Torment: Tides of Numenera – Recensione
Un RPG (o GDR, chiamatelo come preferite) completamente diverso dagli altri. Diciamolo subito: Torment: Tides of Numenera non è un gioco per tutti anzi, siamo davanti a qualcosa per pochissimi. Si rifà parecchio ad alcuni titoli che davvero in pochi ricorderanno, ovvero Myst e Uru: ages beyond Myst. In quei vecchi videogiochi, così come in questo, non si sapeva cosa diavolo si dovesse fare per riuscire ad andare avanti.
Torment: Tides of Numenera, infatti, vi catapulterà in un mondo apparentemente immaginario che solo ad un certo punto cercherà di farvi capire, o quantomeno venire il dubbio, che tale mondo sia in realtà il nostro. Ere ed ere geologiche ed umane più avanti alla nostra presente. Un mondo scaturito da una fantasia davvero fervida e, a volte, persino “malata” che trasforma i sogni in incubi e viceversa.
Difficile spiegare a parole quale sia l’atmosfera che si respira in questo gioco di inXile Entertainment (autori già di Wasteland e The Bard’s Tale). Definirla infatti ‘onirica‘ sarebbe oltremodo oltraggioso perché il gioco cerca in ogni modo di presentarsi come reale e realistico. Ci riesce? Sì e no. Sì perché al suo interno vediamo scomparire elementi ai quali eravamo abituati come la minimappa e no perché vuole rendere credibile un mondo talmente assurdo da non poter essere nemmeno compreso da altre menti se non quella del suo effettivo creatore.
Ma procediamo con ordine.
Prima di cominciare il gioco ci verrà chiesto di creare un personaggio, ma non come altri giochi richiedono. In Torment: Tides of Numenera, saranno le risposte ad alcune domande a creare il profilo del vostro avatar. Ovviamente, una volta terminata questa operazione, potrete comunque stravolgere il suggerimento del videogioco, ma potrete anche accettare ciò che voi stessi avete lasciato intendere all’IA e andare avanti.
Vi sono tre classi possibili ma queste sono senza nome (strano, vero?) e assimilabili al guerriero, all’esploratore/scout/ladro e al mago. Ogni classe ha delle abilità predefinite che potrete scegliere spendendo dei punti e, allo stesso tempo, ogni classe ha tre attributi ‘speciali‘ che determineranno il vostro successo o insuccesso in alcune situazioni particolari all’interno del gioco: forza, velocità e intelletto. Ogni qual volta si presenterà l’occasione di usare una di queste tre capacità, dovrete decidere quanti punti spendere. E no, non sono infiniti. Poniamo che durante un gameplay abbiate usato tutti e otto punti intelletto che avevate, per ricaricarli dovrete riposare o usare dei costosissimi oggetti specifici: i cyphers (oggetti misteriosi provenienti da altre ere).
Una volta iniziato il gioco, leggerete le memorie del vostro personaggio. Una sorta di flusso di coscienza pre-natale che vi vedrà all’interno di una placenta su chissà quale lontano mondo extraterrestre. Rottil sacco amniotico, cadrete verso la Terra come una meteora, inseguiti da qualcosa di oscuro e terribile, qualcosa che si muove contemporaneamente dentro e fuori di voi. Sì, lo sappiamo: è strano forte. Giunti sulla ‘Terra‘ ci risveglieremo all’interno di una camera incubatrice simile ad un apparecchio per l’ibernazione. Ad attenderci ci saranno due strani esploratori delle terre selvagge in cerca di tesori e che, casualmente, sono incappati nella nostra caduta del cielo.
Ci viene detto che siamo un ‘Castoff‘, uno scarto del Dio Cangiante il quale, a intervalli regolari, si stanca del suo corpo e lo getta via, verso il mondo sottostante. Nel tragitto, il corpo acquista una nuova coscienza allo scopo di poter esistere. Qualcosa però non va. Di Castoff ce ne sono stati molti nel corso della storia eppure noi abbiamo delle memorie che appartengono al Dio Cangiante. Un qualcosa reputato impossibile.
Qui sorge una delle tantissime domande che il gioco pone: siamo davvero un Castoff o siamo il Dio Cangiante fattosi uomo? A saperlo…
Dal momento della vostra nascita, Torment: Tides of Numenera vi abbandona. Siete letteralmente abbandonati su questa strana terra colma di rifiuti ed oggetti talmente strani da essere familiari. Gli ambienti di gioco presentano moltissimi elementi analizzabili dall’occhio coi quali, però, non si può interagire. Tutti somigliano a qualcosa e allo stesso tempo sono completamente diversi da qualsiasi altra cosa abbiate mai visto nella vostra vita.
Strani mostri fungoidi con tentacoli alle cui estremità vi sono vere e proprie siringhe, formiche bipedi sotterranee che scavano per nutrirsi delle scintille che scaturiscono dai loro arti quando questi incontrano le pietre più dure, orologi che tutto fanno tranne mostrare l’ora (e potremmo andare avanti per molto). In tutto ciò non sappiamo cosa fare, dove andare, perché andare a destra piuttosto che a sinistra; il tutto immersi in un mondo in cui ogni nome è diverso da quello che ci aspetteremmo, infatti le macchine che incontreremo verranno definite Numenera (come da titolo) mentre ogni nostra azione non andrà a disegnare un profilo da eroe e da anti-eroe, bensì delle onde (tides appunto) che proprio non servono a niente ai fini del gioco e della trama.
Torment ci lascia basiti ed increduli. Sembra essere un videogioco molto concettuale e, perciò, non per tutti – anzi – per nessuno.
Purtroppo creare un gioco che esca da qualsivoglia obbligo di genere è rischioso e, in questo caso, non porta alcun frutto. In ogni RPG c’è la possibilità di combattere o risolvere le cose tramite persuasione, ma qui si esagera. Potrete addirittura passare l’interezza del gioco (se mai riusciste a resistere fino alla fine) senza aver sferrato un solo colpo. In tutto questo il divertimento dove risiede? Aggiungete poi gli interminabili dialoghi di cui il gioco è composto: non vogliamo dire che la lore non sia importante oltretutto chi vi scrive è un fan accanito e un attento lettore di tutto ciò che in un gioco c’è di scritto. Però qui si esagera. Ho personalmente speso (ho cronometrato perché era davvero troppo) 45 minuti della mia vita a parlare con un bambino in questo gioco. È troppo. Davvero troppo.
L’intero gioco sembra più essere un libro interattivo che altro. Passerete ore ed ore a fare nient’altro che leggere, perché all’interno dei dialoghi con un qualsiasi personaggio non solo ci saranno i dialoghi veri e propri ma anche la descrizione del personaggio con cui state intrattenendo una conversazione! Come se non avessimo il personaggio davanti agli occhi! Clamoroso è il caso in cui si parla con un uomo che ha catturato un mostro orribile e lo ha portato nella piazza principale della prima città che incontrerete. Voi lo vedrete vestito con un saio nero e un cappuccio a punta. Quando avvierete il dialogo con questo tizio, vedrete apparire su schermo la lunga descrizione di un uomo con lungo saio nero e con un cappuccio a punta (!!!).
No, è veramente troppo. Se poi doveste avere il ‘dono‘ (leggasi: abilità acquistabile durante la creazione del personaggio) di leggere nel pensiero beh, allora sì che sarete proprio fregati, perché oltre a leggere la descrizione di un personaggio che è davanti ai vostri occhi dovrete sorbirvi un dialogo infinito e i pensieri di colui con cui state parlando. Estenuante. Forse che il titolo ‘Torment‘ voleva suggerirci qualcosa?
Il comparto grafico non è malvagio. Gli ambienti di questo Torment, di per sé, sono ben realizzati e suggestivi ma la totale mancanza di una minimappa rende tutto davvero fumoso. C’è addirittura la nebbia di guerra. Dovrete ogni volta muovervi in una direzione per ‘scoprire’ nuovi elementi e nuovi percorsi. In tutto questo c’è il motore grafico di Unity. E abbiamo detto tutto. Ci sono gravi problemi per quanto riguarda la telecamenra la quale risulta essere totalmente manuale in default e che, se impostata per seguire il giocatore, spesso non permette di leggere le descrizioni degli oggetti di scena perché tagliati dal bordo. Siamo nel 2017: bastava uno script. In più se gli ambienti regalano qualche soddisfazione, lo stesso non si può dire degli avatar dei personaggi non giocanti e del vostro stesso personaggio. volti abbozzati, vestiti indecifrabili. Tutto davvero troppo lasciato all’immaginazione. L’audio, poi, risulta ripetitivo e concorre a rendere ogni gameplay una noia mortale.
Ci dispiace doverlo dire ma Torment: Tides of Numenera è noioso, macchinoso, libresco e incomprensibile a chiunque eccetto che ai suoi creatori. Ed è un vero peccato perché si presentava davvero bene, con una nota di retro che però tramutava il più classico degli RPG in una creatura diversa. Il problema risiede nel fatto che tale creatura non ha ancora deciso cosa effettivamente essere.
Pro
- Storia originale
- Pone delle interessanti novità nell'RPG vecchio stampo
- Graditi ammiccamenti a chi ha una profonda conoscenza della filosofia e della teologia
Contro
- Trama troppo confusa
- Dialoghi lunghi ed estenuanti
- Descrizioni superflue
- Comparto sonoro rivedibile