TLoH: Trails of Cold Steel IV – Recensione
L’anno scorso, intorno a questo periodo dell’anno, vi portammo la recensione di Trails of Cold Steel III, uno dei più sorprendenti e soddisfacenti JRPG che ci fosse capitato di giocare nell’attuale generazione; a distanza di appena dodici mesi, Trails of Cold Steel IV chiude il cerchio di una saga che nella sua scarsa visibilità occidentale, propone una delle più belle esperienze videoludiche della nostra carriera. L’avventura di Rean Schwarzer e dei ragazzi della Classe VII si espande in un capitolo conclusivo peculiare, molto più apprezzabile da quella ridottissima fetta di pubblico che ha potuto giocare tutti i giochi della saga (compresi i due che, in occidente, nemmeno ci sono arrivati), ma che consigliamo comunque anche a chi abbia apprezzato i precedenti Trails of Cold Steel. Avremo molto di cui parlare, quindi per dare un piccolo sunto della recensione: Trails of Cold Steel IV è un gioco che, in coppia col precedente, dovrebbe essere giocato e amato da chiunque apprezza i JRPG, non raggiunge le vette del terzo capitolo o di Ao no Kiseki, ma ci arriva abbastanza vicino.
L’avventura inizia mostrando subito quello che intendevamo dire nel paragrafo precedente, al riguardo dei rimandi ai giochi della saga precedente. Dopo gli eventi di Trails of Cold Steel III i nostri eroi non sono nella miglior condizione per continuare a combattere, quindi la rivalsa parte dai protagonisti delle due saghe di giochi precedenti, Trails in the Sky e Zero/Ao no Kiseki.
Prendere il controllo di Lloyd e Estelle all’interno di un gioco interamente 3D è un’esperienza preziosa per i fan della serie, tuttavia potrebbe confondere chi ha giocato solo la saga Cold Steel. Questo evento incapsula al meglio lo scoglio maggiore rappresentato da Trails of Cold Steel IV. Sparse per il gioco ci saranno tante di queste occasioni peculiari in cui verrà strizzato l’occhio ai fan delle saghe PSP e per quando vengano accennate delle spiegazioni sui background di questi personaggi a molti sconosciuti, è innegabile che chi decida di dare un’occasione solo a Cold Steel si vedrà mancare uno degli elementi più speciali di questo ultimo capitolo, che si presenta come una specie di crossover tra le varie saghe in molti punti, un po’ come nei noti film Marvel degli Avenger.
Al di fuori di ciò, i difetti di Trails of Cold Steel IV sono veramente pochi. Si tratta di un prodotto piuttosto gradevole alla vista se considerato il ridottissimo budget, con una colonna sonora forse inferiore ad alcuni suoi predecessori (in particolare nei confronti di Ao no Kiseki, tuttora miglior capitolo della saga) ma comunque eccezionale e con meno problemi tecnici rispetto a Trails of Cold Steel III.
Parlare della narrativa è piuttosto delicato, in quanto praticamente tutto può essere considerato spoiler, data l’improvviso e fenomenale finale cliffhanger del precedente Cold Steel, tuttavia possiamo assicurarvi che si tratta di un gioco che ha tutto ciò che si può volere da un JRPG. Ci sono momenti emotivi forti, specie all’inizio del gioco, con gli sviluppatori che han posto molta cura sul come riuscire a trasmettere certe emozioni complesse con le risorse limitate a disposizione. Ci sono personaggi interessanti da seguire attraverso ad un mondo con uno dei migliori worldbuilding mai visti in un media giapponese, quasi roba da potersi paragonare a One Piece. Ma soprattutto ci sono tanti punti ove il gioco sa come pompare il sangue nelle vostre vene e mettervi ad affrontare epiche battaglie contro memorabili avversari.
C’è tuttavia una principale critica da muovere a Trails of Cold Steel IV narrativamente, che è ciò che lo trattiene dal superare il III: è troppo buono con i personaggi. La morte è uno strumento narrativo potentissimo, ma anche molto delicato. Un po’ come il precedentemente citato One Piece, anche Trails of Cold Steel IV si tira spesso indietro dall’uccidere, ma a differenza dell’opera di Eiichiro Oda, alle volte salva dei personaggi che era molto meglio uccidere per aumentare l’impatto emotivo della storia.
Alcune decisioni, per quanto ci abbiano fatto piacere a impatto perché ci siamo affezionati a tutti i personaggi, non le abbiamo condivise a lungo andare sembrandoci semplicemente delle occasioni sprecate solo per tenere in vita alcuni dei personaggi preferiti dai fan. Tuttavia il fatto che consigliamo il titolo, anche e soprattutto per la storia, nonostante questo difetto enorme, testimonia quanto magnificente sia tutto il resto. Il principale pregio narrativo di Trails of Cold Steel IV è quanto sia soddisfacente da completare. I nodi piantati negli ultimi tre giochi vengono al pettine e la resa dei conti è spettacolare e avvincente.
A livello di gameplay, il gioco non è cambiato particolarmente da Trails of Cold Steel III. Ci sono più personaggi a disposizione e più equipaggiamenti per migliorare il già immenso potenziale di build diverse del gioco che lo ha preceduto, ma niente più. Non troviamo questa cosa un difetto, anzi, ma vi invitiamo a leggere la nostra recensione di Trails of Cold Steel III per più dettagli sul sistema di gioco. La difficoltà ci è parsa ben equilibrata, specie in modalità difficile, in cui anche rompendo il gioco con build eccezionali si dovrà comunque ragionare per vincere molte bossfight.
Ciò che è cambiato drasticamente è il ritmo di gioco, ora più libero e aperto non essendo più legato alla realtà scolastica dell’accademia militare Thors. L’esplorazione è molto più libera e interessante che nel titolo precedente, e Falcom ha reso questa differenza uno dei punti di forza di Trails of Cold Steel IV. Grazie a una quantità di contenuti enorme tra missioni secondarie, dialoghi, collezionabili e così via, quest’ultima avventura di Rean Schwarzer è il Cold Steel che è più divertente giocare con occhio completista.
Questo anche perché cercare il completismo ricompensa non solo a livello di gameplay, ma anche a livello di storia: tanto world building viene dalle missioni secondarie, dai dialoghi con la gente di paese e dai personaggi secondari e terziari che han più carattere di alcuni protagonisti di altri JRPG.
Inoltre, Trails of Cold Steel IV rappresenta il miglior esempio di scene di “bond” tra i personaggi. I bond sono essenzialmente simili ai confidant di Persona: si tratta di scene intime tra protagonista e personaggi secondari di entrambi i generi, nel quale si approfondisce il loro rapporto. In questo capitolo però, queste scene approfondiscono molto più che il rapporto tra Rean e la Classe VII. Molti personaggi vengono coinvolti, tante archi di maturazioni dei personaggi son portati a conclusione in queste scene e soprattutto si scopre quasi sempre qualcosa di molto interessante sul mondo. In un paio di occasioni ci siamo persino commossi davanti a un paio di eventi, come il primo bond di Laura o il primo di Alfin. Peccato solo che si possa venir a creare una dinamica “harem” intorno al protagonista scegliendo di approfondire il rapporto con tutte le ragazze, cosa che non ci ha dato fastidio, ma che indubbiamente limita il potenziale di alcuni personaggi che inizialmente sembravano diretti in una direzione diversa rispetto a quella del semplice love interest.
Con un monte ore che facilmente raggiunge le 3 cifre ed una modalità Nightmare che offre un NG+ piuttosto interessante, Trails of Cold Steel IV è anche perfetto per chiunque cerchi un’esperienza longeva e soddisfacente. La storia manca di coraggio in alcune occasioni, ma l’epicità dello scontro finale e la forza dei personaggi riesce a colmare le lacune facilmente. Con il solito eccezionale sistema di combattimento e personalizzazione che caratterizza la serie, musiche fantastiche e un colpo d’occhio gradevole, quest’ultimo prodotto di Nihon Falcom è un must per chiunque ami i JRPG. Non arriva al livello dei suoi migliori titoli come Ao no Kiseki o proprio Trails of Cold Steel III, ma tutto sommato non ci va così lontano.
Pro
- Climax soddisfacente di una lunga saga
- Eccezionale combat system
- Ottime musiche
- Divertente far completismo
- Bond interessanti
Contro
- Troppo buono coi personaggi
- Chi non ha giocato i titoli PSP, si perderà tanti richiami
Mi fa paura il “Troppo buono coi personaggi”, non so perché penso alla scena della nave final di Cold steel 3 o al personaggio morto verso la fine…
Senza alcuno spoiler, diciamo che cold steel 4 non condivide il coraggio narrativo del predecessore. Soffre un po anche a causa del fatto che, con quel finale, il 3 aveva messo delle aspettative veramente difficili da superare.