Trapped Dead: Lockdown
Trapped Dead: Lockdown è il secondo videogioco sviluppato da Bigmoon Studios, precedentemente noto per aver programmato Jagged Alliance – Back in Action. Trapped Dead: Lockdown cavalca due differenti ondate: da una parte si colloca sul filone zombie-post apocalittico portato avanti anche da giochi AAA come il recentissimo Dying Light, dall’altra strizza l’occhio ai cosiddetti Diablo-like, ritornati in auge nel panorama indie grazie a capolavori del genere come i due Torchlight. Possiamo dunque definirlo come un action rpg completamente mouse-driven, ambientato in un mondo in cui i sopravvissuti sono pochi e tu, protagonista, dovrai scoprire cosa ha scatenato questa ondata pestifera. Se l’idea di partenza pare interessante, all’interno della recensione si scoprirà se sia riuscita o meno.
Presentazione
Fin dalle prime immagini si può capire che il budget sia estremamente ridotto: i modelli poligonali sono estremamente poveri di textures, animazioni ridotte all’osso e attenzione per i dettagli inesistente. Qualunque sia il personaggio/classe scelto saremo accolti nel nostro primo gameplay dal medesimo video-slideshow di pochi frames che ci proietterà all’interno del gioco. Vi è un qualche tentativo di differenziazione a seconda del personaggio scelto ma di questo si parlerà meglio nel paragrafo sulla trama.
Gameplay
In puro stile Diablo, il primo passo è la creazione di un personaggio. Si può scegliere tra cinque classi disponibili: Marine, Butcher, Marshal, Assassin e Exorcist. Ogni classe ha una piccola descrizione del personaggio e del motivo che lo spinge ad agire. Le prime quattro classi risultano pressoché indifferenziate e sono assimilabili al tipico guerriero di un action rpg. L’unica a distinguersi leggermente è l’esorcista, in quanto unica classe ranged del gioco.
Il gameplay in sé è reminescente di Diablo o Torchlight: ci si muove cliccando con il mouse il posto in cui si vuole che il proprio personaggio vada e allo stesso modo si attaccano i nemici, con i due tasti del mouse che equivalgono alle due armi equipaggiabili volta per volta.
Il combattimento ci pone di fronte a un altro immenso problema di Trapped Dead: Lockdown, ovvero la AI non solo dei nemici ma anche degli alleati. Capiterà più volte, infatti, che il compagno che dovete difendere venga ucciso senza che voi possiate fare nulla, risultando nel fallimento della missione.
Dopo aver ucciso sufficienti nemici e aver accumulato punti esperienza è possibile salire di livello e distribuire da un lato dei punti per potenziare i propri attacchi melee o ranged, dall’altro è possibile imparare abilità passive per mezzo di uno skill tree pressoché privo di scelte.
Ambientazione
Al di là dei sopracitati problemi relativi alla grafica scarna, i luoghi in cui si svolge il gioco risultano pressoché identici gli uni agli altri. I nemici stessi non sono altro che un copia e incolla di un modello base di zombie al quale sono state sovrapposte texture diverse e assegnati hp e forza d’attacco differenti. Sia che il luogo in cui stiate combattendo sia una chiesa o una strada deserta ricolma di cadaveri, la sensazione di piattezza sarà la medesima.
Trama
Se il gioco tenta di differenziare i vari personaggi assegnando a ognuno di esso un background differente, tutto ciò va a perdersi una volta iniziato il percorso, che risulta essere identico. Il fatto di essere un Marine alla ricerca della propria moglie o un Butcher al quale è stata rapita la figlia non avrà dunque alcuna influenza sulla trama, di per sé pressoché inesistente e limitata a creare fittizie barriere che non permettono al giocatore di proseguire linearmente nel gioco ma lo costringono a risolvere semplici quest ed enigmi che risultano più tediose che altro.
[signoff icon=”quote-circled”]Trapped Dead: Lockdown è quindi un gioco mediocre sotto ogni punto di vista. Per quanto l’idea di unire due stili possa essere una idea interessante nella teoria, l’esecuzione è estremamente latente, sia per quanto riguarda il reparto tecnico che lo storytelling. Unica nota favorevole è l’introduzione di una modalità co-op fino a quattro giocatori online che rende la frustrazione più gestibile, in quanto equamente divisa in varie persone.[/signoff]