Tropico 6 – Recensione
Ci siamo ormai lasciati l’inverno alle spalle, e una vacanza al caldo sarebbe l’ideale, magari in qualche lussureggiante arcipelago dei Caraibi! Tropico 6 non solo ci catapulta su bianche spiagge paradisiache, ma ci mette addirittura a capo di un intero staterello caraibico, e noi dovremo amorevolmente prendercene cura… Arricchendoci il più possibile!
Tropico 6, sviluppato da Limbic Entertainment e pubblicato da Kalypso Media è, come anche i suoi predecessori, un gioco gestionale dove, nei panni de El Presidente, ci toccherà far prosperare l’immaginaria Repubblica di Tropico, costituita da un arcipelago di isole e isolette tropicali (appunto), alcune fertili e lussureggianti e altre aspre, vulcaniche ma ricchissime di risorse.
Come da tradizione in certe turbolente zone del Centro America, anche a Tropico la natura elettiva della massima carica del governo è, come dire, una sorta di proforma. El Presidente (e quindi noi) si trova benissimo nel suo ruolo di leader della nazione e farà di tutto per rimanere in carica per moltissimi altri anni, facendo quindi risultare le elezioni… Una mera formalità!
Come già visto nel precedente capitolo, anche la campagna di Tropico 6 si svolge attraverso quattro distinte epoche, nello specifico: l’età coloniale, le guerre mondiali, la guerra fredda e l’epoca moderna. Ogni epoca ci verrà presentata dal nostro fido braccio destro, Penultimo, che ricorderà con gioia e trasporto i bei tempi andati, ovviamente sempre al fianco del suo inossidabile Presidente.
Come è logico, ogni epoca avrà tutta una sua peculiare serie di situazioni, eventi ed edifici speciali che dovremo imparare a gestire e affrontare. Nell’età coloniale dovremo trattare con i contrabbandieri e la Corona d’Inghilterra, mentre durante la guerra fredda saremo alle prese con bunker anti atomici e tensioni tra le superpotenze, solo per fare qualche esempio.
Indipendentemente dal periodo storico, la nostra principale attività sarà comunque sempre quella di mettere “a frutto” le diverse isole che compongono la nostra Repubblica, dato che in Tropico 6 la nostra gestione non si limita alla solo isola principale ma comprende l’intero Arcipelago Tropicano. In epoche più moderne potremo addirittura collegare le varie isole e isolette con degli spettacolari ponti, così da facilitare ulteriormente il passaggio di persone e merci, cosa comunque sempre garantita dalla presenza di traghetti e imbarcazioni di vario genere, a patto di aver fatto costruire su ogni costa almeno un misero molo, se non addirittura un enorme porto commerciale!
Buona parte del tempo di gioco la passeremo a gestire i rapporti con le svariate fazioni e sotto fazioni, sia interne che internazionali, svolgendo compiti o esaudendo richieste per una o per l’altra parte. Queste “missioni”, oltre che le ovvie ricompense in denaro o nuovi progetti di costruzione, andranno a modificare gli equilibri diplomatici di Tropico, facendo alzare l’approvazione di una determinata fazione verso il nostro operato, ma magari inasprendo i rapporti con la fazione rivale. Spesso arriveranno anche richieste multiple in contemporanea, forse troppo spesso. Sicuramente è molto divertente cercare di barcamenarsi tra le varie fazioni, cercando di plasmare gli equilibri a nostro favore (ricordiamoci sempre che il fine ultimo vero e proprio non è far prosperare Tropico, ma il suo Presidente!) però, soprattutto nelle campagne più avanzate, le continue richieste diventeranno un pochino troppo assillanti e ripetitive, rischiando così di accentuare una ripetitività di situazioni che, purtroppo, tende a mostrarsi inesorabile dopo un po’.
Oltre a questo, un’altra meccanica che rischia di diventare ben presto un po’ troppo invadente e monotona è quella delle rotte commerciali. In Tropico 6, molto più che nei suoi predecessori, è data grande importanza alla gestione economica di importazioni ed esportazioni, con contratti più o meno vantaggiosi da esaminare e firmare, previo pagamento, per poter essere messi in atto.
Questa parte di gestione non è stata realizzata male ma, a nostro avviso, è stata resa un po’ troppo fondamentale, mettendo in ombra altre meccaniche sicuramente più dinamiche e divertenti quali il controllo dei cittadini con annessi arresti, corruzioni eccetera e i Raid extra mappa, nuova opzione presente in questo ultimo capitolo che, previa costruzione di edifici speciali (diversi per ogni epoca) ci permetterà di compiere proficue, ma rischiose, operazioni segrete di “politica estera”, quali incursioni pirata, commando assassini e amenità del genere.
Per portare a termine tutti gli scenari presenti in Tropico 6, senza stare troppo a dilungarsi su certi obbiettivi, saranno necessarie all’incirca una quarantina di ore, minuto più, minuto meno. La difficoltà di base non è elevatissima, permettendo a un giocatore abituale di titoli gestionali di vedere tutto quel che Tropico 6 ha da offrire con davvero pochissimo sforzo. Fortunatamente le modalità online e sandbox contribuiscono a allungare notevolmente la longevità ma, come già detto, lo spettro di una certa monotonia aleggia comunque su gioco.
Tecnicamente parlando Tropico 6 non fa gridare al miracolo ma non è neppure da buttare. Le isole e gli edifici sono resi molto bene anche se non si possono definire di certo ultra dettagliati. In definitiva la grafica, visto anche il tipo di gioco, il suo dovere lo fa comunque egregiamente, così come il sonoro, di cui abbiamo apprezzato molto il doppiaggio in italiano e le musichette di sottofondo, stile salsa e merengue ovviamente, che ti entrano nella testa ma senza mai dare fastidio.
Concludendo, Tropico 6 risulta essere quello che sembra a una prima occhiata: un gioco colorato e divertente in fin dei conti, non troppo impegnativo ma con un discreto carisma, adatto agli aficionados della serie e a chi vuole approcciarsi al genere gestionale senza troppa fatica e con una buona dose di ironia. Un buon titolo, in definitiva, un po’ penalizzato però da un certo sbilanciamento tra le meccaniche e da una monotonia non troppo latente. Si poteva fare qualcosa di più, ma va bene così comunque.
Pro
- Divertente e ironico
- Ottime musiche e doppiaggio
- Ideale per approcciarsi al genere
Contro
- Alcune meccaniche sbilanciate
- Alla lunga un po' ripetitivo