Total War Pharaoh RECENSIONE Guerra tra le sabbie

Total War Pharaoh è il più recente esponente della celebre serie di strategici targata Creative Assembly, il cui primo capitolo risale al 2000 e che ha svolto un ruolo di primissimo piano nell’evoluzione del genere.

In quanto tale il nuovo titolo, sviluppato in questo caso da Creative Assembly Sofia, deve onorare un’eredità molto pesante. Vediamo come se l’è cavata nella nostra recensione di Total War Pharaoh!

Total War Pharaoh, l’ambientazione è affascinante

Dopo il successo di Total War: Warhammer III (qui la nostra recensione), Total War Pharaoh segna il ritorno della serie ad un’ambientazione storica, caratteristica un tempo punto di forza della serie, ma che negli ultimi anni era passata in secondo piano.

In questo caso ci troviamo nell’età del bronzo, in un territorio compreso tra l’Anatolia e la valle del Nilo, le cui caratteristiche morfologiche sono state ricreate in maniera estremamente dettagliata, come da tradizione della serie, e che svolgono un ruolo fondamentale nell’esperienza di gioco.

La componente strategica non è infatti limitata alle battaglie, ma entra in scena anche e soprattutto in ambito logistico; la massiccia presenza di aree desertiche e il limitato numero di collegamenti tra una regione e l’altra portano infatti quasi sempre a compiere scelte estremamente rilevanti per le sorti di una guerra.

I nostri eserciti potranno dunque muoversi lungo le strade principali che collegano i vari insediamenti, muovendosi più rapidamente ma in maniera più prevedibile, oppure tagliare attraverso zone più impervie; allo stesso modo è possibile marciare il più a lungo possibile in ogni turno, avvicinandosi più rapidamente al proprio obiettivo, oppure fermarsi nei pressi degli avamposti sparsi per la mappa, evitando così di subire perdite dovute a logoramento.

La cura riposta nelle caratteristiche morfologiche della mappa si riflette anche in altri aspetti, come la specializzazione di ogni insediamento nella produzione di una determinata risorsa e i grandi vantaggi (e svantaggi) portati dal risiedere sulle rive del Nilo o del mare.

Un mondo in evoluzione

Come accennato in precedenza ci troviamo nella tarda età del bronzo, in un momento storico di grande instabilità che porterà grandi cambiamenti in questa regione del Mediterraneo, e non solo. Le fazioni giocabili nella campagna sono sostanzialmente tre, Egizi, Ittiti e Cananei, un po’ pochine rispetto agli standard  cui ci ha abituato la serie, ma in parte giustificate da altre opzioni a nostra disposizione.

Al momento di iniziare la campagna potremo infatti scegliere tra vari condottieri, quattro per quanto riguarda gli Egizi e due a testa per Cananei e Ittiti, ciascuno dei quali ha determinati bonus e malus, oltre a specifiche priorità e obiettivi da raggiungere. E’ inoltre presente la possibilità di scegliere quale divinità venerare, la cui scelta è limitata a quelle con cui entriamo in contatto nel corso della campagna.

L’obiettivo della campagna di Total War Pharaoh è generalmente controllare uno dei due grandi regni, ossia diventare Faraone d’Egitto o Grande Re degli Ittiti, approfittando del momento di grande debolezza e frammentazione che entrambi stanno attraversando.

Per fare ciò sarà necessario vedersela con nemici interni, ossia altri membri della propria civiltà e pretendenti allo stesso trono, ed esterni, in particolare le continue invasioni di popoli nomadi determinati a saccheggiare e distruggere gli insediamenti con cui entrano in contatto.

La conquista del trono tuttavia non implica necessariamente la sistematica eliminazione di tutte le fazioni rivali e l’occupazione dei rispettivi insediamenti; entrambi i regni ci mettono a disposizione una schermata di riepilogo della rispettiva corte, nella quale potremo spendere una risorsa specifica, la legittimità, per compiere azioni furtive o diplomatiche nei confronti dei rivali e lottare per i vari ruoli disponibili nella corte, ciascuno con i propri effetti.

Economia e sviluppo

In Total War Pharaoh dobbiamo accumulare vari tipi di risorse per reclutare e mantenere truppe, costruire e migliorare strutture o compiere azioni di corte.

Per quanto questa non sia certo una novità per il genere, il titolo Creative Assembly riesce a rendere l’ottenimento di tali risorse una azione attiva e consapevole da parte del giocatore piuttosto che accumularle passivamente tramite la produzione, almeno per quanto riguarda le fasi iniziali della campagna.

Come accennato in precedenza infatti, in Total War Pharaoh ogni regione è specializzata nella produzione di un determinato tipo di risorsa, in base alle caratteristiche morfologiche della zona, il che rende complesso l’ottenimento di alcune di esse, almeno prima di possedere un vasto territorio; questa situazione spinge a sfruttare la diplomazia per siglare accordi di scambio con altre fazioni, rendendo così più variegato il gameplay.

La componente economica di Total War Pharaoh ruota intorno allo sviluppo di insediamenti e avamposti, suddivisi in regioni e condividono tutte le risorse ma non la manodopera, che aumenta lentamente in ogni territorio on il passare del tempo, impedendo quindi di sfruttare le ricchezze del nostro regno per ampliare a dismisura un insediamento appena conquistato.

Le battaglie, buone idee ma si poteva fare meglio

Total War Pharaoh inciampa però sul più bello; le battaglie campali sono infatti la componente meno riuscita del titolo, nonostante alcune novità di livello che ampliano le possibilità dal punto di vista tattico, come il fuoco, che una volta appiccato si diffonde a macchia d’olio su superfici infiammabili, danneggiando le truppe con cui entra in contatto.

Sono inoltre presenti varie condizioni metereologiche che vanno ad influire in maniera marcata sul combattimento, rendendo determinati tipi di truppe più o meno efficaci, così come vari tipi di terreno, anch’esso talvolta legato al meteo, che concedono bonus o malus alle truppe che si muovano sopra ad esso.

Tuttavia l’esperienza nell’insieme si rivela piuttosto noiosa; ad esclusione di battaglie particolarmente importanti per la nostra campagna o interessanti per posizione e forze in campo, ci siamo molto spesso ritrovati ad affidarci alla risoluzione automatica.

Questo è dovuto in buona parte al numero limitato di tipologie di truppe reclutabili e delle relative caratteristiche, a disposizione, il che rende molto rapidamente le battaglie simili tra loro, ma anche ad una sensazione di scarso controllo delle sorti della battaglia stessa.

Al contrario di titoli precedenti della serie, che generalmente permettevano di preparare e gestire con grande attenzione una battaglia importate, ma anche di divertirsi senza troppi pensieri in una più semplice, Total War Pharaoh dà l’impressione di aver puntato troppo sul primo aspetto, al punto che nl corso della nostra esperienza è diventato sempre più difficile ignorare la tentazione della risoluzione automatica.

Conclusione

In fin dei conti Total War Pharaoh è un più che degno esponente della serie, specialmente per i giocatori che apprezzano un’ambientazione storica accurata. Purtroppo però il titolo Creative Assembly non riesce a raggiungere l’eccellenza, intralciato da una ripetitività di fondo che causa spesso situazioni e battaglie troppo simili tra loro.

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