The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel – Recensione PS4
The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel e seguito sono stati pubblicati – tanto nella versione per PlayStation 3 quanto in quella per PlayStation Vita – per la prima volta nel Vecchio Continente tre anni fa da NIS America, mentre l’anno successivo XSEED (che ha curato la traduzione dei giochi, nonché la pubblicazione nel Nord America) ha realizzato un port per PC con un doppiaggio incrementato del 50% (con circa 5000 linee di dialogo in più!).
Meno di sei mesi fa, Marvelous Europe (che ovviamente fa parte della scuderia Marvelous, come XSEED, d’altronde) ha annunciato che anche i port per PlayStation 4, pubblicati tra marzo e aprile dello scorso anno in Giappone direttamente da Nihon Falcom Corporation (sviluppatore del gioco), sarebbero giunti in Europa nei primi mesi del 2019; la promessa è stata mantenuta, visto che oggi esce il primo, mentre manca ancora una data per il secondo ma non può essere lontana, considerato che in autunno è atteso Trails of Cold Steel III, il primo sviluppato nativamente per PlayStation 4.
Nell’ambito della serie regolare di The Legend of Heroes, Trails of Cold Steel (Sen no Kiseki in Giappone) è il tredicesimo capitolo, nonché il capostipite dell’omonima quadrilogia, che costituisce il quinto arco narrativo di The Legend of Heroes, conclusosi nel 2018 (almeno in madrepatria). Le ultime tre sotto-serie (la trilogia di Trails in the Sky, il non localizzato Crossbell Arc e la tetralogia di Trails of Cold Steel, appunto) sono fra di loro autonome, ma sono tutte ambientate nel continente di Zemuria pressoché nello stesso periodo, cioè all’inizio del tredicesimo secolo del Septian Calendar. Trails of Cold Steel, dunque, è un buon punto di partenza per i neofiti, anche se idealmente sarebbe meglio iniziare dalla trilogia di Trails in the Sky, disponibile su Steam e parzialmente su PSP (a tal proposito, dedicheremo la prossima puntata della nostra rubrica retro proprio al primo Trails in the Sky, N.d.R.).
Per quanto attiene alle caratteristiche del gioco, non possiamo che rinviare all’esaustiva recensione della versione per PlayStation 3 ad opera del nostro Salvo Cifalinò; in questa sede, ci basti ricordare che si tratta di uno dei migliori esponenti del genere dei JRPG con combattimenti a turni degli ultimi dieci anni, in grado di offrire una trama avvincente, una lore ricchissima (ancor più per quanti abbiano giocato ai precedenti Trails) e un battle system classico, che costituisce la naturale evoluzione di quello di Trails in the Sky.
Ciò detto, in questa sede ci interessa maggiormente soffermarci sulle peculiarità di questa versione rimasterizzata, compatibile con i salvataggi delle versioni PS3 e PS Vita (che sono cross-save). Innanzitutto, il comparto tecnico: chiaramente, trovandoci di fronte a un gioco di sei anni fa (non propriamente ad alto budget, per giunta), la grafica sa di vecchio, ma l’aumento della risoluzione (fino a 4K) e del frame rate (60 fps) conferiscono una resa più che dignitosa, nonostante le animazioni datate; inoltre, si registra qualche miglioramento tecnico (come la riduzione dell’aliasing e dei tempi di caricamento), sicché la versione per PlayStation 4 può essere tranquillamente accostata a quella per PC. Lo stesso discorso vale per il sonoro, in quanto il remaster include non solo il doppiaggio inglese espanso di cui abbiamo detto in apertura, ma anche, per la prima volta nella serie, la possibilità di selezionare il doppiaggio originale in giapponese, aggiunto nella versione per PC lo scorso novembre con la patch 1.6.
Sul piano contenutistico, il remaster include tutti i numerosi DLC rilasciati per il gioco, anche se bisogna dire che nessuno di essi si rivela particolarmente interessante: non ci sono missioni, aree o personaggi aggiuntivi, ma solo costumi e oggetti, molti dei quali nemmeno così rari. Molto più significativa l’introduzione della Turbo Mode, mutuata anch’essa dalla versione PC: tramite la pressione del tasto L2, la velocità raddoppia durante l’esplorazione e addirittura quadruplica durante i combattimenti; combinata con il rush (R1) e lo skip (tasto Options), la Turbo Mode rende l’esperienza molto più scorrevole, sopperendo in parte al ritmo di gioco non proprio serrato, specialmente durante le prime dieci o quindici ore.
The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel non è certo una novità per gli appassionati di JRPG, ma questa versione rimasterizzata è senza ombra di dubbio la migliore sul mercato, non tanto per i piccoli miglioramenti tecnici o per l’inclusione di tutti i DLC, quanto per l’aggiunta di alcune opzioni molto gradite, quali il doppiaggio giapponese e la Turbo Mode per velocizzare esplorazioni e combattimenti.
Pro
- Un grande JRPG debutta su PlayStation 4
- Incremento del doppiaggio inglese e inclusione di quello giapponese
- Turbo Mode e altre piccole aggiunte/migliorie
Contro
- Graficamente rimane un gioco datato
- Ritmo non proprio serrato