Tokyo Clanpool Recensione
Tokyo Clanpool è un titolo per me inedito nella mia esistenza da videogiocatore. Un GDR a turni di stampo giapponese con meccaniche dungeon crawler in stile anime, in cui si fondono elementi da visual novel per quanto concerne il comparto narrativo. Un genere, quello dei DRPG come viene etichettato il gioco, sicuramente non tanto comune al giorno d’oggi, ma si mosterà all’altezza della situazione?
Tokyo Clanpool RECENSIONE di un GDR “dal sapore rosa”
Edito da Eastasiasoft Limited (lo stesso editore di SENSEs: Midnight che ho avuto modo di recensire) e sviluppato da Compile Heart e Idea Factory, questo titolo è in realtà già disponibile in esclusiva su PlayStation Vita dal lontano 2017. Tuttavia, essendo che la pubblicazione è avvenuta solo in Giappone, Tokyo Clanpool trova finalmente l’uscita di quei confini per raggiungere il pubblico occidentale.
Non solo: anche l’esclusiva PS Vita svanisce, dal momento che in Occidente arriva nei lidi di Nintendo Switch e PC tramite GOG. Unica puntualizzazione doverosa da dire: per quanto riguarda la versione per l’ibrida di Nintendo è disponibile – dal momento della pubblicazione della recensione – solo nei territori asiatici; per l’Europa bisogna attendere un secondo momento.
Inoltre, come prevedibile nella maggior parte dei titoli orientali fatti da studi piccoli, manca la localizzazione di tutte le lingue al di fuori del cinese tradizionale e inglese (il doppiaggio è solo giapponese). E per un titolo con elementi visual novel, l’assenza dell’italiano – per noi – è molto significativa, specialmente per chi non è abbastanza pratico con il cinese o l’inglese.
Paladine della giustizia alla salvaguardia del Giappone
Tokyo Clanpool racconta le vicende di un gruppo di quattro eroiche ragazze noto come Diet Dolls, con a capo il Primo Ministro Natsume Kannuki.
In una futuristica Tokyo, il governo giapponese è al collasso a seguito dell’apparizione di una torre imponente che, estendendosi nel cielo dalla misteriosa Reverse City, si collega al National Diet Building. Molti mostri sono apparsi nella città minacciando la popolazione e il paese interi, ragion per cui le Diet Dolls scendono sul campo di battaglia come unica speranza per il Giappone.
Dopo una riunione nel quartier generale, Natsume e le sue alleate – Chiyo Saionji, Hotaru Urushibara e Mikuri Kirikagure – decidono di addentrarsi nei meandri delle profondità della torre per cercare di contrastare la minaccia dei mostri e scoprire la verità sulla loro misteriosa origine.
Senza dilungarci troppo nei spoiler sulla trama principale, e come già anticipato prima, la modalità di racconto di Tokyo Clanpool è associabile pienamente a quella di una visual novel. Aspettatevi dei momenti d’interazione tra i personaggi molto diluiti, con dialoghi che però, a volte, li ho trovati prolissi e non arrivano al punto senza risultare stucchevoli.
Certo, nelle visual novel è naturale aspettarsi una struttura simile. L’impressione che mi ha dato però è un incedere narrativo che scorre lento e pesante. Avrei gradito magari un po’ più d’asciuttezza nelle parti di maggior approfondimento alla storia o dove si vogliono mostrare i caratteri dei personaggi.
Apprezzata invece la realizzazione estetica dei personaggi in stile anime, soprattutto le nostre quattro protagoniste e i loro outfit da ministre e in tenuta da combattimento, anche se su quest’ultimo si è un minimo spinto al limite del fan service.
Un’avventura ruolistica tra dungeon pericolosi
Se la storia non mi ha particolarmente entusiasmato, ben diverso è il discorso relativo all’impianto ludico di Tokyo Clanpool, che ho trovato molto solido e soddisfacente nonostante sia abbastanza difficile da comprendere a pieno le sue meccaniche, almeno all’inizio dell’avventura.
Abbiamo detto che il gioco è un DRPG, ossia un “Dungeon RPG”. Sicuramente per i più giovani videogiocatori e videogiocatrici, ma anche per i novizi del genere come me, questa tipologia di gioco di ruolo è qualcosa di sconosciuto. Diciamo che non è un genere piuttosto comune nel panorama videoludico odierno, risultando essere più un titolo da “vecchia scuola”.
Il gameplay di Tokyo Clanpool si svolge interamente in prima persona, muovendoci all’interno di un grosso labirinto che caratterizza ciascun piano della torre, dove pullulano pericoli e segreti di qualsiasi salsa. L’obiettivo è scendere giù nelle profondità della struttura e più si procede, più i nemici diventano forti e più variazioni strutturali ci sono su ogni piano.
Nei dungeon della torre possiamo trovare e raccogliere materiali, consumabili, armi ed equipaggiamenti utili per la nostra progressione. Su questo gioca un ruolo fondamentale l’esplorazione, a cui ci viene incontro una mappa di facile lettura e comprensione.
Esplorare da cima a fondo ogni piano della torre non è mai stato snervante (a parte le battaglie casuali che smorzano un po’ il momento, ma niente di serio) e ci aiuta non solo a raggiungere le aree nascoste o inaccessibili senza determinati poteri (incentivando quindi il backtracking), ma anche a scoprire segreti e ottenere oggetti importanti.
In particolare, le armi e gli equipaggiamenti conferiscono alle nostre eroine differenti bonus parametrici e nuove abilità in base alla rarità. Ovviamente più quest’ultima è alta, maggiori e migliori sono i valori conferiti e le abilità ottenibili.
In aggiunta ai valori parametrici, a caratterizzare ancor più le nostre eroine e l’impianto ruolistico di Tokyo Clanpool ci sono gli elementi. In totale abbiamo sei elementi (fuoco, acqua, silvano, terra, metallo e nullo), con le varie debolezze e resistenze tra di loro che si traducono in maggiori o minori danni inflitti/subiti.
La personalizzazione delle caratteristiche dei personaggi è molto alta; in pratica ogni eroina può essere di qualsiasi elemento e coprire un determinato ruolo assegnandoli strumenti specifici e le relative armi compatibili a esse. Questo è molto importante soprattutto in correlazione al tipo di nemici che incontriamo su ciascun piano, dove un equilibrio dei ruoli/elementi nella squadra può fare la differenza fra la vittoria e la sconfitta.
Le battaglie in Tokyo Clanpool, come accennato brevemente prima nella parte dell’esplorazione, avvengono casualmente mentre ci muoviamo nei dungeon labirintici della torre, con un sistema di combattimento che, come detto all’inizio, è a turni. Possiamo selezionare una delle varie azioni disponibili da impartire a ognuna delle nostre eroine, che siano attacchi, trasformazioni, uso di consumabili e altro.
Il meccanismo dei combattimenti funziona maggiormente sulla buona riuscita delle concatenazioni. Le nostre eroine possono sferrare le mosse offensive anche contemporaneamente, aumentando di conseguenza l’indice di combo durante quel turno: più attacchi concatenati ci sono, più l’indice di combo sale e maggiori sono i danni infitti ai nemici.
Questi però si effettuano con le mosse di base, quelle che richiedono un quantitativo di EP ripristinabili ogni fine turno. Ci sono inoltre le “Digimagic”, ossia mosse che non consumano EP ma hanno utilizzi limitati, le cui azioni offensive non entrano nelle concatenazioni e non alzano l’indice di combo.
Ad arricchire la profondità tattica di Tokyo Clanpool abbiamo anche le trasformazioni, in cui le nostre eroine si uniscono a degli individui (chiamati Gadgettia) per aumentare significativamente la loro efficacia in battaglia. Ogni eroina può avere al massimo 5 Gadgettia a disposizione, con ognuna una percentuale di probabilità di riuscita della trasformazione che cresce a ogni turno.
Un altro aspetto importante di Tokyo Clanpool, e che influenza particolarmente il suo gameplay, è l’indice di gradimento dei cittadini.
Ogni azione favorevole come l’esplorazione dei dungeon, la raccolta degli oggetti e le vittorie al termine di ogni battaglia, accresce una percentuale in grado di conferire preziosi bonus alla squadra raggiungendo certe soglie. Tutte le azioni a sfavore delle Diet Dolls, tra cui i KO e altre dinamiche negative, fanno scendere questo indice.
Si tratta di una meccanica che può anche benissimo non starci, se non altro mette ulteriore pepe a un sistema di gioco già di suo profondo. Più che altro, questo elemento contestualizza il ruolo di ministre delle Diet Dolls, quindi alla fin fine è stata un’idea molto carina averla inserita.
Come anche contestuale è l’assegnazione di ulteriori bonus ogni volta che si rientra in base, impostato come una campagna elettorale che tiene conto del rendimento in battaglia di ciascuna protagonista in termini offensivi, difensivi, supporto e trasformazione.
Conclusioni sulla recensione di Tokyo Clanpool
Tokyo Clanpool è un’esperienza in stile anime molto particolare per i più giovani o chi non ha mai sperimentato il genere dei DRPG. Ad ogni modo si tratta di un titolo genuinamente godibile e stimolante nonostante si presenti come una “medaglia con due lati diversi”.
Da una parte, il sistema di gioco è parametrico, solido e ricco di elementi che amplificano la profondità delle sue meccaniche. Dall’altra però la storia, dalla struttura tipica di una visual novel, non sempre riesce a essere interessante, soprattutto per i dialoghi decisamente troppo allungati in alcune circostanze e, per chi non mastica bene le uniche lingue disponibili, l’assenza dell’italiano.
Molto buono il sistema di progressione, davvero soddisfacente e ti dà la reale sensazione di diventare più efficiente nelle battaglie e nell’esplorazione, quest’ultimo molto importante per scoprire luoghi altrimenti inaccessibili senza poteri e raccogliere oggetti nascosti in essi.
Tokyo Clanpool è disponibile su Nintendo Switch (al momento della pubblicazione solo in Asia, in Europa più avanti) e su PC tramite GOG (questo invece in tutto il mondo). Qui di seguito vi lascio il link della pagina del gioco sul sito di Eastasiasoft.
Un DRPG interessante da giocare per le sue meccaniche di gameplay.
Pro
- Un sistema di gioco a turni solido e profondo...
- Il senso di progressione è stimolante
- Buona longevità di gioco
Contro
- ... seppur di difficile immediatezza
- Dialoghi un po' troppo dilatati in alcune occasioni
- Assenza della localizzazione italiana