Untitled Goose Game – Recensione Xbox One

Appena tre mesi dopo l’ottima accoglienza al debutto su PC (su Epic Games Store; il gioco arriverà su Steam solo fra diversi mesi), Mac e Nintendo Switch, Untitled Goose Game è approdato anche su PlayStation 4 e Xbox One, sempre al prezzo di lancio di € 19,99, ma se lo acquisterete entro il 2 gennaio 2020 beneficerete di uno sconto del 25%, cioè di € 5. Abbiamo testato per voi la versione Xbox One.

Il gioco è stato già sviscerato a suo tempo dal nostro Matteo Scannavini, di cui potete leggere la recensione a questo link. Oggi vi forniremo una second opinion, peraltro concorde con quella del buon Matteo.

Untitled Goose Game è, fondamentalmente, una bizzarra commistione di puzzle game e stealth game, in cui il giocatore impersona un’oca senza nome, la quale deve portare a termine la complicata ma onorevolissima missione di rompere le scatole a pressoché tutti gli umani che incontra, facendo tutti quei dispettucci che vedremmo benissimo nelle secolari compilation di Paperissima. Per certi aspetti, possiamo dire che il gioco si inserisce nel filone inaugurato da Goat Simulator, ma le affinità risiedono quasi esclusivamente nel protagonista animale e nella molestia che esso produce: Untitled Goose Game, infatti, è un gioco decisamente più curato – la grafica non è tagliata con l’accetta e non è infarcito di bug, ad esempio – e strutturato.

La breve avventura dell’oca dispettosa è suddivisa in piccole aree fra loro interconnesse: si parte da un giardino per poi approdare alla strada di paese e così via. In ciascuna location il giocatore deve portare a termine piccoli compiti, che solitamente implicano il furto di qualche oggetto o la molestia degli umani presenti in loco, animati da routine comportamentali semplicissime, che peraltro non prevedono la violenza sugli animali. Quando manca un solo obiettivo, se ne aggiunge un altro, che aprirà le porte del “livello” successivo.

Il sistema di controllo è molto semplice, ma le poche mosse a disposizione consentono comunque un buon numero di interazioni, con esiti non sempre scontati. Proprio in questo risiede la componente puzzle del gioco, che non si rivela mai frustrante grazie all’opzione che consente di ripristinare lo stato iniziale delle cose senza perdere alcun progresso. La nostra oca può starnazzare, correre, sbattere le ali e prendere le cose con il becco… come faremo con queste poche e banali azioni a costringere un contadino a cambiare cappello? Sta a voi scoprirlo! La componente stealth, per così dire, è presto detta: come già accennato, molti degli incarichi della nostra oca risiedono nel sottrarre oggetti agli umani, quindi è necessario agire furtivamente, aspettare che l’umano di turno si volti oppure creare dei diversivi.

Untitled Goose Game è fra gli indie più interessanti dell’anno, non solo grazie al suo concept, ma anche alla grafica e al sonoro, che offrono qualcosa di inedito nello scenario videloudico. La qualità del port è ottima, ma onestamente sarebbe stato difficile sbagliare il porting di un gioco tecnicamente molto semplice.

L’unico appunto che si può fare alla seconda opera di House House (dopo l’ancor più strampalato Push Me Pull You) è la longevità piuttosto scarsa, soprattutto se parametrata al prezzo elevato nell’ambito dei “giochini” (in termini quantitativi e non qualitativi, beninteso) indie. Untitled Goose Game si compone di cinque zone, completabili in tre o quattro ore. Esiste un breve post game, consistente in una nuova lista di incarichi più complessi, che possono richiedere di spostare oggetti da un’area all’altra oppure di rispettare un limite di tempo. Ad ogni modo, anche svolgendo tali compiti, che vi frutteranno un buon numero di Trofei od Obiettivi, il gioco non dovrebbe portarvi via più di sei ore.

In occasione dell’approdo su PlayStation 4 e Xbox One, non possiamo che confermare il nostro giudizio entusiastico su Untitled Goose Game, un gioco fresco e piacevole che ha il solo neo di durare davvero poco in relazione al suo prezzo.