Toukiden 2 – Recensione
L’antefatto di Toukiden 2 è sicuramente di quelli strani: ritrovarsi catapultati in una location totalmente differente da quella di provenienza, con dieci anni in più sul groppone, non rappresenta certamente il classico preambolo narrativo di un videogame. Eppure l’opera demon slayer di Koei Tecmo fonda la propria esistenza su questo curioso incipit, volto a dare una motivazione alla catartica epurazione dell’environment dalla ostile presenza di Oni di varia foggia e natura. Uccidere per non rischiare di essere dimenticati dalla Storia. Non male.
Il principale cambiamento in Toukiden 2 è riassumibile in due sole parole: open world. A differenza dei suoi buonissimi predecessori (contrariamente a quanto si potrebbe credere, questo è il terzo instalment del franchise, dopo Toukiden: The Age of Demons e Toukiden Kiwami), la nuova creatura di Omega Force getta le basi per quella che potrebbe divenire la naturale destinazione di questa serie, sciorinando uno Story Mode includente una mappa totalmente aperta all’esplorazione, in grado di elargire oltre trenta ore di gioco. Sebbene non propriamente rivoluzionario, l’approccio aperto di Toukiden 2 ben si sposa con le diverse proposte ludiche che punteggiano l’esperienza tutta, interagendo alla perfezione con quelli che sono i capisaldi di questo genere.
Attingere item e potenziamenti dai vari negozi sparsi per il continente, così come far visita a fabbri e mercanti di ogni sorta, sono pratiche sostanzialmente identiche a quanto intravisto nel maggiormente rifinito Monster Hunter, tanto per citare il più popolare gioco Capcom. Da sottolineare come gli NPC presenti possano sbloccare quest che si integrano alla perfezione con il flusso di gioco, non interrompendo in alcun modo la continuità del gameplay.
La mappa di gioco, discretamente grande e interessante, non è l’unica sorpresa che contraddistingue il codice binario dell’opera, caratterizzato da una difficoltà tarata solitamente verso il basso. L’introduzione di nuovi elementi giocosi, primo fra tutti la Demon Hand, permettono a Toukiden 2 di confermarsi come un deciso passo in avanti rispetto ai trascorsi del franchise. Andando più nel dettaglio, la mano demoniaca può essere usata dal protagonista di turno per diminuire le distanze fra sé e il bersaglio puntato oppure per distruggere oggetti, stordire i nemici o, ancora, nel caso si tratti di demoni più grandi, distruggerne addirittura alcune parti.
A livello di armamenti, inoltre, sono state introdotte due nuove alternative: la frusta, decisamente più adatta in contesti nei quali la difesa assume un’importanza preponderante, nonché la “classica” accoppiata scudo con spada. Sempre considerato le nuove possibilità offerte, non si può non menzionare la capacità del protagonista di correre più velocemente alla semplice pressione contemporanea di due tasti, L3 e R3.
Due distinte barre dominano l’hud di gioco: la salute e la stamina. La stamina, in particolare, diminuisce performando azioni di varia tipologia. Da notare come gli attacchi non influiscano generalmente sulla stamina, sebbene ogni arma sia contraddistinta da un predeterminato grado di durevolezza. Ogni attacco, per inciso, diminuisce la durata della weapon, caratteristica migliorabile comunque dal fabbro. Analizzando la complessità del tessuto giocoso di Toukiden 2, assume importanza capitale sottolineare come l’acquisizione in-game delle anime di valorosi combattenti, i cosiddetti Mitama, possano influire sulle caratteristiche precipue del proprio personaggio, facendogli guadagnare tamafuri, abilità offensive o difensive aggiuntive rispetto a quelle standard.
La parola chiave del gameplay, tuttavia, è epurazione. Estirpare il cancro rappresentato dagli Oni significa progredire nella storia di gioco, ma anche garantire la propria sopravvivenza: entrando nelle zone corrotte, fa apparizione la barra del miasma; qualora questo indicatore dovesse riempirsi, l’eroe muore. L’unico modo per svuotare la barra è quello di uccidere i demoni e continuare nell’opera di liberazione delle terre. La possibilità di investigare le varie ambientazioni, raccogliere preziosi item è sicuramente importante in un titolo del genere, ma perché non delegare questo compito ad altri? In questo contesto entrano in gioco i Tenko e gli Automaton, fedeli servitori che possono aiutare l’homo ludens a trovare oggetti davvero utili per il prosieguo dell’avventura.
Inclusivo del ciclo giorno/notte, Toukiden 2 è titolo che si lascia guardare: sebbene non riesca a ridefinire alcun paradigma grafico, il motore del gioco sciorina una buona quantità di dettagli, mantenendo una fluidità dell’azione davvero invidiabile. Il doppiaggio giapponese, inoltre, galvanizzerà tutti gli otaku sparsi per il globo terracqueo.
La modalità multiplayer di Toukiden 2 permette a un massimo di quattro giocatori di prendere parte a una serie di missioni caratterizzate da un’estensione complessiva decisamente minore rispetto a quanto esperibile durante la tradizionale modalità per giocatore singolo. L’interazione con gli altri hunter governati da esseri umani avviene anche tramite i reliquiari, all’interno dei quali è possibile depositare armi che diverranno preziosa merce di scambio virtuale col resto del mondo. Interessante notare come il crossplay tra PlayStation 4 e PS Vita aumenti a dismisura il bacino di utenti impegnati in questa lotta contro i demoni, pugna virtuale che, piccole imprecisioni a parte, rimane dannatamente divertente.
Sebbene non sia curato quanto un Monster Hunter qualsiasi, Toukiden 2 conferma tutte le qualità insite nel franchise targato Koei Tecmo e Omega Force, ampliandole soprattutto grazie a una discreta implementazione delle meccaniche giocose tipiche di un open world. Non sarà perfetto, non sarà profondissimo, non sarà il gioco più difficile e appagante del mondo, ma sa divertire, e questo è ciò che conta.
Pro
- Discretamente divertente
- Buona realizzazione tecnica
- Abbastanza longevo
Contro
- Non rifinito come altre produzioni similari