Two Point Hospital – Recensione
Two Point Hospital potrebbe essere considerato, senza aver timore di spararla grossa, come il seguito spirituale di uno dei più divertenti titoli della “Vecchia Scuola” del gaming, l’indimenticabile Theme Hospital.
Two Point Hospital raccoglie in pieno l’eredità di quel grande titolo, sia come ambientazione e meccaniche, ma anche con la stessa attidude ironica e cartoonesca, rielaborando il tutto in una chiava più adatta al giorno d’oggi. A rafforzare questo legame con il passato abbiamo anche lo stesso studio di sviluppo del titolo, Two Point Studios, formato in larga parte da ex – Bullfrog, ovvero gli artefici di Theme Hospital (e della serie Theme in generale).
Con Two Point Hospital stiamo dunque parlando di un gioco di tipo gestionale. In questo caso, come giustamente indicato dal titolo, dovremo ricoprire i panni di direttore sanitario del dipartimento ospedaliero dell’immaginaria e sopra le righe Contea di Two Point.
Il modello di direzione che saremo chiamati a intraprendere è di stampo americano-anglosassone, in quanto le strutture che andremo a dirigere sono esclusivamente private e non dispongono di sovvenzioni pubbliche. In pratica starà a noi far quadrare i conti, decidere in che campi di ricerca e innovazione investire, regolamentare le paghe e gestire il personale. Avete presente il mitico dottor Bob Kelso di Scrubs? Ecco, il modello da seguire è proprio quello!
Nonostante il tema trattato, l’atmosfera che si respira in Two Point Hospital è scanzonata e ironica. I tratti caratteriali di pazienti e dipendenti, la natura buffa e geniale delle malattie con le quali dovremo confrontarci e, soprattutto, la follia stessa delle “terapie” che dovremo ideare, rendono il gioco leggero e divertente. Attenzione però: nonostante l’atmosfera goliardica, la parte gestionale non è stata abbandonata a se stessa.
Two Point Hospital riamane comunque un titolo gestionale e, soprattutto nelle fasi più avanzate del gioco, avremo di sicuro il nostro bel da fare per rientrare nei costi, innovare e, cosa più importante, guarire tanti pazienti. Perché non dobbiamo dimenticarlo mai: un paziente guarito è un paziente felice. E un paziente felice paga!
La prima parte del gioco si presenta come una sorta di lunghissimo tutorial, molto dinamico. Ogni scenario e situazione che ci viene proposta è propedeutica all’assimilare una particolare meccanica del gioco, a partire dalla selezione e gestione del personale, fino ad arrivare alla manutenzione e al mantenimento di macchinari sanitari e ambienti vari.
Una delle componenti principali, e anche forse una delle più complesse dell’intero gioco, è appunto la gestione del personale. Come facilmente si può intuire, avere un team affiatato, motivato ed efficiente, è senza dubbio la chiave per avere successo. Per questo è fondamentale non solo scegliere i dipendenti, ognuno appartenente a una classe specifica (medico, infermiere, assistente e inserviente), ognuna delle quali con competenze ben precise. I tratti caratteriali di ogni dipendente, anche qui allegri e ironici, sono da tenere molto bene in considerazione: mettere assieme due infermieri rissosi farà scoppiare spesso liti, mentre se tutto il personale ha come difetto essere “uno zozzone” (vi giuriamo che la descrizione è esattamente questa, ndr), in breve ci troveremo i reparti più somoglianti a una discarica che a un ospedale!
Oltre al personale (e alla sua paga) dovremo pensare anche ai pazienti e alle strutture necessarie per curarli. Dovremo quindi creare spazi di attesa piacevoli, punti ristoro e servizi, oltre che naturalmente i vari reparti specifici per la diagnosi e le terapie. Insomma, anche se con fare scanzonato, avremo di sicuro un bel da fare per mandare avanti il tutto come un meccanismo ben oliato.
Confrontandolo con altri gestionali, non necessariamente con lo steso tema, possiamo affermare che anche Two Point Hospital ha subito, come successo anche con il recente simulatore di parchi preistorici Jurassic World Evolution, una certa semplificazione generale, probabilmente per renderlo appetibile a un pubblico più vasto. Intendiamoci, non è che non ci sia nulla da fare, come abbiamo specificato qualche riga sopra, ma non ci si presenteranno quasi mai delle situazioni limite o delle crisi davvero difficili da superare, neppure nei comunque piuttosto impegnativi livelli avanzati. Tutto questo potrà far storcere il naso ai giocatori più intransigenti e, alla lunga, minerà sicuramente un po’ la longevità del gioco.
Tecnicamente siamo di fronte a un titolo molto semplice come aspetto in termini di grafica e sonoro, ma realizzato alla perfezione in quanto a riuscita. La grafica cartoonesca si sposa perfettamente con l’atmosfera generale e il sonoro, soprattutto i jingle di strane pubblicità che passa la nostra “filo diffusione”, rendono il tutto ancora migliore.
Two Point Hospital avrebbe potuto dare senza dubbio di più dal lato gestionale, ma quello che offre è strutturato benissimo, rendendo il gioco piacevole e divertente, oltre che adatto a tutti. Volendo trovare un difetto, si sente un po’ la mancanza di una modalità sandbox con la quale costruire il nostro ospedale dei sogni in totale libertà, ma comunque anche solo il completare la campagna ci terrà impegnati per almeno una buona ventina di ore o, volendo perfezionare al meglio ognuno degli ospedali costruiti, anche di più.
Pro
- Divertente e longevo
- Grafica e Sonoro piacevoli
- Ottima giocabilità
- Interfaccia in Italiano
Contro
- Non eccessivamente complesso a livello gestionale
- Manca una modalità sandbox