Ultra Street Fighter II: The Final Challengers – Recensione
Ultra Street Fighter II: The Final Challengers è la celebrazione di (quasi) un trentennio di Storia del picchiaduro a incontri. Incidentalmente questa ennesima riedizione del titolo brandizzato Capcom riesce a toccare, almeno per qualche istante, corde emozionali che rievocano sentori e profumi relegati ai mitici anni ’90, epoca in cui Mario e Nintendo sfidavano Sonic e Sega, e Mortal Kombat rovinava i sogni dei più deboli di cuore.
Peccato, tuttavia, che l’effetto di questa nenia svanisca presto. Il trip fatto di ricordi e tanta nostalgia finisce col cozzare irrimediabilmente con un’opera che, per quanto titanica, dimostra oramai il peso dei suoi anni. E a poco serve l’implementazione di qualche “nuova” modalità, l’introduzione delle grapple break insieme a due “inediti” lottatori, Evil Ryu e Violent Ken, o l’overhaul grafico in HD: Ultra Street Fighter II è produzione destinata ai soli fanatici della serie.
Al netto di un prive tag non propriamente accessibile (ufficialmente fissato a 39,99 sonanti eurozzi), questa riedizione del picchiapicchia non decolla mai. Che si giochi in solitudine quanto in compagnia, il divertimento elargito da Ultra Street Fighter II: The Final Challengers non è tale da giustificare un altro, costoso giro su di una carovana, quella del secondo episodio della serie, che probabilmente non ha più nulla da dire nell’attuale panorama videoludico. La Buddy Battle, direttamente ripresa dalla Dramatic Battle della serie Alpha, permette a due persone di duellare congiuntamente contro un terzo personaggio, governato dalla CPU.
La novità più importante, sebbene ludicamente abbastanza deboluccia, deriva dall’introduzione di Way of the Hado, una modalità in prima persona che costringe il videogiocatore nei panni di Ryu, ponendolo dinnanzi a tutta una serie di avversari da blastare a colpi di mosse speciali, effettuabili mediante utilizzo congiunto dei Joy-Con e dei loro sensori di movimento. Troppo poco per l’homo ludens, affamato di novità che certamente non possono venir ricercate nelle oramai classiche modalità Arcade, Versus e Training.
Come nota a margine, risulta gradevole l’implementazione di innumerevoli illustrazioni, direttamente provenienti dal libro The Art of Street Fighter. Trascurabile, invece, la possibilità di personalizzare i colori dei vari personaggi presenti nel gioco.
Gli anni passano, e si sentono tutti, almeno in questo caso. Proprio per questo motivo, Ultra Street Fighter II: The Final Challengers non riesce ad andare oltre una striminzita sufficienza. Sebbene non manchi qualche piccola novità, tanto il prezzo dell’intera opera, quanto l’effettiva arretratezza giocosa relegano questa ultima riedizione del picchiaduro Capcom a scelta consigliata solamente ai fan più sfegatati del gioco.
Pro
- La Storia dei picchiaduro
- Qualche novità...
Contro
- ... Peccato siano di poco conto
- Gameplay oramai vetusto
- Prezzo troppo elevato