario aver giocato al primo capitolo di Utawarerumono, durante la storia appariranno brevemente anche i vecchi personaggi, i quali però riotterranno un ruolo principale in Mask of Truth. Ci chiediamo quindi in che modo qui in Occidente intendano metterci al passo con la trama e con i personaggi quando ce ne sarà bisogno: forse con Mask of Truth inseriranno anche in bundle il primo capitolo?
60 ore di chiacchiere
Se siete amanti dell’azione, Utawarerumono: Mask of Deception non fa assolutamente per voi. Questo gioco è principalmente una visual novel, quindi si passa la maggior parte del tempo osservando i personaggi parlare e proseguire autonomamente con la loro avventura. Tra innumerevoli dialoghi, ogni tanto potremo mettere mano al pad per giocare una battaglia in stile JRPG tattico, un genere un po’ di nicchia ma estremamente amato dagli appassionati (pensiamo alla serie di Disgaea).
Nei combattimenti non ci sono particolari gimmick o strani elementi di gameplay; è tutto molto semplice e diretto. Di solito le condizioni di vittoria prevedono la sconfitta di tutti gli avversari o di uno in particolare, mentre quelle di sconfitta l’uccisione di tutti gli alleati o uno in particolare. All’inizio di ogni battaglia potremo posizionare gli alleati liberamente entro una determinata area ed equipaggiarli con gli oggetti a disposizione, essenziali per il buon esito della battaglia grazie al boost di statistiche o alla protezione da status alterati a cui essi provvedono.
Come in tutti i giochi “tactics”, i turni si susseguono con movimento delle unità e attacchi. Attaccare un nemico, però, non risulterà in un mero assalto singolo, ma darà vita a una vera e propria combo della quale saremo parte integrante. Durante l’attacco di uno dei nostri personaggi possono apparire due tipi di minigiochi: in uno bisogna premere un pulsante nel momento in cui l’offesa va a segno, nell’altro apparirà un cerchio che si riempirà man mano che terremo premuto il pulsante, che dovremo poi rilasciare nel momento in cui il cerchio sarà pieno. Fallire in queste imprese porterà semplicemente al termine del turno del personaggio, mentre avere successo farà proseguire l’attacco con una combo che culminerà, infine, in una mossa speciale adatta per massimizzare i danni.
Per portare a termine ogni stage nel migliore dei modi è importante anche considerare le debolezze e le resistenze di nemici e alleati: ogni guerriero si caratterizza per uno di sei elementi (a parte Haku, che è neutro), ciascuno dei queli è particolarmente efficace contro un altro. Sono presenti anche condizioni atmosferiche che potenzieranno un elemento per quel livello, quindi ogni volta la decisione della formazione è di grande impatto.
Nel caso che uno stage risulti troppo difficile o si pensa di aver preso una decisione sbagliata, è possibile “tornare indietro nel tempo” al turno che preferiamo, in qualsiasi momento, così da poter rivedere le nostre scelte e prendere strade diverse e più funzionali. Al Game Over il gioco ci permetterà anche di scegliere se ricominciare lo scontro dall’inizio o se tornare ad un turno precedente, rendendo il titolo così molto permissivo.
Metà gioco in postgame
Graficamente, Utawarerumono: Mask of Deception non mostra qualcosa di cui andare entusiasti, essendo un 3D dell’epoca Playstation 3 e nemmeno chissà quanto rifinita. Tuttavia, per l’80% del gioco, noi assisteremo ad una visual novel con immagini disegnate splendidamente. Essendo il titolo per la maggior parte visual novel, probabilmente è la qualità delle immagini che va giudicata, piuttosto che la grafica durante il gameplay nei combattimenti. Il comparto audio presenta un doppiaggio completo di altissima qualità, così come tracce musicali estremamente evocative della cultura Ainu. La longevità è estremamente alta se amate le storie da leggere molto a lungo: la storia principale dura ben 60 ore, all’interno delle quali combatteremo solamente per 17 volte. Una volta completato il gioco potremo sfidare 16 stage extra con combattimenti opzionali. In pratica, metà del gameplay si svolge alla fine del gioco.
Utawarerumono: Mask of Deception è una visual novel con una storia molto appassionante, con una quantità equilibrata di fan service, senza esagerare, e sezioni di gameplay un po’ risicate ma molto divertenti, seppur troppo semplici persino in modalità difficile. Non è assolutamente per tutti: chi ama l’azione o gettarsi nel mezzo di un videogame non riuscirà a reggere nemmeno la prima ora di Utawarerumono. Ma se amate un buon libro o siete riusciti ad amare titoli come Danganronpa, Utawarerumono farà per voi nonostante un finale un po’ troppo cliffhanger e la mancanza del primo capitolo della serie in occidente.
Pro
- Storia appassionante e buoni personaggi
- Fanservice non invadente
- Adattarsi alle combo è difficile ma porta soddisfazioni
- Illustrazioni favolose
Contro
- 60 ore di durata per solo 17 stage di gioco vero e proprio
- Decisamente non per tutti
- Tecnicamente arretrato in tutti i sensi