Ultros RECENSIONE | Nelle fauci colorate di un mondo ostile
Il mio articolo “Ultros RECENSIONE” parla dell’opera prima dello sviluppatore Hadoque che si distingue per la sua estetica vibrante e onirica, tripudio di colori al neon che cattura l’attenzione fin dalle prime battute. Dietro una intricata lore fantascientifica e sistemi di gioco a tratti cervellotici, il gioco cela un viaggio interiore che coinvolge il ciclo della vita e della morte.
Una sanguinosa ricerca alla creatura da uccidere è spesso interrotta dall’irrefrenabile desiderio di giardinaggio. Così, pianto un seme, magari cibandomi prima, per capire quale strana flora verrà a mostrarsi dinanzi ai miei occhi, quale curiosa bellezza stravolgerà nuovamente quella immagine, che spesso e volentieri decido di immortalare, come fosse un quadro da incorniciare.
In un istante, da quel seme una rigogliosa esplosione di rampicanti si mostra, diramandosi in ogni direzione. L’incontro con il giardinaggio intergalattico ha lasciato un segno indelebile nella mia memoria. Un’esperienza che ha trasformato un inseguimento in un viaggio introspettivo, pieno di domande prive di risposta e di una bellezza inquietante.
Ultros è tutto ciò, un gioco che spezza i classici canoni proponendo una serie di sequenze mozzafiato. Il gameplay, che mescola elementi tipici di un metroidvania con meccaniche sandbox di crescita e cura dell’ambiente, è sempre intrigante e stimolante nelle sue caratteristiche principali, occludendo la vena dei giocatori dinanzi ad alcuni punti deboli, rectius mancanza di innovazioni.
Ultros RECENSIONE | Nella fauci colorate di un mondo ostile
In Ultros vestiamo i panni di Ouji, curioso astronauta dal cappotto rosso schiantatosi su un’enorme nave chiamata Sarcofago. Presto, l’eroe scopre che questa nave ospita non solo corridoi brulicanti di mostri vegetali intrisi di colori, ma anche un’entità demoniaca chiamata, per l’appunto, Ultros.
Per sconfiggerla, il giocatore dovrà dare la caccia a sette Sciamani, acquisendo da loro poteri tecnologici che permetteranno di sbloccare nuovi biomi all’interno della nave.
La meccanica che coinvolge l’intera avventura è quella del loop, ovvero un ciclo che riavvia, in determinati punti della storia, il protagonista, imprigionandolo all’interno di una rinascita costante e una perdurante perdita delle abilità acquisite sino a quel momento, eccetto per quelle che decideremo di rendere stabili e che trascineremo con noi anche dopo il risveglio.
Al centro di questo enigmatico loop temporale si cela proprio l’omonimo demone Ultros, una furiosa sfera viola a tre occhi la cui vera natura e scopo non vengono mai completamente rivelati dal gioco, il quale si limita per lo più ad accennarli attraverso alcuni incontri che il protagonista ha con i pochi residenti presenti sulla nave.
Alcuni di questi, intrappolati anch’essi in un ciclo infinito, sono diventati più scellerati degli altri e la loro natura ambivalente li rende figure enigmatiche, utili per il protagonista ma violenti allo stesso tempo. Da un lato, ostacolano il raggiungimento dell’obiettivo; dall’altro, assumono il ruolo di guide inaspettate, offrendo consigli e donandoti semi e strumenti utili per il tuo viaggio.
Ogni incontro con gli abitanti rappresenta un’avventura nell’avventura e spetta al giocatore riuscire a decifrare le reali intenzioni di questi. Chiaramente, è difficile fidarsi a primo impatto ma imparare a distinguere i nemici dagli alleati e a sfruttare le loro debolezze sarà la chiave per superare le sfide Ultros propone.
Ultros si distingue per la sua direzione artistica unica e vibrante. Il merito va a Niklas “El Huervo” Åkerblad, già noto per le sue illustrazioni e la colonna sonora di Hotline Miami. Åkerblad porta in scena un mondo alieno lussureggiante e colorato, pieno di dettagli sorprendenti e di una flora e fauna aliene che stuzzicano l’immaginazione.
I giocatori non sono solo spettatori di questa bellezza aliena, ma possono e devono interagire con essa in modo significativo. La flora e la fauna del sarcofago possono essere utilizzate a proprio vantaggio per risolvere enigmi, superare ostacoli e progredire nel gioco. Imparare a conoscere le proprietà di ogni creatura e pianta diventa quindi una parte fondamentale dell’esperienza di gioco.
Una formula rinnovata?
L’elemento che contraddistingue Ultros consiste nell’introduzione di un sistema di nutrizione sui generis. Le creature ostili sconfitte, infatti, rilasciano parti del corpo che, se da un lato possono essere consumate per ripristinare parte della salute persa in battaglia, dall’altro fungono da boost per quattro statistiche necessarie per sbloccare nuove abilità.
Data la non elevata presenza dei nemici all’interno della mappa, è possibile che vi sentiate sempre a disagio a cibarvi delle parti, per evitare di sprecarle, in particolare qualora la vostra salute sia al massimo e non vi sia quindi la necessità di ripristinarla. Eppure, questo è ciò a cui Ultros vuole spingervi sin dall’inizio.
Lo sblocco delle abilità proposte, che coinvolgono potenziamenti chiave durante il combattimento ma anche necessari per l’esplorazione (vedi doppio salto, salto sulla parete e quanto altro), sono infatti necessarie per proseguire nel corso dell’avventura e, pertanto, non abbiate remore nel mangiare e degustare quei piccoli resti recuperati dopo una battaglia.
Un’altra sorpresa che Ultros propone consiste in un curioso sistema di giardinaggio. Nel corso dell’avventura, il giocatore si imbatterà infatti in alcuni semi che possono essere raccolti da Ouji ma non degustati immediatamente. Questi infatti andranno coltivati in punti precisi della mappa e, dopo aver germogliato, forniranno frutti speciali nutrienti e potenziamenti.
Il gioco propone una varietà di semi, con annesse peculiarità in termini di vantaggi offerti per l’esplorazione: nessuno timore, riconoscere i semi e le loro proprietà diventerà semplice sin da subito, in modo da ottenere i migliori risultati e ottimizzare la tua crescita.
Man mano che ogni ciclo avanza, le piantagioni cresceranno e si trasformeranno, offrendo al giocatore nuove opportunità e sfide.
Tuttavia, il numero di semi presenti nel mondo di Ultros si ripristina ad ogni nuovo ciclo e, quando le aree successive richiedono un posizionamento preciso dei semi per progredire, il gameplay può diventare frustrante. La ricerca dei semi giusti può richiedere molto tempo e backtracking, reso ancora più monotono da una mappa poco chiara.
Un sistema di combattimento non impeccabile
Ultros non è un semplice hack and slash. Affrontare i nemici richiede precisione e strategia. Bisogna infatti individuare le loro debolezze, schivare i loro attacchi e colpire al momento giusto. Il sistema di combattimento premia la creatività e l’utilizzo di diverse combinazioni di attacchi per ottenere organi intatti dai nemici.
Come detto sopra, infatti, migliore sarà la qualità dei colpi sferrati ai nemici durante un combattimento, migliore sarà il bottino che la vittoria offrirà. Ultros premia infatti l’estro creativo del giocatore, permettendo e pretendendo che lo stesso sia variegato nell’alternare attacchi diretti con il pugnale ad attacchi dall’alto, calci e sforbiciate alla costante ricerca del “perfect”.
Gli organi dei nemici possono essere utilizzati per sbloccare nuove mosse e abilità in un albero delle abilità ramificato. Questo sistema di progressione incentiva la sperimentazione e la ricerca di nuove strategie di combattimento. Oltre alle abilità di combattimento, il giocatore sbloccherà anche nuovi poteri e gadget per esplorare la mappa.
Il combattimento di Ultros, però, non sempre risulta entusiasmante. Il pugnale, abbinato alla limitata possibilità di attaccare corpo a corpo delle prime fasi, non offrono molta varietà durante le fase di combattimento. Sia i colpi che la schivata non sempre risultano reattivi e precisi, in particolare quando il giocatore si posizione troppo lontano dal nemico per contrattaccare.
Lo stesso dicasi per i salti, che funzionano discretamente bene nelle sezioni platform ma sono frustranti in combattimento. Quando il combattimento funziona, offre momenti di grande soddisfazione, con il giocatore che si sente potente e in controllo. Tuttavia, questi momenti sono alternati a fasi di frustrazione causate dalla scarsa reattività dei controlli.
Per alimentare la creatività e allontanarsi dalla monotonia degli attacchi diretti con il pugnale, occorre sbloccare le abilità che consentono al giocatore di sferrare potenti calci dall’alto verso il basso, di piombare in picchiata sui nemici ovvero di compiere una sforbiciata all’indietro per scaraventare questi verso l’alto e proseguire nello scontro.
Il ciclo di una nuova vita
Ultros è un gioco che sfida e altera le convenzioni del genere metroidvania. Non si tratta solo di esplorare un mondo e acquisire nuove abilità per progredire, ma anche di interagire con l’ambiente e influenzarne l’evoluzione. Il tempo scorre in cicli, e ogni volta che il ciclo si ripete, il mondo di Ultros si trasforma e appaiono al giocatore nuove sfide e opportunità.
Ogni tot di tempo, infatti, la timeline del gioco si riavvolge e si ritorna all’inizio. La mappatura del mondo di gioco rimane intatta ma l’arma, gli oggetti posseduti e l’albero delle abilità vengono azzerati una volta risvegliati dal sonno in cui crolla Ouji. Armatevi quindi di sana pazienza per cercare di entrare nuovamente in possesso dei vari oggetti e abilità andati perduti.
Ultros quindi prende la classica formula dei metroidvania e ci inietta una natura roguelike. La morte è inevitabile, anche per i giocatori più abili. A intervalli regolari, come detto, vi ritroverete all’inizio del gioco. Come detto, ogni volta che vi risvegliate nel vostro giardino, la prima cosa da fare è recuperare gli strumenti chiave: la spada, l’estrattore multiuso e i vari organi.
Nonostante l’originalità del concept data dall’implementazione della meccanica del loop, nel complesso l’attività può risultare a tratti frustrante. Se è vero, infatti, che le azioni di base come correre, saltare e utilizzare il doppio salto sono ben congeniate, è altrettanto palese che la gestione degli strumenti da giardinaggio non risulta immediata né particolarmente soddisfacente dal punto di vista ludico.
L’utilizzo dei nuovi strumenti scovati nel corso dell’avventura, nonostante l’interesse iniziale dovuto alla curiosità nei confronti degli stessi, sfocia alla lunga in una sensazione di noia. La sega circolare, che permette di tagliare i cespugli e sbloccare nuovi percorsi, risulta poco incisiva e poco divertente da utilizzare. Lo stesso dicasi per lo strumento che permette di volare per breve tempo.
Proprio per questo Ultros non è un gioco per tutti. La sua natura punitiva e la mancanza di una direzione chiara potrebbero inizialmente frustrare i giocatori meno pazienti. Tuttavia, per coloro che sono disposti a perseverare, Ultros sarà in grado di offrire un’esperienza di gioco unica e ricca di mistero, che non teme di rompere le convenzioni.
Il grande interrogativo
Ho voluto utilizzare questo titolo per il presente paragrafo per sottoporre a voi un interrogativo che mi è risuonato durante tutta l’avventura, in considerazione, soprattutto, del fatto che Ultros si è necessariamente scontrato con la recente pubblicazione di Prince of Persia: The Lost Crown. Quest’ultimo, infatti, ha innovato la formula dei metroidvania attraverso l’introduzione di un sistema di screenshot da fissare nella mappa per segnalare i punti di interesse.
Se è vero, infatti, che il genere ha tra le caratteristiche principali la necessità di assoggettare il giocatore a un continuo backtracking alla ricerca della strada da intraprendere per avanzare nell’avventura, è altrettanto vero che la novità introdotta dal recente Prince of Persia può sconvolgere il genere nella sua accessibilità.
Da questo punto di vista, Ultros sceglie di non aderire alla peculiare meccanica di gioco introdotta dal metroidvania di casa Ubisoft, mettendo a dura prova i nervi del giocatore alla ricerca del percorso da intraprendere. Dall’altro, è corretto segnalare che anche il titolo di Hadoque inserisce una funzionalità di gioco mai incontrata sino a ora, ovvero la possibilità di costruire una via alternativa attraverso il sistema di giardinaggio.
Da qui sorge il mio interrogativo: quale delle due meccaniche di gioco sarà ripresa in futuro? Se, da un lato, l’esplorazione del grande mondo che caratterizza i giochi del genere risulta notevolmente migliorata grazie all’introduzione di un sistema di screenshot da appuntare nella mappa, dall’altro la possibilità di aprirsi autonomamente una via attraverso l’interazione con il mondo di gioco appare particolarmente affascinante.
In conclusione
La variegata produzione videoludica durante questi primi mesi del 2024 ci ha proposto diversi titoli degni di nota. Tra questi, emerge una gemma quantomeno inaspettata: Ultros. L’opera prima dello sviluppatore Hadoque, si distingue per la sua atmosfera, un gameplay tutto sommato solido, sebbene qualche intoppo, e un’ambientazione ricca di fascino e colori.
Il combattimento di Ultros è certamente l’aspetto più controverso. Sebbene le meccaniche di base siano solide, la loro implementazione risulta a tratti imprecisa e frustrante. Tuttavia, la varietà di nemici e la necessità di combinare attacchi diversi per ottenere il classico perfect sono in grado di mantenere il combattimento sempre intrigante e stimolante, anche gli avversarsi apparentemente più deboli.
Il Sarcofago non è solo un luogo di battaglie, ma anche un mondo enigmatico da esplorare e risolvere. Hadoque ha dimostrato un talento non comune nel creare un’esperienza di gioco unica e memorabile, un invito a perdersi in un mondo di sogno, a esplorare ogni angolo del Sarcofago e a svelare i segreti che esso custodisce.
Ultros rappresenta un metroidvania da sogno, con un mondo colorato e onirico nel quale aleggiano misteri da risolvere e un nemico da sconfiggere.
Pro
- Feedback dei controlli pregevole
- Resa grafica degna di nota
- Localizzazione in italiano curata
- Storia alla base avvincente
Contro
- Combattimento macchinoso
- Backtracking forzato