Transport Fever – Recensione
Transport Fever, versione (non troppo) corretta e (a tratti) arricchita del predecessore Train Fever è il nuovo titolo di Urban Games. Come si può intuire dal nome il focus rimane sulla gestione dei trasporti e nonostante i treni abbiano ancora la parte del leone, questa volta gli sviluppatori propongono un gestionale più vario che comprende anche navi e aerei.
Al primo avvio di Transport Fever ci si trova davanti a una schermata che ricorda tantissimo Sim City o Cities Skylines. Il gioco tuttavia si distacca nettamente dalla sola gestione dei trasporti su rotaia e purtroppo anche nella qualità globale. La dove i principali giochi del settore consentono solo di collegare tramite delle stazione le varie zone con binari predefiniti, Transport Fever permette di disegnare “a mano libera” le proprie ferrovie, disponendo un certo numero di binari in una determinata regione “intricandoli” a piacimento con ponti o incroci.
Va da sé che questa libertà si paga: ogni nuova rotta implica investimenti oculati che purtroppo però il gioco sembra ogni tanto non gradire, come vedremo più avanti.
Transport Fever offre, oltre a un discreto tutorial, due distinte campagne composte da sette missioni ciascuna, una in USA e una in Europa. Entrambe partono nel 1850 e offrono al giocatore un lungo excursus storico su strade, mezzi e necessità della forza lavoro attraverso le varie epoche.
Sono due modalità impegnative e molto suggestive, ricche di sub quest ricompensate poi con delle medaglie: compiti non sempre essenziali alla riuscita della missione ma collocati in modo intelligente, in grado di donare varietà al gioco e qualche piccola soddisfazione extra.
Il vero punto forte di Transport Fever però è la modalità Infinita, ottimo sandbox in cui sbizzarrirsi a creare il proprio impero dei trasporti con molta più libertà che nelle Campagne. Transport Fever però purtroppo ha un gameplay che deve molto al predecessore, di cui corregge i principali difetti ma di cui mantiene anche una certa farraginosità in determinate situazioni.
Comunque sia, ora troviamo un buon incremento nella varietà di industrie e merci prodotte, così come un sistema di sviluppo cittadino più profondo: è possibile zoomare su ogni singola persona o veicolo per sapere che azioni sta compiendo e agire di conseguenza se ad esempio un cittadino si lamenta del traffico. Come dicevamo, Transport Fever amplia la gamma dei trasporti aggiungendo vie aeree e marittime, ed è qui purtroppo che incappa in qualche problema. Avendo giocato il predecessore ci si rende subito conto che, cascasse il mondo, il treno è sempre il mezzo più efficiente per il trasporto merci, gli aerei ad esempio consentono solo il trasporto di persone.
Le vie di comunicazione a volte presentano l’incongruenza di richiedere un dispendioso upgrade cui poi però non corrisponde un reale utilizzo dopo averlo terminato, quasi fosse più una difficoltà finanziaria aggiunta al gameplay che una vera e propria necessità si sviluppo della nostra regione. I giocatori abituati a gestionali troveranno poi che l’IA calcola la domanda e l’offerta delle merci in modo del tutto particolare, invitando appunto a costruire nuove vie di approvvigionamento che soddisfano tutti i requisiti necessari, ma comunque non riescono a fare il loro lavoro una volta terminate.
Non è presente la lingua italiana che di per sé non è un grosso problema per il giocatore più esperto, per il neofita invece qualche termine tecnico o azione particolare potrebbero risultare ostici. Graficamente parlando, le opzioni della risoluzione offrono rapporti di visualizzazione tipici di schermi TV più che di monitor PC, soprattutto alle risoluzioni più alte: anche in tal caso non è un problema ma si tratta comunque di una strana incongruenza. Il resto del comparto grafico offre un discreto livello di dettaglio, le città sono vive e ordinate, ma il livello globale delle textures e della grafica in generale non raggiunge i livelli di altri classici del genere, collocando quindi Transport Fever un gradino sotto i vari Sim City e Anno.
Transport Fever è un gioco dal grande potenziale. Molto interessante nel proporre missioni basate su cronache storiche reali, non riesce tuttavia a staccarsi da un gameplay troppo legato ai treni. Tutte le modalità di gioco sono ben fatte anche se purtroppo il problema risiede nel gameplay stesso, a tratti ostinato a chiedere azioni inutili, a tratti strano nel calcolare produzioni e fabbisogni di merci. Da rivedere anche qualche aspetto grafico. Nonostante ciò rimane un gioco in grado di catturare anche il giocatore esperto del genere, motivo per cui il rimpianto per le potenzialità non sfruttate è anche maggiore.
Pro
- Modalità storiche interessanti
- Tantissimi mezzi di trasporto
- Tanti compiti da portare a termine
Contro
- Grafica sotto tono
- Calcolo di domanda e offerta atipico
- Qualche confusione a livello di gameplay