Untold Legends: The Warrior’s Code – Recensione Untold Legends: The Warrior’s Code

Untold legends: The Warrior’s Code rilasciato nel marzo del 2006, sequel di Brotherhood of the Blade, sempre per PSP, cerca di riavvicinare il pubblico dopo gli scarsi successi rimodernizzandosi con nuove classi  un miglioramento del controllo generale, ampie scelte di customizzazione del proprio personaggio e altre novità che nel complesso sono ben accette da tutti.
La Ubisoft avrà fatto centro?

Musiche

In questo genere di Action-Rpg in cui a risaltare su altri sono solitamente i paesaggi e la meccanica grafica degli incantesimi, la musicalità non viene quasi mai presa in considerazione. Le scorribande durante i Dungeons vari tra un mostro e l’altro vengono spesso sottolineate da movimenti sonori inadeguati, troppo lenti per sottolineare la frenesia della battaglia. Rievocanti comunque con un gradevole accento epico, timbrato coi violini e le arpe immancabili, è consigliabile interrompere l’avventura per un paio di minuti e assaporarsele tutte nelle varie locazioni.


Sprazzi di storia

Koryn Thal, cittadina pacifica in un mondo di guerrieri, venne svuotata delle sue genti e devastata dalla tirannia di un potente e sanguinario Signore della Guerra. Diciotto anni dopo la sua sete di morte si manifestò ulteriormente in minacciose e violente creature che disseminavano paura tra i sopravvissuti, rendendoli poi umili schiavi. I membri di una razza speciale in grado di mutare il proprio aspetto, decisero allora di tentare la rivolta e riportare la pace e la libertà nel mondo. Scomparendo gradualmente dai territori assediati si organizzarono in gruppi, migrando nei luoghi più remoti della terra e successivamente cercando di riorganizzarsi al meglio e incrementare le proprie doti affinché la tirannia del Signore della Guerra potesse finalmente concludersi.


Gameplay

Ordinari e impersonali, i comandi (attacco, parata, cast e mutazione) di Untold Legends non forniranno grande stimolo all’azione al giocatore che rispecchierà in esso il più classico degli hack n’ slash dove ciò che conta è solo e soltanto distruggere ogni cosa in movimento nello schermo, salire di livello ed aumentare le statistiche. Il proprio personaggio si trasformerà in una delle bestie soltanto dopo aver annientato una buona dose di nemici e la durata di quest’ultima dipenderà da quanti punti avrete speso nel coltivarla. La lista delle bestie propone Guardian: Beast , Mercenary: Fury , Disciple: Behemoth , Prowler: Dervish e Scout: Hellcat. Ciò che forse attira un minimo di attenzione lo si riscontra in un buon adattamento wi-fi che include diverse modalità multiplayer, la vera motivazione per cui questa goccia nell’oceano esista. La modalità multiplayer permette a due giocatori di avventurarsi contemporaneamente nei rispettivi dungeons senza bisogno di cavi, purchè le due psp siano abbastanza vicine l’una all’altra. Multiplayer Infracture funge da server mondiale dove tutti saranno in grado di sfidarsi in cruenti e interminabili pvp; è presente infine il tradizionale Multiplayer Lan. Oltre al pvp e alla cooperazione tra amici il giocatore sarà in grado di competere in diversi campi quali il conteggio delle uccisioni, la maggior raccolta d’oro, prove di velocità sia in attacco che nel saccheggio, la "survive mode" e per finire alla "prendi bandiera".


Conclusioni

Con Untold Legends: The warrior’s Code la Ubisoft ha fatto un vero e proprio buco nell’acqua fornendo un gioco privo di storia coinvolgente e una logica apparentemente inesistente. Un titolo che potrà dilettare soltanto i fan più sfegatati del genere. Cercare di accattivare (inutilmente) il pubblico con la ramificata modalità online non è una mossa corretta poiché mette in evidenza la mancanza di impegno da parte dello staff tecnico nel cercare innovazione e soprattutto creatività.

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