Underworld Ascendant – Recensione
Era il lontano 1992 quando un gioco dal titolo Ultima Underworld comparve sulla scena degli RPG fantasy (e non solo) rivoluzionandola da capo a piedi, così come il su seguito, The Stygian Abyss, uscito soltanto a distanza di un anno. Underworld Ascendant, titolo finanziato da una campagna Kickstarter e nel cui team di sviluppo conta nomi come Warren Spector (Deus Ex) o Joe Fielder (Bioshock Infinite), tenta di “riportare alla vita” in questa nostra epoca le due pietre miliari del gioco di ruolo videoludico.
Purtroppo, e ci duole davvero dirlo, è sapere che Underworld Ascendant non riesce in questo suo nobile intento. Intanto, per quanto i titoli originali (a loro volta spin off della mitica saga videoludica ideata da Richard Garrioth) siano presi dal team di sviluppo molto più che a mera fonte di ispirazione, non si può parlare ne di uno spin off ne di un vero e proprio seguito, il tutto per semplici motivi di copyright.
Ci ritroveremo quindi non nei panni di un Avatar ma bensì in quelli dell’ Ascendant, che a conti fatti è praticamente la stessa identica cosa. Una misteriosa e inquietante entità chiamata Cabirus, ci investe del pericoloso compito di scendere nello Stygian Abyss, l’Abisso Stigeo, per affrontare niente meno che il mostruoso Tifone, orrore primordiale in grado di impensierire seriamente anche lo stesso Zeus in persona.
Appreso il nostro destino così, su due piedi, saremo dunque chiamati a dare una forma al nostro Avatar, pardon Ascendant, rendendoci subito conto che qualcosa , decisamente, sembra non funzionare.
Del nostro personaggio infatti, potremo vedere solo e soltanto le braccia (la visuale di gioco in Underworld Ascendant, come nei suoi illustri “antenati” è infatti in prima persona) piuttosto rachitiche aggiungiamo, delle quali potremo decidere addirittura il colore della pelle! Fine. Decisamente un inizio non proprio felice per gli appassionati di RPG immersivi, dove la creazione e la personalizzazione del nostro PG a inizio gioco è spesso una fase capace a durare anche delle intere ore! Non dobbiamo certo giudicare un libro dalla copertina, peccato che poi il resto sia anche peggio.
Ci ritroveremo dunque sull’imbocco dell’Abisso lasciati a noi stessi senza, o quasi,uno straccio di guida a riguardo di quello che dovremo affrontare. Sicuramente l’approccio “open world” di totale libertà che ci presenta Underworld Ascendant è uno dei suoi rari punti di forza.
Ogni missione, ogni situazione e ogni pericolo,può essere affrontata nella maniera che più ci sembra consona, un po’ à la Dishonored tanto per capirci. Potremo quindi caricare i mostri a testa bassa o affrontarli in maniera stealth e molto più ragionata. Oppure non affrontarli affatto, eludendo continuamente la loro guarda e sgattaiolando nelle ombre per tutto il tempo. A noi la scelta.
Questa estrema libertà di azione si riflette anche nella gestione dell’equipaggiamento, in quanto non ci saranno vincoli di classe per l’uso di un oggetto, così come di un incantesimo da comporre tramite le apposite rune, ci permette di creare un personaggio con abilità e statistiche molto versatili e variegate. Peccato però che, parlando di armi armature e oggetti, nella descrizione non compaia mai uno straccio di statistiche peculiari, cosa che spesso e volentieri ci farà ritrovare l’inventario pieno di inutili cianfrusaglie.
Un altro degli elementi di punta di Underworld Ascendant dovrebbe essere la gestione della fisica, anche questa applicata alla pressoché totale libertà di usare gli oggetti circostanti per superare fantasiosamente le situazioni e gli ostacoli che ci si parano davanti. Diciamo dovrebbe perché, purtroppo, non sempre funziona a dovere.
Quando tutto va bene, potremmo ottenere un feedback davvero realistico per le interazioni con l’ambiente circostante, come il dovere usare più forza per lanciare oggetti pesanti, roba infiammabile usata come innesco per incendi tattici e quant’altro. Quando tutto va bene, abbiamo detto, e quando lo fa da anche grandi soddisfazioni. Peccato che, praticamente a random, la fisica vada a farsi benedire, e quindi sfonderemo barriere apparentemente invalicabili solo con un calcetto, torce inestinguibili anche sott’acqua e amenità varie. Cose davvero fastidiose perché capaci di nullificare la nostra attenta strategia per affrontare un passaggio delicato, lasciandoci così solo l’opzione violenta. Non che sia un grosso problema, dato che la IA che governa gli avversari è davvero basilare e spesso confusa, portando i nemici ad attaccare alle volte anche dei semplici oggetti inanimati.
A tutto questo, aggiungiamo pure delle animazioni poco più che imbarazzanti e una scarsa praticità di movimento (anche la minima asperità del terreno, come un semplice scalino va SALTATA, per dire) e ci troviamo di fronte a un disastro fatto e finito.
Underworld Ascendant è la classica ottima idea sprecata. Probabilmente lo scarso budget a disposizione non ha permesso al team, nonostante gli illustri nomi che lo compongono, di presentare sui nostri PC un gioco finito e rifinito. Underworld Ascendant sembra, volendo rimanere magnanimi, una Beta da rivedere ancora, e molto aggiungiamo. Un vero peccato, soprattutto per i nostalgici appassionati dei titoli da cui Underworld Ascendant prende ispirazione.
Pro
- Totale libertà di azione e di approccio alle situazioni
Contro
- Gestione fisica di gioco spesso non funzionante
- Animazioni imbarazzanti
- Tecnicamente arretrato